Riconosciuto il degrado del monumento e la mancata titolarità dei frati, ma il GIP non va oltre. Proseguiremo con nuove azioni legali a tutela del monumento.
A dicembre 2013 la Consigliera Regionale M5S presentò un esposto alla Procura della Repubblica sullo stato di avanzato degrado del complesso monumentale in cui segnalava due possibili filoni di inchiesta. Il primo concerneva l’avanzato stato di degrado del monumento e il secondo la sua occupazione e gestione da parte dei frati cistercensi nonostante non esista alcuna “convenzione” con il Demanio che è proprietario del complesso monumentale.
Iolanda Nanni dichiara: “La mia denuncia era basata su una serie di documenti ufficiali del Demanio, fra cui i verbali dei tavoli tecnici sulla gestione della Certosa e la scheda dello studio ARCUS 2009 dai quali emergeva che il monumento necessita d’interventi ordinari e straordinari per un valore di 30 milioni di euro che certificano che il complesso monumentale “non presenta requisiti minimi indispensabili di messa a norma e sicurezza” e versa in una situazione “di imminente pericolo” per via della presenza di “strutture pericolanti” e “a rischio crollo”, di conseguenza “non vi è garanzia per l’incolumità dei visitatori”. Inoltre, i verbali che ho prodotto agli atti attestano che “Attualmente il monastero è occupato da otto frati cistercensi: fra Demanio e frati non è stato sottoscritto alcun contratto d’uso, perché tale atto potrebbe configurarsi come convenzione a titolo gratuito e comporterebbe per i frati un obbligo di manutenzione”; di conseguenza “essi risultano occupanti senza un preciso titolo”.
“A seguito dell’esposto – continua Iolanda Nanni – fu subito ordinata una ricognizione dei Vigili del Fuoco presso il monumento, in cui furono effettivamente riscontrate e transennate parti del monumento in grave stato di degrado che potenzialmente ponevano a rischio l’incolumità pubblica. Ciò nonostante, fu disposta l’archiviazione del mio esposto. A questo provvedimento, mi sono opposta nel 2014 mediante un atto di opposizione all’archiviazione. Ad aprile 2015 il GIP mi notificò una convocazione per sentirmi, dopo di che dispose la riserva. A fine aprile 2015 fu sciolta la riserva e fu disposta la definitiva archiviazione con un decreto che ne indica le motivazioni (SCARICA QUI) e che mi è stato notificato il 10 luglio scorso”
“Dall’esame delle motivazioni del GIP, – prosegue Iolanda Nanni – emerge che il mio esposto sia stato archiviato sulla base di due argomentazioni. La prima è la non sussistenza del pericolo per la pubblica incolumità: il Giudice ha infatti riconosciuto lo stato di degrado del monumento, ma sostiene che non sussista pericolo per la pubblica incolumità poiché i Vigili del Fuoco hanno messo in sicurezza le parti a rischio. Nessun accertamento è stato invece disposto rispetto alle responsabilità sullo stato di grave degrado che ha portato al transennamento e chiusura al pubblico di quelle parti che evidenziavo essere in grave stato di degrado. I turisti quindi potranno sempre meno godere della visita al monumento, la cui fruibilità è stata ulteriormente limitata proprio a causa del grave stato di degrado di alcune parti dello stesso.”
“La seconda argomentazione del giudice, che, peraltro ha del surreale – continua Nanni – è relativa alla mancanza di titolarità dei frati sul bene demaniale che viene riconosciuta come tale ma, al contempo, il GIP osserva che non vi è alcun reato in quanto si deve presumere che detta occupazione “abusiva”, ovvero senza alcun titolo, sia priva di scopi di lucro poiché i frati si sono insediati nella Certosa con finalità religiose nel lontano 1968. Pazienza se la convenzione, regolarmente stipulata in quegli anni, è poi scaduta nell’ormai lontano 1983, e non più rinnovata, ciò viene considerato del tutto normale. E francamente mi risulta incomprensibile la ratio della presunta assenza di fini di lucro, dato che i frati da anni gestiscono un negozio che vende prodotti all’interno del complesso e ricevono cospicui “oboli” in danaro dalle migliaia di visitatori, al termine della visita al monumento.”
“Per questi motivi – conclude Iolanda Nanni – tale archiviazione mi appare surreale. Sembra che sulla Certosa di Pavia sia calato un incantesimo e nessuno, a partire dalle forze politiche alla magistratura,intenda fare nulla per accertare le responsabilità sullo stato di degrado di un bene che è patrimonio dello Stato e quindi della collettività, né voglia ripristinare la legalità, chiudendo gli occhi di fronte a una situazione palesemente irregolare che, oltre tutto, danneggia lo Stato perché priva il bene della possibilità di essere fruito appieno dai turisti e di generare quei benefici, in termini di indotto economico ed occupazionale, al territorio pavese che un complesso monumentale meraviglioso e di grande pregio artistico e architettonico potrebbe portare. Il M5S è l’unica forza politica che ha denunciato (documenti alla mano!) questa situazione e non ci fermeremo ma, nell’interesse dei cittadini e a tutela del monumento, ci riserveremo ulteriori vie legali.”
Iolanda Nanni – Consigliere Regionale M5S Lombardia