Innanzitutto evidenziamo che il comunicato dell’ASL (allegato) non smentisce una singola parola di quanto abbiamo riportato nella nostra denuncia; e non poteva essere altrimenti. Le diossine contenute nelle uova di Desio sono 21 volte superiori al limite di legge e per il 61% di queste diossine l’origine è ignota.
A Desio il valore delle diossine è incredibilmente alto. E’ vero che un singolo campionamento non ha valore statistico, ma ha valore in sé, essendo un caso su uno, pertanto avrebbe dovuto essere considerato quanto mento un campanello d’allarme. Si sarebbero dovuti effettuare immediatamente studi più approfonditi ed estesi ad altri allevamenti di Desio e invece pare non si sia fatto nulla.
Prendiamo atto che l’ASL ha emanato note informative, trasmesso i dati ad Arpa, Provincia e Comuni, organizzato una campagna informativa con locandine, opuscoli e comunicati stampa, informato gli allevatori interessati e vietato loro di consumare le uova per 120 giorni, ma ci viene da dire: tutto qui? Si sperava forse che la diossina dopo 120 giorni sarebbe magicamente sparita? L’ASL è tornata a fare controlli in quegli stessi allevamenti dopo tale periodo? Non risulta.
Troppo facile per gli enti preposti (ASL e/o ARPA) avvisare che c’è la diossina ma
1) non fare nulla per capire da dove arriva e
2) non fare nulla per porre rimedio all’inquinamento.
Noi un’ipotesi sull’origine della diossina l’abbiamo fatta: il forno inceneritore che dista solo 2 km dall’allevamento. Se qualcuno ha altre ipotesi le tiri fuori. E si cominci a indagare seriamente.
Ricordiamo che il Consiglio Comunale di Desio già quattro anni fa – guarda caso su proposta del MoVimento 5 Stelle – aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno che prevedeva a) l’analisi dei terreni circostanti l’inceneritore, b) la bonifica degli stessi in caso di inquinamento conclamato e c) un’accurata indagine epidemiologica presso i cittadini desiani per accertare gli effetti dell’inceneritore sulla salute dei cittadini. Il tutto doveva essere fatto entro il 30 giugno 2011, ma nulla di ciò è stato realizzato. Se il sindaco avesse dato seguito all’ordine del giorno, almeno in parte, oggi forse avremmo qualche certezza in più e molte domande senza risposta in meno.
Ora porteremo queste richieste in Regione e in Parlamento. E chiederemo conto anche dell’operato dell’ASL e dell’Arpa.
Questo giovedì il presidente della Provincia e i sindaci soci di Bea si riuniranno per dare vita al processo di fusione tra Bea e Cem Ambiente, un progetto con finalità tutte politiche che, contro ogni logica, serve solo per tenere in vita il forno per altri 20 anni con i rifiuti del vimercatese e dell’est Milano.
Chiediamo ai soci Bea di non portare avanti questo miope e sciagurato progetto e di non spendere più un euro per il rifacimento del forno e per l’ampliamento della rete di teleriscaldamento.
E’ giunto il tempo di convertire l’inceneritore in un impianto più pulito e di seguire la strategia Rifiuti Zero. A chiederlo insieme a noi moltissimi cittadini della Brianza che stanno firmando ai nostri banchetti la Petizione per la chiusura definitiva del forno.
Gianmarco Corbetta – Consigliere Regionale Lombardia MoVimento 5 Stelle
Paolo Di Carlo – Consigliere Comunale Desio MoVimento 5 Stelle