Oggi 16 ottobre l’Assessore Regionale all’Ambiente Claudia Terzi ha risposto in seduta di Commissione all’interrogazione (scarica qui) presentata dal M5S Lombardia sull’iter autorizzativo del progetto di discarica di amianto presso la ex Cava Villa di Cava Manara (PV).
Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S e prima firmataria dell’interrogazione dichiara: “Ancora una volta l’Assessore Terzi non si assume la responsabilità politica di fermare un progetto devastante per il territorio; ricordiamo tutti il caso del progetto di discarica di amianto a Ferrera Erbognone. In quell’occasione la Terzi dichiarò la propria contrarietà al progetto per poi essere smentita pochi giorni dopo dagli uffici tecnici, come se gli uffici tecnici di Regione Lombardia si muovessero senza un avallo o un indirizzo politico. Anche nel caso di Cava Manara, la Terzi deresponsabilizza l’Assessorato all’Ambiente facendo ricadere sui tecnici ogni responsabilità sull’iter di approvazione che riprenderà nella Conferenza dei Servizi prevista per il prossimo 21 ottobre. Nello specifico, l’interrogazione richiama il motivo ostativo alla prosecuzione dell’iter, costituito dalla presenza di un cavo irriguo: è proprio la legge regionale ad imporre una fascia di rispetto di 10 metri dai corsi d’acqua per qualsiasi tipo di discarica; il progetto di Cava Manara viola tale fascia di rispetto. Questo motivo sarebbe di per sé sufficiente ad invalidare l’intera procedura interrompendo immediatamente l’iter autorizzativo, come richiesto dal M5S.”
“Nella sua risposta – continua la Nanni – l’Assessore Terzi ha riconosciuto la validità della nostra argomentazione, e al contempo si è avvalsa di una consulenza giuridica non vincolante dell’Avvocatura di Regione Lombardia per sostenere che è possibile procedere con l’iter autorizzativo rimandando a una futura ipotetica contrattazione fra privati e Comune lo spostamento del cavo irriguo che impedirebbe de facto l’insediamento della discarica di amianto. Riteniamo tale argomentazione infondata poiché, come dichiarato in seduta, un motivo ostativo non può essere aggirato in sede autorizzativa rimandando a una futura contrattazione privata per sanare ex post l’irregolarità della procedura. In difficoltà di fronte a questa nostra osservazione, l’Assessore Terzi si è trincerata dietro il parere non vincolante dell’Avvocatura regionale secondo il quale il progetto di discarica, se classificato di “pubblica utilità”, potrebbe prevedere addirittura l’esproprio del cavo irriguo e un procedimento in deroga del PGT di Cava Manara. Questa ci pare una vera e propria forzatura del principio di pubblica utilità che nel nostro ordinamento, a partire dalla Costituzione, è previsto per casi di tutt’altra natura rispetto all’insediamento di una discarica proposta da un soggetto privato con finalità di profitto privato. E’ sorprendente che l’Avvocatura regionale renda un parere giuridico che non tiene in nessun conto le caratteristiche del territorio sul quale si intende insediare detta discarica, come il territorio pavese, né i criteri escludenti che indicano il terreno argilloso come più idoneo per la progettazione di dette discariche.
Il territorio pavese è già gravato dalla drammatica piaga dell’Ex Fibronit con morti per amianto che purtroppo si contano a tutt’oggi, e recentemente c’è stata l’autorizzazione alla VIA per un’altra discarica di amianto a Ferrera Erbognone. Se ora dovesse essere data l’autorizzazione anche alla discarica di Cava, si avrebbe un oggettivo sovradimensionamento della capacità di smaltimento dell’amianto con conseguente gravissimo impatto sulla salute e su vaste aree di terreni agricoli e risicoli di pregio che costituiscono un polmone verde per la nostra cementificata regione. A nostro parere, in questa situazione, più che di pubblica utilità si dovrebbe parlare di privata speculazione”
“Infine – conclude la Nanni – prendiamo atto che il PD ancora una volta a chiacchiere si dice contrario a questi progetti devastanti per la salute e l’ambiente, mentre a fatti vota a favore: la Provincia di Pavia (in quota PD) si è dichiarata “NON SFAVOREVOLE” che in italiano corrente significa “FAVOREVOLE”. Tutto ciò in netta contrarietà alla volontà espressa dal territorio, i cui interessi dovrebbe rappresentare, a partire dai Comuni interessati, dai Comitati ambientalisti e dai cittadini che si sono mobilitati con una raccolta firme”