Pubblichiamo il testo dell’intervento in aula di Gianmarco Corbetta, consigliere di M5S Lombardia, su di una mozione per fermare la realizzazione dell’autostrada Pedemontana. La mozione è stata bocciata dal Consiglio regionale Lombardo.
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Su Pedemontana si potrebbero dire tante cose.
A partire dal fatto che l’autostrada passa nell’area di Seveso contaminata dalla diossina dell’incidente Icmesa del 76. La diossina è ancora in buona parte nei terreni (vista la bonifica solo parziale dell’area fatta a suo tempo) e non è esattamente una buona idea andare a movimentare terra proprio in quell’area, con conseguente rimessa in circolo di questa terribile sostanza inquinante. Tanto è vero che la Regione Lombardia, per legge, aveva vietato qualsiasi lavorazione in quell’area, ma, per far passare l’autostrada, ha abrogato questo divieto!
Senza dimenticare poi che le prescrizioni del Cipe (che prevedono una serie di controlli approfonditi sul livello di contaminazione dei terreni) sono ancora oggi lettera morta o, nel migliore dei casi, hanno ottenuto risposte insufficienti.
Si potrebbe proseguire parlando dei profili di illegittimità legati al progetto definitivo della tratta B2 (quella che va da Lentate a Cesano), a partire dal mancato interramento della tratta. La tratta era stata prevista originariamente in superficie, ma Regione Lombardia aveva bocciato questa soluzione e imposto l’interramento (per evidenti motivi di impatto ambientale) salvo poi rimangiarsi la parola (in fase di approvazione del progetto definitivo) e tornare alla vecchia soluzione – che lei stessa aveva bocciato – per risparmiare soldi! E queste modifiche non sono state assunte con il recepimento delle prescrizioni impartite dal Cipe nel progetto preliminare.
C’è poi il tema della mancata redazione della VAS, come se l’opera non determinasse nuovi e significati impatti ambientali!
Tutte queste considerazioni hanno generato un ricorso al Tar da parte dei comitati dei cittadini, che potrebbe auspicabilmente risultare devastante per il prosieguo dell’opera.
Si potrebbe anche parlare del consumo di suolo che tale opera comporterà per la Brianza, la provincia più cementificata d’Italia.
Ma le ragioni ancor più stringenti per dire stop a Pedemontana sono due: primo, non ci sono i soldi!
L’opera versa in enormi difficoltà finanziarie.
I lavori sono finanziati solo per la tratta A (in via di ultimazione) e la B1 (da Lomazzo a Lentate). Queste tratte hanno assorbito tutte le risorse pubbliche originariamente previste per l’intera opera, dato che i privati si sono ben guardati dall’investire in Pedemontana. Le tratte B2, C e D sono prive di finanziamento.
Nel tempo, i vari Prodi, Di Pietro, Berlusconi, Formigoni hanno generosamente gettato il cuore oltre l’ostacolo (o meglio, hanno gettato l’asfalto oltre l’ostacolo) senza preoccuparsi delle coperture finanziarie, confidando che sarebbero arrivate una volta iniziata l’opera.
Ma non hanno fatto i conti con la crisi! Oggi la domanda di mobilità non è più quella prevista un tempo, tanto che gli istituti di credito non credono più nel rientro dei capitali investiti nei 25 anni di concessione.
Parliamo di pedaggi: questa non era la giunta che vuole abbassare il costo dei pedaggi ai lombardi? Il pedaggio di Pedemontana costerà il triplo rispetto a quello di Autostrade per l’Italia. Addirittura, i cittadini lombardi che ogni giorno percorrono gratuitamente la superstrada Milano-Meda, per effetto della trasformazione della superstrada nel tratto B2 della Pedemontana, dovranno pagare un pedaggio salatissimo per stare in coda imbottigliati peggio di adesso!!!
L’opera doveva venir pronta per Expo, ma ormai questo cronoprogramma è stato abbandonato: ora si punta ad aprire la tratta B1 per collegarla alla superstrada Milano-Meda entro il 2015; dei lavori delle altre tratte se ne riparla dopo Expo… a babbo morto, come si suol dire. Il presidente Maroni e l’assessore Del Tenno, un giorno si e l’altro pure, ripetono che i soldi si troveranno e che l’autostrada sarà terminata dopo Expo… ma ad oggi il fatto è che i soldi NON ci sono!
L’ipotesi più realistica è quella che la Pedemontana finisca a Lentate, sversando tutto il traffico proveniente da Como, Varese e Saronno sulla superstrada Milano-Meda, già oggi di per sé al collasso. A Lentate, Seveso, Cesano Maderno e Bovisio sarà il caos. Per questo motivo i sindaci sulla tratta B2 sono terrorizzati.
