Esprimiamo il nostro rammarico e disappunto per la richiesta di Silea Spa di incrementare la quantità di rifiuti inceneribili dal forno di Valmadrera portando la sua capacità massima di utilizzo dalle 87.000 tonnellate annue alle 123.000 tonnellate annue, il tutto in spregio della volontà manifestata dal Consiglio Comunale di Valmadrera che nella seduta dello scorso 16 luglio aveva espresso parere contrario.
Non condividiamo assolutamente la scelta di Silea Spa, che a nostro giudizio non ha alcun fondamento concreto, dal momento che oggi la capacità del forno inceneritore è già ampiamente sovradimensionata rispetto alle esigenze del territorio lecchese e dei comuni soci di Silea Spa. Ricordiamo, come il territorio lecchese, con tendenza costante, ha prodotto negli ultimi sette anni una frazione destinata all’incenerimento pari ad una valore compreso tra le 61.000 e le 52.000 tonnellate annue, con una costante tendenza al ribasso, confermata anche dai dati 2013, vicina alle 52.000 tonnellate. Il Forno inceneritore di Valmadrera è già, quindi, ampiamente sovradimensionato.
Questa richiesta di Silea tende a nascondere gravi errori di programmazione strategica e di investimenti sbagliati. Invece di intervenire per garantire sempre più e sempre meglio la sicurezza e la salute dei cittadini di Lecco, Valmadrera e dintorni, si è preferito rincorrere un sovradimensionamento eccessivo rispetto alle esigenze del territorio.
Ora lo scenario è quello che, alla luce della richiesta di Silea, oltre 50.000 tonnellate annue di rifiuti da bruciare dovrebbero essere importate da altre provincie o regioni, siano essi rifiuti urbani o i molto più pericolosi rifiuti industriali speciali e rifiuti speciali ospedalieri del cui smaltimento, al di là delle necessità territoriali, il forno di Valmadrera già si fa ampio carico. Invece di ridurre tale tendenza ora Silea chiede di ampliarla, il tutto con gravissimi danni e scarse tutele per la salute dei cittadini del territorio lecchese.
E’ infatti ormai acclarato che gli inceneritori, in particolare quelli di ultima generazione producono elevatissime quantità di polveri ultra sottili e nano-particelle ad elevato potere cancerogeno, non intercettabili nemmeno dai più moderni filtri. Per coprire errori di pianificazione e programmazione societari e giustificare evidenti inutili investimenti si mette a rischio la vivibilità dei nostri territori.
A queste scelte noi diciamo basta! A queste scelte noi ci opponiamo e chiediamo che i vertici societari ne siano chiamati a rispondere. Non rimarremo impotenti osservatori della trasformazione del nostro territorio nella pattumiera regionale!
Ribadiamo che l’alternativa all’incenerimento, per noi, non è la discarica. La nostra idea non è quella di chiudere Silea Spa, ma chiediamo che l’Azienda, e le Amministrazioni Comunali che sono socie, si facciano promotrici del cambiamento verso una gestione virtuosa dei rifiuti in linea con le direttive europee e con la strategia Rifiuti Zero.
E’ necessario ripensare completamente il ciclo di gestione dei rifiuti, trasformando gli stessi in una risorsa dalle positive ricadute occupazionali. E’ necessario applicare un modello innovativo, basato sulla selezione e sul trattamento biomeccanico a freddo (TMB), che recuperi ulteriori materiali dal rifiuto urbano residuo, creando una sinergia virtuosa con l’azienda affidataria della raccolta ed incentivando le buone pratiche di riduzione del rifiuto prodotto.
L’investimento verso il recupero dei materiali è economicamente meno rischioso e meno invasivo dal punto di vista ambientale oltre che vantaggioso per la salvaguardia (se non incremento) dei posti di lavoro, rispetto al ventilato “teleriscaldamento”, progetto inutile e costoso che legherebbe indissolubilmente il territorio lecchese alla necessità di importare da fuori provincia e fuori regione elevate quantità di rifiuti per poter garantire la piena funzionalità al forno.
Le stesse criticità riscontrare nel territorio lecchese emergono in tutta la nostra regione.
Se la volontà politica di chi governa la Lombardia è quella di trasformarla in un terminale nazionale dello smaltimento dei rifiuti tramite incenerimento, che lo si dica chiaramente ed eventualmente si lasci ai lombardi la facoltà di deciderlo mediante referendum.
Siamo ansiosi di conoscere gli allegati tecnici e gli studi di fattibilità che hanno portato a questa decisione che a nostro giudizio non ha alcuna aderenza con gli attuali livelli di rifiuti prodotti, stante anche l’ampio margine di miglioramento della raccolta differenziata e di conseguenza il minor quantitativo di rifiuti da avviare ad incenerimento.
A nostro avviso la richiesta di Silea Spa ed il preliminare parere favorevole della Conferenza dei Servizi contrastano con il contenuto della mozione del Consiglio Regionale della Lombardia, deliberata all’unanimità in data 03/12/13 ad oggetto “Risoluzione inerente al programma regionale dei rifiuti (PRGR)” che, per effetto della riduzione progressiva del rifiuto urbano dovuta all’incentivazione delle raccolte differenziate, ha approvato la disattivazione progressiva di alcuni impianti di termovalorizzazione e delle singole linee di incenerimento, rendendo difatti non più percorribile la realizzazione di nuove reti di teleriscaldamento.
Poniamo infine all’amministrazione di Silea Spa alcune semplici domande che non mancheremo di inoltrare anche a mezzo dei nostri consiglieri comunali e regionali.
Silea Spa dove intende reperire le altre 50.000 tonnellate di rifiuti necessarie a sfruttare la piena capacità industriale, dal momento che oggi il territorio lecchese ne produce poco più di 52.000 e oltre 20.000 vengono già importate da soggetti diversi dai comuni soci?
Che tipologia di rifiuti intende incenerire e che provenienza hanno?
Ribadiamo: per noi la salute dei cittadini viene prima di qualsiasi efficientamento societario!
Attivisti MoVimento 5 Stelle Lecco – Galbiate – Mandello – Merate – Valmadrera – Calolziocorte – Ballabio