La settimana scorsa, al consiglio regionale lombardo, si è tenuta una demoralizzante sessione del Gruppo di Lavoro per la regolamentazione delle “sagre”.
Il GdL, istituito lo scorso Luglio in seno alla commissione IV (attività produttive e occupazione), ha il compito di affrontare l’ormai annosa problematica sollevata dal proliferare di manifestazioni con annessa somministrazione di alimenti e bevande attraverso “autorizzazioni temporanee” il cui rilascio è attualmente sottoposto al completo arbitrio dei Comuni. Titolari di bar, osterie e ristoranti sono da anni sul piede di guerra per la sistematica concorrenza che – specie nelle stagioni estive – devono subire a opera di soggetti che, valendosi di speciali normative, esercitano la loro stessa attività senza però dover emettere scontrini, assumere dipendenti con regolari contratti di lavoro e rispettare le rigorose norme igienico-sanitarie previste per le imprese.
Il turismo non è solo un settore tra i più prosperi e promettenti dell’economia lombarda, ma è una risorsa indispensabile per valorizzare il nostro territorio, il suo ambiente e le sue tradizioni. I pubblici esercizi costituiscono una risorsa fondamentale di questo “eco-sistema” e oggi, già alle prese con una crisi che ha portato all’osso i consumi, devono anche vedersela con queste forme di concorrenza sleale. Il Consigliere Dario Violi, come promesso in campagna elettorale, è dunque intervenuto con un progetto di Legge dove ha proposto un bilanciamento tra gli interessi degli imprenditori del settore e quelli di coloro che organizzano questi eventi per raccogliere fondi o per altre finalità associative; iniziative – quest’ultime – che vanno comunque tenute distinte da quelle costituite da quelle manifestazioni che, per le loro caratteristiche, riescono effettivamente a valorizzare l’attrattività del territorio, a tutto vantaggio delle imprese che, spesso, ne sono tra le principali promotrici.
Gli altri gruppi politici – anche quelli che, come Lega e Forza Italia – sono sempre pronti a schierarsi, con le loro parole, dalla parte delle piccole imprese, hanno prontamente insabbiato la nostra iniziativa, proponendo l’istituzione di un Gruppo di Lavoro dove la maggioranza ha optato per una blandissima risoluzione con cui chiedere un intervento della giunta per stabilire limiti ridicoli come, per esempio, quello di 20 giorni per la durata di ciascuna autorizzazione temporanea… che però può essere rinnovata senza alcun intervallo di tempo!
La ciliegina sulla torta è però arrivata stamattina, quando abbiamo presentato una risoluzione alternativa sul tema, nella quale – piuttosto che presentare soluzioni fasulle – proponevamo un passo indietro per condurre un’analisi scientifica sul fenomeno, misurandone l’effettivo impatto sul territorio e sulle imprese attraverso il coinvolgimento delle Camere di commercio. Ebbene, i nostri interlocutori ci hanno accusati – al contempo – di ostruzionismo e di scarsa partecipazione all’attività del Gruppo di Lavoro, dove, però, si continua solo a chiacchierare.. noi, intanto, andiamo avanti coi nostri provvedimenti, quantomeno per dimostrare alle piccole imprese chi è dalla loro parte coi fatti e chi, invece, lo è solo a parole.