Il vecchio inceneritore di Desio è tra i forni lombardi che sarebbero fisiologicamente destinati alla dismissione o alla riconversione in impianti più puliti finalizzati al recupero di materia dai rifiuti, se non ci fosse di mezzo, come sempre accade, lo zampino della politica. Ed è così che in Brianza il PD s’inventa il “delitto perfetto” per salvare il forno di Desio a discapito dei Comuni soci di CEM Ambiente.
Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, dichiara: “Il PD sta orchestrando un’operazione che prevede la fusione tra Bea e CEM per mettere in sicurezza il forno e, tramite una sorta di vitalizio a spese dei Comuni, garantirgli lunga e prosperosa vita per i decenni a venire, al riparo dai marosi di un mercato sempre più ristretto e aggressivo. Fallito il tentativo di appioppare l’inceneritore a fine vita a Gelsia, ora ci stanno provando con CEM, l’altra grande società pubblica che gestisce la raccolta differenziata in 49 Comuni della Brianza Est e di parte della Provincia di Milano”.
“Vogliono ampliare il bacino da cui attingere i rifiuti da bruciare (sempre più scarsi a causa delle politiche virtuose di raccolta differenziata) al territorio servito da CEM. CEM in cambio si occuperebbe della raccolta differenziata anche dei comuni soci di BEA, facendo di fatto fuori Gelsia. In questo modo BEA si porterebbe a casa in tutta sicurezza e tranquillità una dote annuale di 57 mila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati provenienti dai Comuni soci di CEM e oggi indirizzati all’impianto di Trezzo. E così, grazie al PD, il forno di Desio, da vecchio catorcio a fine vita si trasformerebbe improvvisamente in uno degli impianti più “blindati” e foraggiati d’Italia, avendo monnezza garantita a volontà”, continua Corbetta.
“I vertici del PD brianzolo stanno intortando i sindaci dei comuni soci di CEM con le solite baggianate sul mitico “ciclo integrato” dei rifiuti, in base al quale è bene avere una unica società in grado di gestire sia la raccolta che lo smaltimento. La logica dimostra che unire in una sola società la raccolta differenziata e lo smaltimento è invece un errore clamoroso e lo capirebbe anche un bambino di quinta elementare. Con la fusione dei due servizi non potrà mai esserci innovazione ed evoluzione virtuosa del sistema. In questo matrimonio, non c’è nessuna convenienza per CEM, i cui comuni soci finirebbero per pagare il conto del revamping dell’inceneritore desiano. Speriamo che i sindaci dei Comuni soci di CEM capiscano che li stanno fregando.” conclude Corbetta.
Per approfondimenti si veda il seguente link:
http://gianmarcocorbetta.it/2014/10/colpo-gobbo-dei-furbetti-dellinceneritorino-di-desio/