Ieri, l’Assessore regionale alla Casa, Housing Sociale e Pari Opportunità Paola Bulbarelli ha invitato le donne vittime di violenza a rivolgersi ai 21 centri antiviolenza presenti in Lombardia, dove saranno accolte da personale qualificato e competente e ha promesso di aprirne altri 23 entro la fine della legislatura.
Paola Macchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Lombardia, ha preso carta e penna e ha scritto all’Assessore. Nella missiva si legge: “Ho letto con molto piacere le sue dichiarazioni alla stampa riguardo il supporto da dare alle donne vittime di violenza, in cui consigliava loro di rivolgersi ai 21 centri antiviolenza già presenti in Lombardia, promettendo anche di farne altri 23 entro la fine della legislatura.
Sono certa quindi che potrà apprezzare il progetto di legge che allego alla presente che riguarda l’attivazione del Codice rosa nel pronto soccorso delle Aziende ospedaliere pubbliche.
È un progetto già attivo nella regione Toscana da qualche anno, in Lombardia esiste un progetto pilota all’ospedale di Legnano che però è stato avviato con soldi provenienti da un’associazione privata e quindi ha chiaramente carattere di temporaneità; oltretutto è rivolto esclusivamente alle donne mentre invece il nostro progetto di legge vuole rivolgersi a tutta quella platea di persone su cui viene fatta sempre più frequentemente violenza, gli anziani i bambini […] Preso atto della sua sensibilità sull’argomento sono a chiederle di promuovere presso la Giunta una delibera che preveda la messa a sistema di un percorso dedicato a queste persone così provate dalla vita”.
Per Macchi, “Con le dichiarazioni retoriche contro la violenza alle donne e con le promesse non andiamo da nessuna parte, abbiamo quindi pensato di farle una proposta concreta, inviandole il testo del nostro Pdl “Istituzione del Codice Rosa in Regione Lombardia” che chiede di Istituire percorsi di accoglienza specifici nei Pronto Soccorso delle aziende ospedaliere pubbliche per le persone che hanno subito violenza sessuale o domestica”.
“Abbiamo preso a modello la Toscana, regione in cui è partito un progetto pilota nel 2010, che si è poi esteso a tutta la regione”, afferma la Consigliere e prosegue, “La nostra proposta va nella direzione della legge lombarda emanata nel 2012 sugli interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore delle donne vittime di violenza, perché ad oggi le donne sono le più colpite, ma in realtà il Codice Rosa è pensato per tutti coloro che subiscono violenza, indipendentemente dal genere e dall’età. Ci auguriamo che l’assessore Bulbarelli sposi lo strumento del Codice rosa che segnerà un cambio di passo nelle politiche di tutela delle persone fragili”.