La seconda ragione forte per dire stop alla Pedemontana è che quest’opera è nata vecchia. Se ne parla dagli anni 50! E’ stata concepita in un mondo che nel frattempo è completamente cambiato. Il territorio si è deindustrializzato, il suolo è stato fortemente urbanizzato e l’inquinamento atmosferico è diventato un problema serio (che causa migliaia di morti ogni anno). Che senso ha Pedemontana oggi? Davvero c’è bisogno di un collegamento est-ovest (da Varese a Bergamo) di questo genere?? Anche alla luce del potenziamento dell’A4 e della creazione della Bre-Be-Mi… che senso ha una terza autostrada che, nel tratto finale, viaggia in parallelo a pochi chilometri di distanza?
Oggi i Tir nel nord Italia viaggiano con un coefficiente di carico attorno al 50%; non sarebbe meglio puntare a risolvere le inefficienze del nostro sistema logistico e dei trasporti invece di buttare 5 miliardi di euro in un’opera cosi devastante? Non sarebbe meglio ammodernare e mettere in efficienza la rete viabilistica esistente? Non sarebbe meglio puntare sul ferro (sono trent’anni, per esempio, che si aspetta il prolungamento dalla metrò fino a Vimercate)?
Durante un recente convegno sul tema, è intervenuto un rappresentante degli artigiani brianzoli, spiegando che i distretti produttivi lombardi vogliono l’autostrada: spesso un divano – ha spiegato – viene prodotto da più aziende ed è un problema se si devono perdere tempo e soldi per il trasporto difficoltoso dei semilavorati. D’accordissimo, ma siamo proprio sicuri che per risolvere il problema serva un supercollegamento Varese-Bergamo? Con pedaggio salatissimo, tra l’altro. Occorre una strategia organica per rendere efficiente e scorrevole la rete stradale ordinaria per collegare agevolmente le aziende di un certo distretto territoriale, che distano pochi chilometri le une dalle altre… che c’azzecca un’autostrada??
Insomma, da qualunque lato la si veda, questa autostrada non sta in piedi! E non vale nemmeno tirare di mezzo, come spesso fa l’assessore Del Tenno, la questione del lavoro! Si tratta per lo più di lavoro dequalificato e temporaneo (difatti quando l’opera finisce, finisce anche il lavoro). E’ chiaro che l’unica analisi che è stata fatta è la VIE (Valutazione di Impatto Elettorale)… questa autostrada fa comodo, elettoralmente parlando, a quei politici che l’hanno voluta e la difendono senza se e senza ma, oltre naturalmente a tutte quelle grosse imprese che si sono aggiudicate gli appalti, a volte anche in modo illegittimo!
Ricordo difatti nel dicembre scorso il TAR della Lombardia ha emanato una sentenza relativa alla procedura di assegnazione dell’appalto da 2,3 miliardi di euro per la realizzazione delle tratte B1, B2, C e D. La sentenza, relativa al ricorso avanzato da Consorzio Pedelombarda 2 contro Strabag, condanna Autostrada Pedemontana Lombarda al pagamento di 22 milioni di euro per essersi aggiudicata illegittimamente i lavori.
Infine, non dimentichiamoci che viviamo un momento storico in cui le risorse pubbliche sono molto limitate. Investire soldi in questa grande opera inutile significa non investirli in altre opere, in altri settori. Significa non avere soldi per la diffusione della banda larga, significa non avere soldi per il trasporto pubblico, significa non avere soldi per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico, significa non avere i soldi per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico. Tutte attività che porterebbero lavoro, spesso qualificato e duraturo.
E i politici che ci governano, a fronte di tutto questo, sono ancora qui, nel 2014, a insistere con questa autostrada, concepita a suo tempo senza una visione strategica, in totale latitanza di una programmazione della mobilità, sulla scorta di aspettative finanziarie fasulle. Non fanno altro che dimostrare di possedere, nella migliore delle ipotesi, una visione del futuro miope e del tutto inadeguata ai tempi che viviamo!
Questa mozione costringe tutti i gruppi politici presenti in Consiglio a esprimere la loro idea di futuro della Lombardia. Il nostro no a Pedemontana non ha nulla di ideologico ma interpreta l’idea della Lombardia nella quale ci piacerebbe vivere: meno traffico non vuol dire più autostrade ma più trasporto pubblico e meno auto. Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma culturale: costruire autostrade non è sinonimo di progresso e sviluppo economico.
Come se ne esce? Occorre fermare l’autostrada là dove è già stata realizzata: a Lomazzo, in corrispondenza dello svincolo dell’A8. E’ chiedere troppo che chi governa la Regione capisca di trovarsi in un vicolo cieco?
Gianmarco Corbetta, Consigliere regionale M5S