Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S dichiara: “Apprendo dall’articolo della Provincia Pavese di oggi, le dichiarazioni sconcertanti effettuate dal Presidente della Provincia di Pavia, Daniele Bosone, il quale sembrerebbe imputare ai frati della Certosa di Pavia, che si sarebbero rifiutati di dare la disponibilità della Chartusiana, l’impossibilità di attivare un progetto per l’apertura di un centro di accoglienza e documentale in vista di EXPO 2015. In periodo di campagna elettorale, siamo abituati a sentirne di tutti i colori, ma trovo inaccettabile che un Presidente della Provincia adduca l’impossibilità di portare avanti un progetto presso la Certosa per colpa di un rifiuto dei frati a concedere gli spazi richiesti. Il Presidente Bosone e la Vice Presidente della Provincia di Pavia, Milena D’Imperio, dovrebbero infatti entrambi sapere che la proprietà della Certosa di Pavia è del Demanio e non dei monaci, come pure dovrebbero sapere che i monaci occupano la Certosa senza alcun titolo. Non esiste infatti alcun documento che comprovi la regolarità di una presunta concessione del complesso monumentale da parte del Demanio ai monaci, i quali pertanto non sono soggetti legittimati alla concessione di sale, spazi o alcunchè. La competenza è del Demanio il quale solo può disporre dell’uso del bene monumentale ed è il Demanio, legittimo proprietario del complesso monumentale, che il Presidente Bosone avrebbe dovuto interpellare.
Tutte le Istituzioni locali, che peraltro siedono al Tavolo Tecnico della Certosa, non oggi ma da 30 anni, sanno bene che le cose non stanno come hanno fatto credere ai cittadini. Soltanto il MoVimento 5 Stelle è andato a fondo ed ha smascherato la vergognosa incapacità del Demanio di gestire la Certosa, nell’inerzia delle Istituzioni locali, che sapevano e non hanno mai denunciato, tanto che mi sono vista costretta ad adire la magistratura depositando un esposto alla Procura della Repubblica per fare luce sulle ipotesi di reato (danno erariale, pericolo per la pubblica incolumità e abuso d’ufficio) e a tutt’oggi le indagini sono in corso. Per 30 anni il Demanio ha consentito ai frati di gestire gran parte del complesso senza alcun titolo, tale che oggi la Certosa necessiterebbe di interventi di riqualificazione per 30MILIONI di Euro e non di briciole come i 30mila euro messi sulla carta dalla Provincia di Pavia ma già arenati, in base a un rifiuto ricevuto non dal legittimo proprietario del bene, ma dai frati che lo occupano senza alcun titolo. Se lo Stato, in questi 30 anni, si fosse fatto carico, insieme alle Istituzioni locali, rimaste pressoché inerti ed indifferenti, di rilanciare seriamente il monumento, oggi non ci troveremo ad assistere ai teatrini propagandistici della politica locale. Ancora sto aspettando risposta dal Ministro Franceschini a cui ho scritto il 7 marzo 2014, non appena insediatosi nel dicastero dei Beni Culturali, ritenendo doveroso informare il neo ministro di tutto quanto è successo in questi anni presso la Certosa di Pavia per fare luce e chiarezza e procedere con un piano di rilancio. Mi domando come mai il Presidente della Provincia di Pavia non abbia investito direttamente il Ministro dei Beni Culturali – che peraltro è del suo stesso colore politico – che avrebbe potuto attivarsi e sollecitare l’immediato intervento del Demanio, proprietario della Certosa di Pavia, a dare la disponibilità della Chartusiana. E’ doveroso infine chiarire ai cittadini che la Certosa di Pavia è già oggettivamente esclusa dal circuito EXPO, il MoVimento 5 Stelle Lombardia, lo aveva già denunciato mesi fa, strano che i partiti e i rappresentanti istituzionali locali ancora non ne fossero al corrente, dato che a seguito di vari accessi agli atti ed interrogazioni effettuate dalla sottoscritta, era emerso che Regione Lombardia non ha stanziato un euro per la promozione della Certosa di Pavia ad EXPO 2015 anche perché “le Istituzioni locali non hanno dato alla Regione alcun input” – parole non mie ma dell’assessore regionale alla cultura, in risposta alla mia interrogazione.”