Sul Corriere della Sera di oggi è apparso questo articolo http://bit.ly/1oFZ1PY a firma di Andrea Senesi e dal titolo “La trasparenza dei grillini costa 17 mila euro”. Tanto sarebbe costato, secondo Lombardia Informatica, l’accesso agli atti richiesto dai Consiglieri Regionali M5S al fine di esercitare la necessaria verifica di trasparenza sull’operato della società.
Ci si riferisce alle richieste di documentazione effettuate, in particolare, dal consigliere regionale del M5S Eugenio Casalino nell’ottobre 2013 per alcuni incarichi affidati da Regione Lombardia alla propria società e, nel novembre 2013, per la richiesta di documentazione su operazioni societarie degli anni passati.
La società in questi nove mesi ha prima tentato di mandare documentazione con omissis che la rendeva illeggibile e, solo a seguito di ben due ricorsi proposti al Difensore Regionale (solo in Italia può succedere questo…) ed integralmente accolti, abbiamo ottenuto i documenti richiesti.
Dopo l’ordine di esibizione, Lombardia Informatica ha mandato documentazione generica e insufficiente per una verifica professionale e completa sul come questi incarichi sono stati gestiti e con quali risultati in termini di costi e qualità per i clienti finali della società (ossia l’ente Regione o gli enti del sistema sanitario regionale, quindi, tutti i cittadini lombardi).
Tutto questo è stato già oggetto di precisazioni inviate alla società via PEC, a seguito di una minaccia di querela per diffamazione che il consigliere Casalino aveva ricevuto dal presidente della società ad aprile a seguito di alcune dichiarazioni pubbliche sulla vicenda (si veda qui http://bit.ly/VOD21a).
Ebbene, solo pochi giorni fa il commissario EXPO Sala in visita presso il gruppo consiliare M5S Lombardia ci aveva elogiato per il numero incredibile di accessi agli atti eseguiti e per la competenza dimostrata. Aggiungiamo anche che nel Consiglio Regionale lombardo siamo gli unici che effettuano richieste di accesso agli atti, come costantemente documentato dagli uffici del Consiglio.
Dispiace rilevare come di tutto questo carteggio ufficiale, istituzionale e giuridicamente rilevante, nell’articolo di Senesi non vi sia alcuna traccia; appare chiara l’intenzione di tacciare i “grillini” di essere di intralcio al normale svolgimento delle attività e, per di più, “costare” troppo anche in relazione al fatto che non “caviamo un ragno dal buco”.
In attesa di conoscere, documenti alla mano, in base a quale calcolo Lombardia Informatica asserisce un costo di 17mila euro, appare chiaro come sussistano almeno tre problemi evidenti:
- La società, che si occupa di digitalizzazione, non è attrezzata per una gestione documentale seria ed una gestione della trasparenza sulle sue attività che le permetta, come dovrebbe essere, di dare documentazione con poche risorse economiche a qualunque organo di controllo lo richieda (c’è solo il Consiglio Regionale o nessuno controlla oltre al M5S?);
- La società avrebbe sprecato soldi nel fornire documentazione inservibile per un controllo serio ed efficace del suo operato, come sopra detto;
- Quanto sostenuto dai vertici di Lombardia Informatica e riportato supinamente nell’articolo di Senesi, dimostra il disprezzo per le funzioni istituzionali di noi Consiglieri, per la legge e, in particolare, per il decreto legislativo n. 33/2013 che impone alle istituzioni e società pubbliche totale trasparenza intesa come accessibilità completa alle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo da parte dei cittadini sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Se Lombardia Informatica avesse ottemperato al decreto non ci sarebbe stato alcun bisogno di un ulteriore esborso di risorse (ancora tutto da dimostrare) per consentire a cittadini e rappresentanti politici una efficace azione di controllo.
L’articolo uscito sul Corriere dovrebbe quindi far riflettere a quali problematiche ci troviamo a dover affrontare ogni giorno per svolgere la nostra funzione e garantire ai cittadini la trasparenza e il controllo che la gestione della cosa pubblica richiedono.
Auspichiamo quindi che quanto accaduto con Lombardia Informatica possa fornire lo spunto per tutte le società partecipate e per Regione Lombardia stessa, a dotarsi di sistemi di archiviazione e trasmissione della documentazione in formato digitale.
Quello che è successo è molto deprimente non solo per il gruppo consiliare M5S Lombardia ma anche per tutti i cittadini.
Lasciamo a chi ci legge ogni valutazione su questa assurda vicenda, assicurando che andremo avanti come sempre per garantire trasparenza e legalità.