Il Cardinale Angelo Scola, in un incontro con gli insegnanti che si è tenuto il 22 gennaio, ha dichiarato “Non dobbiamo sottovalutare la scuola di Stato” e aggiunto che “lo Stato deve governare la scuola, ma non pretenda di gestirla”. Ancora, secondo l’arcivescovo di Milano, “non bisogna parlare d’istituti cattolici, ma d’istituti liberi, perché scopo della scuola è educare e l’educazione è un incontro di libertà”. Sul taglio presunto alle risorse alla scuola provata Scola ha poi aggiunto: “non si parli di scuole paritarie se manca l’aspetto finanziario”.
“Sono parole dure che entrano con violenza nel vivo del dibattito politico su scuola pubblica e scuola privata paritaria e mostrano un chiaro spirito polemico verso l’articolo 33 della Costituzione che dice chiaramente che- Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E noi aggiungiamo che, di conseguenza, un trattamento equipollente deve essere riconosciuto alle famiglie che mandano i loro figli alla scuola statale. Ribadiamo che il nostro è uno stato laico a tutti i livelli, e che l’intervento del Cardinale alla seduta di Consiglio Regionale, programmata per il 4 febbraio prossimo, non deve essere l’occasione per promuovere finanziamenti alle scuole paritarie che, per la stragrande maggioranza sono di confessione cattolica”, dichiara Paola Macchi, portavoce del Movimento 5 Stelle.
“Il nostro programma elettorale è molto chiaro: per il Movimento 5 Stelle le risorse finanziarie dello Stato devono essere erogate solo alla scuola pubblica. Non vorremmo che in occasione della sua visita in Consiglio regionale il Cardinale entri a gamba tesa nel dibattito politico su di una questione che in Lombardia va risolta: i genitori che mandano figli alle scuole private ricevono sovvenzioni enormi rispetto a alle famiglie che mandano figli alla scuola pubblica; dietro un presunto aiuto per la libertà di scelta si cela una vero e proprio uso discriminante dei soldi raccolti dalle tasse di tutti i cittadini lombardi. Le scuole private parificate hanno tutto il diritto di esistere ma non devono togliere risorse alle scuole statali, come è avvenuto fin’ora. Proprio per questo rinnoviamo l’invito al Cardinale a venire a Palazzo Pirelli ma non all’appuntamento del Consiglio regionale, evitando ingerenze religiose in ambito costituzionalmente laico”.