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Costi bonifiche e biglietti venduti Expo: i conti non tornano! A pagare saranno i cittadini

biglietti-bonifiche

La notizia che finalmente Arexpo ed Expo abbiano trovato un accordo per 86,6 milioni di euro, che dovrebbero andare a coprire i costi della fase “post-Expo”, potrebbe far tirare a molti un sospiro di sollievo, ma noi non ci sentiamo così ottimisti. Infatti questi soldi, che Arexpo verserà a Expo a partire dal 30 settembre 2016, come da Accordo di 4 anni fa, serviranno “solo” a pagare l’infrastrutturazione dell’area (75 milioni), le bonifiche (5,6 milioni) e la gestione di Expo nei mesi del 2016 (6 milioni).

Alla conta, però, mancano i soldi che dovrebbero andare a coprire il costo dei riporti terre e delle rimozioni che, secondo il tavolo tecnico incaricato di calcolare proprio questa cifra (abbiamo chiesto il verbale di questo Tavolo), ammonterebbero a 29 milioni di euro – cioè meno della metà dei 67 milioni di euro spesi e da noi fatti emergere. Ma non sono soltanto questi i soldi che mancano all’appello: l’accordo iniziale per le bonifiche prevedeva infatti che venissero sborsati 6 milioni di euro e non solo 5,6. Che fine hanno fatto questi 400.00 euro che potrebbero essere utili, visto che alcune bonifiche non sono ancora state fatte?

Per ottenere i 29 milioni di euro per i riporti, Expo dovrà fare causa ad Arexpo, con ulteriori ritardi nei pagamenti, mentre gli 86,6 milioni di euro cominceranno a essere erogati soltanto dal 30 settembre 2016.
E nel frattempo? Semplice, il Governo entrerà come socio in Arexpo portando con sé del denaro pubblico, e ancora una volta il costo di questi lavori verrà accollato ai cittadini.

Siamo di fronte all’ennesimo episodio dell’odissea Expo, dove malagestione e conflitto d’interesse la fanno da padroni – si veda Fondazione Fiera, uno dei proprietari iniziali dei terreni su cui Arexpo dovrebbe rivalersi per coprire i costi di bonifiche e riporti, che è anche socio Arexpo.  A febbraio il dott. Sala aveva dichiarato un patrimonio di 14,2 mln che includeva il rientro dei 72 mln di bonifiche e riporti. Quindi, il patrimonio pubblico continua a diminuire a causa di privati che hanno lucrato su quei terreni più volte: all’inizio del tutto, durante l’era formigoniana e morattiana, vendendo i terreni a prezzi spropositati; nel mezzo, entrando in Arexpo, in palese conflitto di interesse; e alla fine, facendo pagare ai cittadini le bonifiche di quei terreni. Vogliamo chiarezza: quanto ancora dovranno pagare i cittadini, mentre questi signori gestiscono milioni di euro come fossero noccioline?

E poi c’è il capitolo biglietti, nemmeno lì i conti tornano.  Mentre Sala e gli altri partiti in Regione sono intenti a occuparsi della campagna elettorale dimenticandosi dei lombardi, vedi l’inutile indagine conoscitiva su Expo partita in pompa magna meno di un mese fa e già finita nel dimenticatoio, noi abbiamo insistito con gli strumenti a nostra disposizione, e finalmente la giunta ha risposto alle nostre interrogazioni in merito al numero di tagliandi venduti divisi per tipologia di biglietti. E la verità è che dai famosi 21.476.957 biglietti dichiarati da Sala vanno tolti ben1.314.425 di biglietti emessi senza essere pagati per svariate motivazioni, come rapporti istituzionali, fornitori, accrediti di vario tipo e così via. E dei 20 milioni che rimangono ben 5 milioni sono i tagliandi venduti per il solo ingesso serale, ovvero a 5 euro. Quindi ricapitolando: dai 24 milioni di biglietti venduti della stima iniziali si è scesi a 20 milioni, togliendo i 5 milioni a 5 euro si arriva a 15 milioni di biglietti interi venduti. E di quest’ultimi non si può fare una stima precisa degli introiti perché, ad esempio, i rivenditori hanno applicato i loro sconti e il  documento che ci hanno inviato evidenzia un’unica categoria di bambini che non fa differenze tra i paganti e gli ingressi gratuiti, ovvero quelli inferiori ai quattro anni di età. Per concludere se, come dichiarato dallo stesso Sala durante il corso della manifestazione universale, per sostenere le spese di gestione della macchina Expo e per raggiungere il pareggio di bilancio era necessario vendere almeno 24 milioni di biglietti, siamo di fronte a un fallimento totale. Fallimento che Sala, con il supporto dei media, ha venduto come un trionfo.

Dulcis in fundo, di ieri la notizia che Expo Spa ha posticipato la pubblicazione del bilancio a fine giugno, guarda caso proprio dopo la campagna elettorale di Milano: l’ennesima manovra anti-trasparenza di Sala, che continua ad usare Expo per il suo tornaconto elettorale.

Silvana Carcano – Portavoce Regionale del M5S Lombardia

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