Nessuno deve rimanere indietro, questo è l’obiettivo primario del MoVimento 5 Stelle. In una repubblica fondata sul lavoro chi è senza un impiego, chi è povero, perde anche la dignità di cittadino, e questo la politica non lo deve permettere. Per questo abbiamo presentato anche in Lombardia una proposta di legge per l’adozione di un reddito minimo di cittadinanza lombardo per le persone che non hanno un lavoro.
La carta costituzionale italiana riconosce infatti a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Anche l’Unione Europea, che ha tra i suoi obiettivi quello di consentire un livello occupazionale elevato e la lotta contro l’emarginazione sociale, ha suggerito e raccomandato l’adozione di un reddito minimo per i cittadini residenti nei paesi membri. Ma Italia e Grecia restano gli unici due paesi a non aver adottato un sistema universale di reddito minimo garantito. Per questo vogliamo dare ancora più forza alla proposta che il M5S sta portando avanti a Roma spingendola anche in Lombardia. Questa battaglia può e deve essere combattuta sia sul fronte nazionale che su quello regionale, perché anche le regioni devono fare la loro parte!
Come funziona?
I cittadini che hanno perso o non riescono a trovare un lavoro riceverebbero, per un massimo di tre anni, un sussidio mensile da parte della Regione. In compenso il cittadino si metterà a disposizione della collettività per lavori socialmente utili nelle scuole, nei tribunali e in qualsivoglia contesto in cui potrà essere utile. Inoltre l’ente pubblico, durante questo periodo di disoccupazione, proporrà al cittadino delle offerte di lavoro che, se saranno tutte rifiutate, porterebbero alla perdita alla perdita graduale del diritto al reddito minimo, fino ad azzerarsi totalmente.
Quanto costa la manovra?
Rispetto alla proposta nazionale le cifre di questa manovra devono far riferimento alla dimensione fiscale regionale. Per avere un’idea di spesa possiamo prendere in esempio un simile sistema previdenziale introdotto recentemente nella Provincia Autonoma di Trento. Adattando il costo per ciascun contribuente di tale sistema previdenziale all’indice della povertà relativa presente in Lombardia, è possibile stimare che l’introduzione di un reddito minimo garantito nella nostra regione dovrebbe avere un costo di circa 300 milioni di euro.
Quali sono i benefici? Ci sono le coperture?
L’adozione di questo sistema non solo incrementerebbe i servizi alla comunità ma produrrebbe effetti “terapeutici” anche sull’economia reale, riattivandola. L’istituzione di un reddito minimo garantito infatti, porterebbe ad un incremento dei consumi interni regionali tali da compensare i costi del sistema previdenziale stesso, sia a seguito di un aumento delle entrate fiscali, sia per l’aumento dell’occupazione che l’innesto di liquidità sul territorio genererebbe. E’ molto semplice, se aumenta la domanda deve necessariamente aumentare anche l’offerta di beni e servizi, e di conseguenza anche la forza lavoro per produrli ed erogarli.
In conclusione, il MoVimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni con lo scopo di non lasciare nessuno indietro, ed è questo l’obiettivo che vogliamo raggiungere con questa proposta. Non è ammissibile che, mentre le persone soffrono e faticano ad arrivare alla fine del mese, la politica romana investe 45 miliardi per gli armamenti e in Lombardia si pagano ancora i vitalizi agli ex-consiglieri e si finanziano autostrade inutili come la BreBeMI che a parole non avrebbero dovuto costare nemmeno un euro alla collettività.
I cittadini devono essere la priorità: riportiamoli al centro!
Stefano Buffagni – Portavoce regionale M5S Lombardia