Siamo oramai alla fine di settembre, per chi è fortunato un nuovo anno lavorativo è già ricominciato. Come sempre è di nuovo il momento di fare i conti con i soliti problemi. Problemi a volte banali, come la corsa all’acquisto dei libri scolastici per i nostri figli. Ma anche problemi per alcuni molto più seri, dalla cui soluzione possiamo affermare senza retorica dipende la vita stessa e la dignità delle persone.
Stiamo parlando della situazione della ex-Polenghi di Lodi, ora Newlat. Società storica legata all’identità stessa del lodigiano. Società in passato regalata a uno dei tanti “capitani coraggiosi” della nostra imprenditoria, il patron della Newlat, Angelo Mastrolia.
Impresa che dall’essere fiore all’occhiello a livello internazionale, fonte di vanto non solo per il nostro territorio, ma per tutta l’Italia, è ora sul punto di scomparire ed esser cancellata a causa di una gestione a nostro parere inadeguata.
Gestione che ha portato alla situazione attuale, dove le poche decine di dipendenti sopravvissuti sul territorio lodigiano stanno ora lottando, con la forza della disperazione, non più per il loro posto di lavoro, ma solo per poter accedere a una nuova trance di cassa integrazione per altri dodici mesi. Cioè quanto potrà permetter loro e alla loro famiglia di sopravvivere ed avere ancora una speranza nel futuro. Questi lavoratori sono in presidio permanente da tempo davanti ai cancelli della loro ditta, ignorati dai più.
Mentre dichiarazioni sempre più minacciose dell’attuale proprietario minacciano l’immediato licenziamento di 48 dipendenti se lo sciopero non sarà terminato lunedì mattina.
Ciò che i lavoratori chiedono e il ritiro dei 20 licenziamenti e l’apertura della cassa integrazione guadagni straordinaria per il sito, come da richiesta della Regione Lombardia Ad oggi intanto non vi è riscontro alcuno da quella politica che di norma si riempi la bocca di belle parole quando si tratta di far promesse prima delle elezioni, ma si fa invisibile e silenziosa, distratta ed introvabile quando le si chiede conto delle stesse.
Politica che promette impegno, che promette di non lasciar soli, di esser presente. Stiamo parlando di quei “pezzi da novanta” del lodigiano, uomini come l’onorevole Guidesi , o ancor di più come l’onorevole Guerini.
Onorevole Guerini, colui che è andato a Roma per far sentire la voce del lodigiano, ma che pare ad oggi essere il primo a non ascoltarla. Colui che aveva preso parola di impegnarsi in maniera forte per la soluzione di questa crisi, ma naturalmente parliamo del tempo prima delle elezione. Quel tempo così particolare, nel quale frasi del tipo “ci penseremo noi”, “stiamo lavorando per voi”, “non sarete dimenticati”, sono distribuite a piene mani.
Due uomini, gli onorevoli Guerrini e Guidesi firmatari di una interrogazione parlamentare che pare essersi persa nei meandri della politica romana. Oppure, ma è solo nostra idea, in impegni per loro più importanti del destino di poche decine di lavoratori del loro territorio. Impegnati come forse il giocare un ruolo tanto attivo nello smantellamento delle garanzie che ancora a tanti fornisce l’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Luca Degano
Movimento 5 stelle Lodi.