Pubblichiamo l’intervento del portavoce Mauro Aimi nell’ultimo consiglio comunale sull’argomento Carosello (votazione all’atto di indirizzo per sedersi al tavolo della trattativa con Eurocommercial).
Premettendo che siamo favorevoli a vincoli di tipo paesaggistici già detti, come vincolare la metratura dell’ipotetica espansione a piantumazioni di compensazione (e qui apro una prima parentesi…. bisogna stare attenti a questo tipo di contrattazione perché mentre per cementificare si cedono aree verdi, non si cedono aree cementificate per ottenere aree verdi.… mi spiego?), il nostro atteggiamento non è contrario a prescindere all’espansione del Centro Commerciale Carosello, non tanto per una irresponsabilità da parte del Movimento 5 Stelle come qualche benpensante ha affermato e sicuramente affermerà ancora, ma nutriamo forti perplessità rispetto a questo tipo di installazioni commerciali per le seguenti ragioni:
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Da uno studio Irer (Istituto Regionale di ricerca della Lombardia, che confluisce nell’istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione) del 2006, che ha analizzato 5 casi lombardi, emerge come, in media, la realizzazione di 1.000 mq di superficie di vendita di una grande struttura determini l’uscita dal mercato da 1 a 6 esercizi di vicinato e di circa 230 mq di medie strutture. Nel comparto alimentare l’ingresso di un nuovo competitor di grandi dimensioni ha determinato un’accelerazione delle chiusure (già in corso) di punti vendita di piccole dimensioni. Per il comparto non alimentare l’impatto si è concretizzato in un rallentamento di una dinamica positiva. Per il comparto non alimentare non si assiste all’uscita di imprenditori/occupati dal settore, ma alla riduzione delle potenziali opportunità di imprenditorialità/occupazione: mediamente il 50% dell’impatto riguarda punti di vendita specializzati in abbigliamento e calzature”. (citando il Green Managment Istitute)
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A cui aggiungo uno studio di Confcommercio Lombardia (di novembre 2013) che presenta dati che spiegano l’impatto negativo su economia, lavoro e ambiente del territorio delle grandi strutture di vendita. Nello studio si evidenzia anche il forte effetto negativo per il traffico di autoveicoli e l’impatto occupazionale anch’esso negativo.
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Continuando a parlare di Confcommercio, faccio presente che il sottoscritto ha parlato con il presidente di UNIONE di Cernusco, il quale ha dato un parere inequivocabile: i commercianti del nostro territorio non vogliono questo ampliamento (e qui potrei aprire una parentesi sulla partecipazione e sul pseudocoinvolgimento dei commercianti cernuschesi, ma andrei fuori tema).
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Traducendo quanto appena descritto in termini più ampi e teorici, caliamoci nella realtà locale e andiamo ad eviscerare tutte le ragioni della nostra perplessità, evidenziando gli enormi difetti sia nella forma che nella sostanza.
Prima la forma:
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Perplessi per “come” quest’argomento è stato portato alla cittadinanza. Come un’urgenza, quando qui di urgente non c’è nulla. Tant’è vero che la messa in pratica di quanto proposto da Eurocommercial è previsto per il 2017. Abbiamo chiesto in commissione di prorogare, almeno a settembre, la discussione, ma mi è stato risposto picche. Aggiungendo inoltre che l’amministrazione si è tenuta in un cassetto la lettera di Eurocommercial per oltre un mese e non si capisce come mai oggi c’è carattere d’urgenza.
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Perplessi perché noi abbiamo fatto un sondaggio, a costo zero, tra la cittadinanza e le risposte sono lì da vedere con tutte le varie argomentazioni che i cittadini ci hanno riportato. A nulla vale che il Sindaco ci dica che “sul piano istituzionale io non dovevo nemmeno farlo questo percorso, avrei potuto evitare di chiedere partecipazione” perché se noi, a costo zero, abbiamo sentito i cittadini, voi come amministrazione, con gli strumenti e le risorse umane e materiali di cui disponete, potevate fare molto, ma molto di più. Come ad esempio un referendum consultivo, perché quel regolamento non l’abbiamo stilato per poter dire “quanto bella è la democrazia” ma per utilizzarlo in situazioni di incertezza, come potrebbe essere questa, mentre ora lo si ignora bellamente.
