In Italia, è un dato di fatto, per spostarsi si usa principalmente l’automobile, infatti il tasso di motorizzazione e di pluri-motorizzazione delle famiglie italiane è tra i più alti d’Europa. Ma la crisi finanziaria ha in parte incrinato questa tendenza e i proprietari di auto sono diventati sempre più sensibili all’aumento dei prezzi del carburante, dei costi di parcheggio e alle imposizioni locali come pedaggi e tasse sul traffico.
In questo contesto è compito delle istituzioni, non solo attrezzare le città di sistemi di car e bike-sharing, ma anche promuovere concretamente buone pratiche e forme di mobilità che possano migliorare la qualità della vita dei cittadini, come quelle basate sulla condivisione di un’auto privata da parte di un gruppo di persone che si muovono per lavoro, studio o altre attività lungo lo stesso percorso: il car pooling.
Si tratta di una applicazione al settore del trasporto della cosiddetta sharing economy, una forma di economia della condivisione in via di diffusione soprattutto nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, e su cui, come accade spesso in tema di innovazione, l’Italia è rimasta indietro.
Basta analizzare un po’ di dati per capire quali vantaggi porterebbe la diffusione del car pooling. La mobilità nel nostro paese e’ sempre più un fenomeno locale con spostamenti a breve raggio che, per lo più, avvengono all’interno della città o nel suo hinterland, e la somma degli spostamenti passeggeri al di sotto di 10 Km vale infatti il 70% del totale. Quindi aumentare il tasso di occupazione dei veicoli in città e zone limitrofe, che oggi è pari a 1,2 passeggeri, comporterebbe un immediato abbattimento della congestione del traffico veicolare e dell’inquinamento, un risparmio energetico nonché unariduzione del rischio di incidentalità e un’ottimizzazione dei parcheggi. Insomma, se viaggiassimo con automobili piene, condividendo i posti liberi, risparmieremmo nel nostro Paese ogni anno ben 40 miliardi di tonnellate di CO2!
Allora perché non cambiare marcia? Perché non mettere in campo delle politiche capaci di mutare nel tempo l’approccio culturale delle persone? Perché non fare in modo che il sistema passi da una nicchia, dai “pionieri” della mobilità alternativa, alla gente comune?
Questo è lo scopo del nostro progetto di legge, ad oggi depositato sul LEX Lombardia (link Yt) per il confronto con i cittadini, che prevede:
– forme di promozione e di comunicazione capillare: fare in modo che enti pubblici e imprese con più di 250 addetti riservino nel loro sito internet uno spazio alle informazioni sul car pooling. Questi soggetti, fornendo informazioni ai propri dipendenti o clienti sui sistemi di mobilità alternativa per muoversi per raggiungere le proprie sedi, diventerebbero così parte attiva e responsabilizzata di un processo di informazione e di formazione dei cittadini;
– campagne annuali di informazione e di educazione alla mobilità alternativa e sostenibile, con particolare riguardo al car pooling, promosse dall’Assessorato infrastrutture e mobilità di Regione Lombardia.
Appena la proposta di legge avrà terminato il suo iter sul LEX la depositeremo ufficialmente in Regione. Su questo tema ci aspettiamo una risposta positiva da tutte le forze politiche: iniziamo a dare il buon esempio!
Gianmarco Corbetta – Portavoce Regionale M5S Lombardia