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Nuovo esposto ANAC su bando gara revamping da 8,5 milioni di euro

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NUOVO ESPOSTO ANAC SU BANDO GARA REVAMPING DA 8,5 MILIONI DI EURO
Prosegue la nostra azione di verifica della correttezza e imparzialità dell’azione amministrativa di Bea, dopo lo studio della gara per la turbina, che ci ha portato ad produrre un primo esposto all’Anac, con gli esiti ormai noti a tutti.
La nostra consigliere comunale di Desio, Sara Montrasio, ha terminato l’analisi del bando di gara per i lavori del revamping (manutenzione straordinaria del forno) da oltre 8 milioni e 600 mila euro. Questi lavori erano originariamente compresi nella ormai famigerata gara a doppio oggetto del Piano Industriale del 2012, precisamente il lotto 3. Essendo il lotto andato deserto, nel luglio del 2014 Bea decise di indire una nuova gara a se stante.
Peccato che anche in questo caso, le cose non sono state fatte come si doveva. Da qui la decisione della nostra portavoce Sara Montrasio di mandare un nuovo esposto all’Anticorruzione di Cantone, che verrà formalmente protocollato nei prossimi giorni.
Le irregolarità, anche questa volta, riguardano la composizione della Commissione di Gara. Come nel bando per la turbina, anche in questo caso il dottor Alberto Cambiaghi (Direttore Generale e Responsabile Anticorruzione di Bea Brianza Energia Ambiente SpA e Amministratore Delegato di Bea Gestioni S.p.A.) ha ricoperto la duplice carica di Responsabile Unico del Procedimento e di membro della Commissione di gara così espressamente contravvenendo quanto prevede la legge a presidio dell’imparzialità dell’azione amministrativa nello specifico settore degli affidamenti.
Stesso problema per un altro membro della commissione, il professor Michele Giugliano, che all’epoca ricopriva anche l’incarico di membro effettivo dell’Organismo di Vigilanza di Bea, determinando quindi una situazione di incompatibilità.
Ce ne è abbastanza per interpellare nuovamente il dottor Cantone affinché valuti la legittimità della gara ed eventualmente prenda provvedimenti.
Altro elemento degno di nota: ad uno dei due lotti in cui è stata divisa la nuova gara ha partecipato Comef, la società che si è aggiudicata il famigerato bando della turbina. Ebbene anche qui, come nel caso della turbina, ci troviamo di fronte all’ennesimo cosiddetto “refuso”. Comef riporta nella sua offerta un valore di riferimento per la pressione (26 bar) diverso dal valore previsto nel disciplinare di gara (25 bar). L’azienda si è giustificata parlando di un errore di battitura… è mai possibile che un’azienda che partecipa ad una gara milionaria riesca a fare errori di battitura proprio nei numeri essenziali per la valutazione dell’offerta? Avrebbero potuto dimenticare una virgola, un punto, una maiuscola, sbagliare un congiuntivo o una concordanza di genere o numero… invece no, sbagliano proprio uno dei quattro numeri fondamentali…. davvero sfortunati i signori di Comef! (per la cronaca alla fine poi Comef non ha vinto perché un’altra azienda ha presentato un’offerta più economica).

 

GARA TURBINA: INIZIATIVE IN TUTTI I COMUNI SOCI E IN PROVINCIA e ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE
La prime dichiarazioni a caldo della Presidente Bea Mazucconi sono gravissime e allucinanti: ha difatti dichiarato che non intende seguire le indicazioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e portare avanti la gara perché annullarla “costa troppo”.
In realtà quello che dichiara la Mazucconi ci importa un fico secco. A noi interessa sapere cosa vogliono fare i soci. Davvero i sindaci e il presidente della provincia Ponti intendono calpestare una deliberazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione? Davvero se ne infischiano del principio di legalità e di tutela dell’interesse pubblico? Davvero intendono disonorare la società facendola finire nella black list di Anac, condannandola, per altro, a pagare una sanzione pecuniaria pur di andare avanti con i lavori?
In una parola, davvero intendono sottoscrivere il loro suicidio politico?
Pretendiamo da loro una risposta ufficiale. Per questo motivo tutti i Sindaci soci saranno chiamati a rispondere formalmente, tramite ordini del giorno nei consigli dove il M5S ha dei portavoce, e tramite richieste formali da parte di semplici cittadini dove il M5S non ha ancora una rappresentanza formale (Meda, Limbiate, Seveso e Lentate sul Seveso). E nel caso del socio principale, il Presidente della Provincia Gigi Ponti, l’istanza formale l’ho fatta io in qualità di cittadino. Ora, da Statuto della Provincia, mi deve una risposta.
Intanto annunciamo che stiamo valutando il danno economico di tutta questa vicenda. E’ in fase di preparazione un esposto alla Corte di Conti per verificare la sussistenza di responsabilità amministrativa e conseguente danno erariale in capo agli organi apicali di Bea. I responsabili di questo disastro devono pagare.

GESTIONE AMBIENTALE DEL FORNO: GRAZIE AL M5S E’ ARRIVATA LA DIFFIDA DA PARTE DELLA REGIONE
Nel dicembre scorso avevo sollevato il caso dei controlli sulla gestione ambientale del forno da pare di Arpa, che negli ultimi dieci anni ha inviato ben sei segnalazioni di ipotesi di reato alla Procura della Repubblica di Monza. Nella sua relazione del 2014, Arpa, in aggiunta alla segnalazione in Procura, chiedeva alla Regione di emettere diffida nei confronti di Bea, ma la Regione fino a dicembre 2015 non aveva mosso un dito. Avevo quindi depositato un’interrogazione regionale per chiedere conto del comportamento della giunta regionale.
Ora è arrivata la risposta all’interrogazione. La Regione ha emesso la diffida! Quasi 5 mila euro di sanzione pecuniaria, una puntuale verifica sulla rete delle acque meteoriche e un richiamo per l’adeguamento alla normativa sul meccanismo di certificazione dei dati sulle emissioni giornaliere. E’ questo il contenuto, in sintesi, della diffida emessa da Regione Lombardia nei confronti di Bea.
Ma l’aspetto curioso, mettiamola così, è la tempistica: dopo solo 4 giorni esatti dalla mia interrogazione, è stata emessa la diffida, nonostante i problemi all’inceneritore sollevati da Arpa fossero gravi, circostanziati e la loro scoperta risalisse all’anno precedente. Insomma, per un anno intero la Regione ha dormito sonni placidi e probabilmente avrebbe continuato a farlo se non fosse arrivato un nostro atto formale.

Il quadro è davvero sconfortante… ma noi non molliamo!

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