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Poi la sostanza:
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Questo grande movimento in più può generare occupazione? No! Perché i 200 posti di lavoro sventolati non sono altro che una promessa, se non un miraggio, gli studi citati in premessa lo dimostrano. Ma da dove esce quel numero? Gli addetti eventualmente assunti per la nuova megastruttura basteranno a compensare le perdite di lavoro per le chiusure nella rete distributiva esistente? Vi devo ricordare chi è che ha fatto politica promettendo posti di lavoro e di come è andata a finire? No perché l’ultimo e più vicino esempio è l’expo, che tutti i partiti piace tanto sbandierarlo, che aveva stimato tra i 70.000 e 200,000 posti di lavoro e che ad oggi ne ha generati 3442, pari a circa il 5% della stima più bassa possibile. E poi di quale lavoro stiamo parlando? Conoscete probabilmente chi lavora in un centro commerciale …. andate a chiedergli quali sono i suoi termini contrattuali, e come si trova. E poi questo desiderio che queste assunzioni fantasma avvengano per i cernuschesi … e con quali vincoli li obblighiamo a farlo? Con le raccomandazioni? E poi anche se dovessimo ipotizzare che quei posti di lavoro fossero reali incrementandoli in una direzione, perché aumenta la clientela, si avrebbe una contrazione dei posti di lavoro dove la clientela si contrae (vedi appunto il commercio locale)
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E parliamo un attimo anche del fazzoletto di terra compreso tra l’attuale centro commerciale e la tangenziale est comprato proprio da Eurocommercial per una cifra esorbitante rispetto al suo vero valore. A cui si aggiunge il loro ricorso al TAR affinché vengano tolti i vincoli imposti impropriamente dalla (fu?) provincia di Milano. Chissà cosa hanno in mente questi qua, altro che svincoli per denaturare il traffico.
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Parliamo inoltre del parco degli Aironi. E a nulla vale l’osservazione che “tanto ci si va poco” perché un polmone verde non funziona meglio coi presenti, non funziona a presenze umane. Si era detto che si userà la compensazione ambientale per unire il parco degli aironi con il parco di Carugate: peccato che ci sia di mezzo un’arteria stradale. Sollevata la questione in commissione ci è stato risposto che la strada andrà interrata. Bene! Poi mi è capitato di vedere il plastico del progetto e la strada non è per nulla interrata.
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Infine l’unico abbozzo di studio sul traffico prodotto dall’assessore Marchetti ha previstouna crescita del traffico veicolare con i conseguenti problemi per l’inquinamento: secondo lo stesso studio, presentato nell’ultima commissione territorio, l’incremento dei veicoli è stimato in 760 nuove unità / ora. ( e non vorremmo mai dimenticare i mezzi pesanti in entrata e uscita dal complesso commerciale per il rifornimento delle merci).
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Ma ancora parlando di impatto ambientale non solo l’argomento non è preso in considerazione in fase di installazione ma anche quando e se la struttura sarà a regime, nel suo riscaldamento e nella sua refrigerazione.
Concludendo come può dunque il decisore pubblico districarsi da questo groviglio di posizioni?
Innanzitutto attraverso un lavoro di “prevenzione” sfatando i miti, e cioè tramite un accurato lavoro di analisi sociale economica e ambientale del territorio in questione, in cui coinvolgere la comunità, per valutare le possibili prospettive di sviluppo del territorio, e non per giustificare scelte già in atto: le opzioni per lo sviluppo del territorio possono essere molteplici, e non devono per forza implicare la costruzione di una nuova struttura, commerciale o di altra natura. Lo studio e la pianificazione degli obiettivi prima delle decisioni quindi. E il monitoraggio ex post degli impatti dell’insediamento della prima versione del Carosello. Queste sono le strade che possono consentirci di validare la metodologia utilizzata, valutare l’efficacia degli interventi di mitigazione, intervenire con strumenti di correzione.
Ma poiché non esiste nessuno di questi lavori d’analisi chiediamo il rinvio della votazione di quest’atto di indirizzo, l’immediato avvio di questi monitoraggi e ottenuti questi dati la messa in essere di un referendum consultivo comunale.
Ovviamente la richiesta non è stata nemmeno presa in considerazione, nemmeno da un altro Consigliere. Il voto finale all’atto di indirizzo è stato 10 favorevoli, tutta la maggioranza PD (comprese le liste civiche Vivere Cernusco e Sinistra per Cernusco), due contrari (M5S e la lista civica Persona e Città) due astenuti (il Pdl o Fi quel che è).