Si avviano alla conclusione i lavori del convegno “L’erba che cura. L’uso dei cannabinoidi nelle terapie farmacologiche” organizzato dal Movimento 5 Stelle Lombardia presso Palazzo Pirelli. I relatori hanno illustrato lo stato dell’arte della ricerca e delle potenzialità terapeutiche dei cannabinoidi, nonché la situazione legislativa attuale.
Edgardo Vieira de Manincor, agronomo referente di Assocanapa, ha illustrato le caratteristiche scientifiche della canapa e i suoi utilizzi, oltre che medici, nell’alimentazione e nell’industria tessile.
Gianpaolo Grassi, Primo ricercatore del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura ha spiegato come la Cannabis viene gestita, ai fini medici, in alcuni Paesi , analizzando le condizioni legislative che vigono in Italia e le ultime disposizioni emanate dalle Regioni sul tema della Cannabis medicinale. Grassi ha poi descritto la progressione delle fasi di ricerca e le potenzialità dei cannabinoidi.
Daniala Parolaro, Professore Ordinario di Farmacologia Cellulare e Molecolare presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università dell’Insubria, ha ampliato il focus sulle potenzialità terapeutiche dei fitocannabinoidi (i cannabinoidi presenti nella pianta di Cannabis). Per Parolaro: “Volendo dare uno sguardo ampio ai suggerimenti che la ricerca ci manda possiamo affermare che accanto agli effetti anti emetici e stimolanti dell’appetito, già riconosciuti da molti anni, ci sono buone risposte anche per i disturbi dell’umore (depressione e ansia), per le malattie neurodegenerative ed anche per i tumori. Ma il passo più importante resta quello di ottenere forme farmaceutiche per somministrazioni a dosaggi controllati che vadano al di la di una semplice titolazione del contenuto di THC. Solo così i fitocannabinoidi potranno esser considerati farmaci utili per diverse patologie”.
Il dottor Vidmer Scaioli, neurologo in servizio all’Istituto Besta di Milano, oltre a concentrarsi sull’uso dei farmaci a base dei cannabinoidi in ambito neurologico ha offerto il puto di vista dei pazienti: “I pazienti potenziali candidati alla terapia con cannabinodi lamentano o la non accessibilità mediante prescrizione, o il fatto che non viene loro prescritto il farmaco, o, non infrequente, ricorrono al mercato clandestino. Le pratiche di importazione dall’Olanda sono oggettivamente lunghe, indaginose, ed onerose. Sulla base di segnalazioni di pazienti sono emerse diverse problematiche di accesso alla terapia con cannaboinoidi, tra le quali il rifiuto di prescrizione, la difficoltà ad accedere alle cure od il fatto non secondario di tipo economico per il quale il trattamento con onere a carico del paziente di fatto preclude a molti l’accesso alle cure. Sono emerse altresì limitazioni o controindicazioni, ed infine problematiche di potenziale rischio giuridico, in riferimento al ricorso al mercato illecito od all’autocoltivazione”.
Ha concluso gli interventi Iolanda Nanni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e prima firmataria del progetto di legge presentato dal MoVimento 5 stelle in Lombardia, illustrando la situazione delle leggi nazionali e regionali sull’uso terapeutico dei cannabinoidi.
“Nel mio intervento offro innanzitutto un quadro dell’iter normativo sulle disposizioni in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, a livello nazionale e regionale. La materia infatti è di stretta attualità . Basti pensare al recente varo della Legge Lorenzin n. 79 del 16 maggio 2014, una legge mediocre che resta nel solco disegnato dalla Giovanardi-Fini (bocciata dalla Corte Costituzionale) e incapace di risolvere le criticità legate sia alla somministrazione di farmaci cannabinoidi per uso terapeutico, sia il tassello centrale della depenalizzazione della cannabis ad uso personale. A novembre 2013, grazie al M5S, anche in Lombardia è stato presentato un progetto di legge, tutt’ora in attesa di calendarizzazione per la discussione in Commissione, che ha lo scopo di colmare il vuoto legislativo che non consente la commercializzazione di farmaci a base di cannabinoidi a causa dell’assenza di protocolli attuativi. In Italia infatti i farmaci a base di cannabinoidi di produzione nazionale non sono disponibili in commercio (e neanche la recente Lorenzin è intervenuta in tal senso) e coloro che ne hanno bisogno devono importarli dall’estero. Non esistono protocolli attuativi regionali per la loro commercializzazione tanto che risulta di fatto quasi impossibile, e in ogni caso molto costoso per i pazienti, accedere a queste medicine.
Questo progetto di legge non ha lo scopo di dare giudizi sull’utilizzo di stupefacenti ma ha finalità esclusivamente terapeutiche mirate ad alleviare le gravi sofferenze dei malati: stiamo infatti parlando del diritto alla libertà di cura. E’ necessario finalmente offrire garanzie a quei pazienti che scelgono di alleviare la propria sofferenza. E’ surreale limitare o impedire l’accesso a questi farmaci a chi ne ha davvero bisogno per pregiudizi ideologici e culturali”. E’ stato dato quindi ampio spazio alle domande del pubblico.
Paola Macchi, commissario del MoVimento in commissione III e organizzatrice del convegno commenta: “E’ nostro intento dare informazione obiettiva e approfondita alle persone anche e soprattutto su argomenti considerati spinosi dando la possibilità ai cittadini di intervenire ponendo domande agli esperti . L’ipocrisia che obbliga molte persone sofferenti a procurarsi i cannabinoidi all’estero o addirittura ad acquistarli in modo illegale assumendoli sotto forma di fumo, il veicolo meno adatto per quella che è ormai dimostrato essere una terapia efficace per molte patologie, deve essere sconfitta. Il nostro progetto di legge e questa conferenza informativa si muovono in modo deciso in questa direzione”.