La legge proposta dal Movimento 5 Stelle della Lombardia e approvata dal Consiglio regionale introduce la possibilità d’indire in Regione Lombardia una consultazione elettorale con modalità informatizzate. L’opportunità è prevista in prima battuta al solo referendum consultivo, in modo che possa costituire un banco di prova alla possibilità di estendere il voto elettronico anche ad altri tipi di consultazione del corpo elettorale.
La Legge, dopo aver stabilito che il voto informatico deve garantire il rispetto dei principi sanciti per il diritto di voto dall’articolo 48 della Costituzione repubblicana e aver determinato le modalità di attuazione del referendum consultivo, assegna alla Giunta regionale il compito di emanare, previa intesa con i soggetti istituzionali necessariamente da coinvolgere per intervenire con modifiche sul sistema elettorale, un regolamento regionale che specifichi nel dettaglio le caratteristiche tecniche sul funzionamento del voto elettronico.
IL VOTO ELETTRONICO IN PILLOLE
Che cosa è il voto elettronico?
Sono sistemi elettorali automatizzati tutti quei sistemi di votazione che si avvalgono di tecnologie che consentono lo spoglio automatico dei voti espressi dagli elettori, senza la necessità che gli scrutatori verifichino la preferenza espressa in ogni singolo voto. I primi prototipi, degli anni 60 erano semplici apparecchiature meccaniche che interagivano con prestampati forabili. Oggi tutte le tipologie di voto elettronico sono alimentate elettronicamente.
Vantaggi del voto elettronico
L’automatizzazione dello spoglio elettorale, riducendo l’impiego di scrutatori, determina votazioni più rapide ed economiche. I benefici del voto elettronico si manifestano all’inizio e alla fine delle votazioni.
Oltre al contenimento della spesa, l’eliminazione delle schede cartacee porta a una riduzione dell’impatto ambientale causato dalla votazione stessa, sia per la mancata necessità di produrre schede, sia per l’eliminazione del trasporto delle stesse nelle varie sedi di voto.
Il voto elettronico inoltre offre maggiori garanzie di trasparenza delle operazioni elettorali rispetto a quello tradizionale e, semplifica le operazioni degli elettori riducendo errori involontari che invalidano l’espressione della volontà dell’elettore e annulla i margini di interpretazione delle schede nulle.
Il voto elettronico rappresenta inoltre, in termini generali, uno dei principali terreni di sperimentazione dei nuovi diritti di cittadinanza e un terreno di frontiera per la conquista del diritto alla partecipazione del cittadino in maniera più diretta alla vita pubblica e politica.
Diverse modalità di voto elettronico
Voto online o voto remoto. Il primo modello consente virtualmente l’eliminazione dei seggi elettorali: ciascun elettore può votare tramite un PC o un dispositivo mobile, utilizzando strumenti simili alla posta certificata dotata di tecnologie di sicurezza aggiuntive come codici crittografati (come in alcune regioni australiane e cantoni svizzeri) o carte di servizio dotate di micro-processori da inserire in appositi lettori (come in Estonia). Il secondo modello (ben più diffuso: Brasile, India, Stati Uniti, Venezuela) necessita di seggi allestiti con macchinari che non sono connessi a internet.
Sistema aperto o secretato. Per via di questioni connesse alla tutela della proprietà intellettuale dei realizzatori del software, nonché alla sicurezza del sistema, la maggior parte dei Paesi (Brasile, India, USA) si avvale di programmi che non vengono resi di pubblico dominio. In controtendenza, l’Australia è dotata di un sistema open source, da chiunque testabile a garanzia della sua solidità.
IL VOTO ELETTRONICO IN ITALIA E NEL MONDO
L’esperienza statunitense
Negli Stati Uniti gli elettori hanno a disposizione diverse modalità per votare: per posta, recandosi alle urne tradizionali o usando dispositivi elettronici. Nel 2009 si sono tenute le prime elezioni completamente digitali per il rinnovo dell’amministrazione di Honolulu, nello stato delle Hawaii: ogni elettore ha ricevuto un codice con il quale accedere a un sito dove esprimere la propria preferenza.
Nel 2012, per la prima volta, anche Google e Facebook hanno consentito ai votanti di usare le relative credenziali per autenticarsi al sistema elettorale. A parte questo caso, il voto su Internet non è ancora ammesso per le elezioni statali e federali.
L’esperienza brasiliana
Il sistema elettorale automatizzato del Brasile, sviluppato dal Tribunale Supremo Elettorale (TSE) con la collaborazione di vari colossi informatici (tra cui anche IBM e Microsoft), è stato utilizzato per la prima volta nel 1996, ed è diventato l’unico sistema impiegato nel Paese fin dal 2000.
Il sistema, ormai evolutosi, è di tipo remoto: registra i voti espressi su una memoria magnetica connessa a un server centrale al quale sono collegate varie postazioni di voto di ciascun seggio. I partiti politici hanno accesso al software alcune settimane prima delle votazioni e sino a oggi non ci sono state segnalazioni di frodi elettroniche.
