Documenti censurati con omissis, documenti provvisori, atti diversi da quella specificamente richiesti: è questa la documentazione ricevuta dal Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle della Lombardia alla richiesta di accesso agli atti all’azienda controllata Lombardia Informatica.
Sul caso M5S aveva chiesto l’intervento di un’autorità di garanzia, il Difensore Regionale, che, ritenendo fondata la richiesta, inviava formale diffida a LISPA. L’azienda rispondeva inviando ulteriore documentazione accompagnata da una peculiare dichiarazione di completezza della documentazione stessa. La dichiarazione tuttavia, risultava ancora una volta incompleta e il Difensore Regionale è intervenuto una seconda volta intimando a LISPA la consegna della documentazione completa.
Il M5S ha denunciato pubblicamente la non idoneità della documentazione trasmessa al gruppo (non utile a effettuare valutazioni professionali complete dell’operato di LISPA) e il comportamento omissivo e lacunoso posto in essere dalla Società nella trasmissione della documentazione richiesta. Una critica condivisa dal Difensore Regionale: “Visionando la documentazione consegnata, era evidente, infatti, che la stessa fosse inutilizzabile essendo costellata di omissis che non permettevano di comprenderne il contenuto”.
Il 18 aprile 2014 LISPA, per il tramite del proprio legale rappresentante, minacciava di querelare per diffamazione Eugenio Casalino, il consigliere regionale del M5S che ha curato la richiesta di accesso agli atti, per alcune critiche sul comportamento della società su questa vicenda pubblicate in due post sul sito lombardia5stelle.it.
Eugenio Casalino dichiara: “Ho reso nota la vicenda a tutti i colleghi consiglieri regionali. Considero questo atto minaccioso, oltre che moralmente esecrabile, una vergognosa intimidazione nei confronti di un consigliere di opposizione nel momento in cui chiede di effettuare un lavoro di controllo efficace e non di facciata. Peraltro il presidente di LISPA ignora le garanzie costituzionali di cui godono i consiglieri regionali nell’esercizio delle loro funzioni e le scriminanti poste a tutela dal codice penale, nonché alcune recenti sentenze di merito e di legittimità in materia di diritto di critica, di cui anche i consiglieri regionali godono al pari dei parlamentari. Il ruolo che rivestiamo impone l’esercizio di precise richieste di trasparenza e informazione nei confronti della pubblica amministrazione cui LISPA indubitabilmente appartiene. Non ci facciamo intimidire e continueremo a richiedere la documentazione. E’ questa la Lombardia che il presidente Maroni aveva in mente?”.
Qui la ricostruzione dettagliata della vicenda.