Il 30 marzo scorso, il consiglio comunale di Rho ha ospitato Giovanni Azzone, presidente di Arexpo e rettore del Politecnico di Milano che si è lasciato andare ad ardite fantasie con tanto di spoiler sul futuro immediato dei cantieri di Expo e il loro uso.
Per il Magnifico Azzone dall’1 maggio il perimetro di Expo potrebbe aprire in concomitanza di particolari eventi. Si parla di rendere visitabile Palazzo Italia e di riattivare l’Albero della vita in modo che gli studenti e le scuole, a un mese dagli scrutini, decidano di visitarli.
Sotto tutti questi condizionali si cela il grande sogno del Fast Post Expo di Azzone, che fa il paio con quello di Roberto Maroni che prometteva, nel luglio 2015, la riapertura immediata dei cantieri per l’installazione di “Start up e uffici pubblici nelle aree di “servizio” di Expo: questo il primo intervento. E poi biblioteche, auditorium e sale espositive convertendo in tal senso l’Expo Center e il Padiglione Zero. Ancora uffici pubblici (statali o regionali) per gli edifici del Cardo. Un asilo nido con scuola d’infanzia nel Children Park. L’uso di Cascina Triulza e dell’Auditorium di Expo anche dopo l’esposizione. La valorizzazione di Palazzo Italia (l’unica struttura che, ad oggi, è certo che resterà). Attività sportive nella “collina mediterranea”. E infine la conservazione dell’area slow food”. Se il sogno di Maroni si è rapidamente infranto, quello di Azzone è più ampio e articolato e ha l’obiettivo di “far sì che il Fast Post Expo ricrei entusiasmo”. Come?
Con spazi commerciali e attività di ristorazione: ovvio.
Proprio a Rho, il Magnifico ha spiegato che c’è un bando (fantasma) che vorrebbe favorire aziende del territorio per trovare una azienda nel campo ristorazione che gestirà il Fast Expo. La domanda al Magnifico è: quale bando? Un solo mese (aprile) non è tecnicamente sufficiente per aprire un bando. Se ci fosse, dovrebbe già essere noto l’elenco dei partecipanti che invece ci è stato impossibile reperire. Invitiamo il rettore ad essere così cortese di farci avere questo elenco e glissiamo (per ora) sull’illegalità di un qualunque bando che possa in qualche modo favorire un’azienda piuttosto che un’altra.
Dimenticavamo: l’11 marzo l’amministratore delegato di Arexpo, Giuseppe Bonomi, ammetteva candidamente: “Ad oggi non sappiamo su quale budget possiamo contare per il Fast Post Expo, la fase di transizione che occuperà l’anno in corso”.
Azzone, Azzone, perché continui a propinarci la solita massa di slogan fumosissimi sull’apertura dei cantieri di Expo? Preferiremmo la verità piuttosto che un catalogo di luoghi comuni. E da presidente di un’azienda pubblica, ti invitiamo a un’attenzione maggiore quando parli di bandi. Sono cose serie, si spendono soldi pubblici, e troppa leggerezza può portare conseguenze pesanti.
Silvana Carcano, M5S Lombardia