Il sistema di voto brasiliano gestisce inoltre anche l’identificazione dei votanti, verificando la legittimità dei loro documenti (dal 2012 alcuni seggi sono stati dotati di postazioni in grado di leggere le impronte digitali dei votanti).
Il Brasile ha affittato ad altri Paesi le proprie macchine per alcune elezioni (Paraguay ed Ecuador) e ha annunciato l’interesse a esportarle.
L’esperienza australiana
L’Australia ha risposto alle esigenze del voto elettronico da parte del piccolo Territorio federale della Capitale Australiana (ACT), con circa 360mila abitanti di cui gli aventi diritto al voto sono circa 170mila con L’Electronic Voting and Counting System (eVACS®). L’eVACS è il primo e per il momento unico software open source scritto utilizzando Linux per il voto elettronico ad essere stato sperimentato a partire dal 2001 in tre assemblee legislative e in due surroghe a seguito delle dimissioni degli eletti. Il successo dell’esperimento e i vantaggi riconosciuti sono stati tali che l’Australian Capital Territory non tornerà più indietro.
Lo sviluppo di eVACS, i cui fondamenti legali si trovano nella legge elettorale del 1992 (modificata e approvata il 5 dicembre del 2000 per includere il voto elettronico), e l’efficace attuazione del voto elettronico rappresentano il culmine di un progetto ampio e complesso avviato dopo l’elezione dell’assemblea legislativa del 1998. A seguito dell’ultima assemblea del XX secolo è apparso indispensabile passare al voto elettronico per velocizzare il processo di conteggio dei voti del sistema elettorale “Hare-Clark” di tipo proporzionale (ideato nel 1859) eliminando il rischio di errori umani e per permettere di votare senza assistenza (indispensabile per il modello italiano) anche ai disabili come i non vedenti. Dopo aver valutato tutte le proposte, la Commissione del territorio federale non ha ritenuto opportuno utilizzare internet per il voto nelle elezioni del 2001 fino al 2008, ma l’utilizzo di internet per il voto è il prossimo passo in ambito di e-democracy che l’ACT intende fare.
L’esperienza estone
L’Estonia, nel 2005 è stata la prima nazione al mondo a tenere elezioni nazionali attraverso un sistema di voto elettronico.
Gli elettori effettuavano il login su di un personal computer e accedevano poi a un’applicazione di voto per cui era necessario utilizzare la smart card ID dell’elettore e un codice PIN univoco.
Più di un quarto della popolazione Estone ha votato online.
L’esperienza svizzera
In occasione della votazione popolare federale del 30 novembre 2014, dodici Cantoni hanno offerto la possibilità di votare elettronicamente. Dal primo test di voto elettronico del 26 settembre 2004, il canale di voto elettronico è stato offerto fin qui 31 volte nell’ambito di uno scrutinio a livello nazionale. Il canale di voto elettronico è stato inoltre messo a disposizione degli elettori nell’ambito di scrutini a livello cantonale e comunale. I Cantoni di Ginevra e Neuchâtel, oltre agli Svizzeri residenti all’estero iscritti nelle liste elettorali hanno offerto la possibilità di votare elettronicamente anche ad aventi diritto di voto svizzeri residenti nei loro Cantoni. Negli altri Cantoni (Berna, Lucerna, Friburgo, Soletta, Basilea Città, Sciaffusa, San Gallo, Grigioni, Argovia e Turgovia) hanno potuto votare elettronicamente solo gli Svizzeri residenti all’estero. Dei circa 170000 cittadini che avrebbero potuto votare via Internet, 27586 si sono effettivamente avvalsi di questa possibilità. Nei 12 Cantoni che hanno partecipato alle prove di voto elettronico, fino al 67.88% dei votanti svizzeri residenti all’estero si sono serviti del nuovo canale di voto. I circa 170000 aventi diritto di voto ammessi alla prova corrispondono al 3% dell’elettorato svizzero nel suo complesso.
Il voto elettronico in Italia
Alcune Istituzioni italiane hanno sperimentato il voto elettronico. In Trentino per esempio, la sperimentazione è stata realizzata nell’ambito di ProVotE, un progetto che rappresenta un primo passo per dare attuazione all’ articolo 84 della legge provinciale 2/2003, Norme per l’elezione del Consiglio provinciale e del Presidente della Provincia. L’articolo della legge provinciale prevede l’automazione delle procedure di voto e di scrutinio per le elezioni provinciali e i referendum di competenza provinciale. L’automazione delle procedure elettorali in Trentino è stata testata per la prima volta nel corso delle elezioni comunali del 2005 e 2006, utilizzando un sistema che permette di manifestare la propria indicazione di voto su una scheda elettronica attraverso un apposito touch screen. Il 7 maggio 2013 i comuni pugliesi di Melpignano e Martignano hanno sperimentato il voto con urna elettronica.