A causa del rifiuto del PD e della Lista civica Umberto Ambrosoli, non sarà possibile presentare la mozione di censura predisposta dal M5S Lombardia all’Assessore alla Casa, Housing sociale, Expo 2015 e Internazionalizzazione delle imprese Fabrizio Sala, il cui nome compare in vari atti giudiziari (indagini Clean City di Monza, sulla cupola degli appalti Expo, sulle bonifiche fasulle dei terreni in Brianza). Sala è stato recentemente interessato da una inchiesta de L’Espresso in cui si riportavano conversazioni telefoniche del 2010 tra lo stesso Sala e Angelo Narducci, imprenditore edile condannato a gennaio in primo grado ad un anno e quattro mesi per false bonifiche avvenute sul territorio della Provincia di Monza e Brianza, che rivelerebbero che tra i presunti beneficiari dei “favori” resi da Narducci possa esserci anche l’Assessore, il tutto in un contesto di preoccupante commistione tra la funzione pubblica e gli interessi privati di un controllore (l’allora assessore competente per le bonifiche Sala) e un controllato (l’imprenditore che deve fare le bonifiche Narducci).
Gianmarco Corbetta, consigliere del Movimento 5 Stelle della Lombardia, dichiara: “Sala non ha mai chiarito in sede istituzionale la sua posizione e le intercettazioni che lo vedono coinvolto, unite ad altri episodi susseguitesi nei mesi scorsi, ci sembrano oltremodo gravi.
Può un assessore che viene definito “uomo serio” da un criminale come Frigerio, che lo indica a un altro criminale come interlocutore giusto per intrecciare rapporti con la politica; un assessore che assume in Regione un collaboratore che poi viene arrestato per corruzione; un assessore che viola le leggi delle campagne elettorali; un assessore il cui nome viene usato da un politico quando va a estorcere denaro ad un imprenditore; un assessore che quando si occupa di bonifiche in provincia di Monza e Brianza scambia favori, ride, scherza e viene trattato da amico da parte di un imprenditore edile condannato per false bonifiche essere considerato un politico affidabile nella gestione della cosa pubblica e rimanere al suo posto? Pensavamo fosse una domanda retorica, invece la risposta del PD e del Patto Civico è… “sì”. Infatti si sono rifiutati di firmare la mozione di censura e il M5S da solo non ha i numeri per farlo (servono 16 firme, mentre i consigliere penta stellati sono 9).
Se non ci stupisce più di tanto il rifiuto del PD, partito di certo non estraneo a certe logiche di gestione del potere, ci lascia molto perplessi la chiusura del Patto Civico di Umberto Ambrosoli. Non ci resta che prendere atto che per il centro sinistra lombardo il principio dell’etica nella gestione della cosa pubblica è un problema del tutto secondario”.