Maroni ha annunciato che porterà i 49 uffici acquisti delle Aziende Ospedaliere e ASL lombarde sotto la centrale acquisti regionale ARCA. Peccato che si svegli solo ora, sull’onda dello scandalo EXPO e delle intercettazioni che mostrano tutte le opacità di alcuni manager della sanità lombarda. ARCA è stata costituita dalla Giunta Formigoni a ottobre 2012 ed è stata tenuta in stato embrionale finora dalla Giunta Maroni, non avendo mai ricevuto un serio piano di sviluppo nei confronti degli acquisti effettuati nell’ambito dell’ente Regione e soprattutto appunto della sanità. Anche qui la distanza fra le parole durante la campagna elettorale e la realtà è stridente.
“Anche qui Maroni non ha voluto dare una discontinuità al sistema di potere, in gran parte ciellino, consolidatosi in 18 anni di formigonismo nella sanità in Lombardia e non si è mai sognato finora di pensare ad una simile operazione di accentramento degli acquisti, favorendo quindi i potentati locali a sfavore delle tasche dei cittadini e contribuenti lombardi. Portare quattro miliardi di euro di forniture sanitarie a una sola centrale di acquisto può consentire risparmi notevoli, tra il 10 ed il 20%, sulla spesa vale a dire dai 400 agli 800 milioni di euro che ad esempio potrebbero essere impiegati per abbattere i ticket sanitari per tutti i disoccupati o coloro che in generale sono stati colpiti dalla crisi” spiega Eugenio Casalino, consigliere del Movimento 5 Stelle Lombardia.
“In realtà – continua – la Lega si è sempre preoccupata sia a livello nazionale con CONSIP sia a livello regionale con ARCA di sabotare il processo di centralizzazione degli acquisti della Pubblica Amministrazione, vedendone una minaccia per le imprese locali. Ora l’annuncio di Maroni arriva senza prima avere preparato un piano con la stessa ARCA perché è ovvio che questa iniziativa potrà essere realizzata dopo 12-24 mesi di preparativi ed investimenti sulle risorse umane, finanziarie e strumentali di ARCA”.
Secondo il consigliere: “Il M5S ha chiesto durante la campagna elettorale del 2013 la realizzazione di una sola stazione appaltante regionale, ai fini di incremento di efficienza, trasparenza e lotta alla corruzione. Il Sistema a Rete (coordinamento CONSIP – Centrali Regionali) è di fatto inattuato dal 2007, anche perché la finanziaria 2007 che lo istituì ne collocò il coordinamento all’interno della Conferenza Stato Regioni”.
“Segnalo peraltro che Il DL 66 in via di conversione in Parlamento prevede agli articoli 9 e 10 il rafforzamento delle centrali d’acquisto, nazionale e regionali, che al di sopra di valori (e per merceologie definite) saranno le sole a poter bandire gare.
Quindi tra poco la Giunta Maroni si troverà di fronte ad un obbligo di legge ben preciso a cui dovrà adempiere. Inoltre segnaliamo a Maroni che l’art. 46 ter del DL. 98/2013 prevedeva che la Società Expo 2015 può avvalersi della struttura organizzativa di CONSIP nella sua qualità di centrale di committenza per gli acquisti, ma ancora ad oggi non è stato formulato un piano di gare da bandire per Expo su CONSIP. Magari per le gare di appalto di EXPO le cose sarebbero potute andare diversamente…
Ora moniteremo se le parole di Maroni sono i soliti annunci pre-elettorali o saranno fatti concreti e non di facciata come sono soliti fare i politici al governo nazionale e regionale”, conclude Casalino.