Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la risoluzione sul Diritto al cibo voluta dal Movimento 5 Stelle.
La risoluzione nasce come seguito naturale della legge sul diritto al cibo approvata nell’ottobre scorso. In quell’occasione, numerosi emendamenti del M5S vennero accolti, ma tanti altri vennero rifiutati in quanto troppo innovativi; erano tematiche rivoluzionarie che necessitavano approfondimenti da parte di una maggioranza che fatica a muoversi verso altri modelli economici di riferimento (considerato che quelli attuali sono evidentemente fallimentari).
La premessa fondamentale è che, con la crescita della popolazione mondiale da 3 a 7 miliardi d’individui, la produzione agricola è aumentata di ben 10 volte. Ciò significa va evitato lo spreco e ci si deve muovere verso sistemi produttivi a basso impatto socio-ambientale. Oltretutto, è sempre più necessario non tenere più disgiunti i concetti di diritto al cibo e di consumo di suolo.
La risoluzione, che dunque ha raccolto le nostre proposte rifiutate durante la legge sul diritto al cibo, pone quindi le basi per lo sviluppo di sistemi agroalimentari locali sostenibili, attraverso l’istituzione di filiere corte e l’utilizzo di prodotti a chilometro zero; sostiene un modello di agricoltura agro-ecologico in grado di bilanciare l’integrità dell’ambiente, l’equità sociale, la sostenibilità economica e la coerenza culturale con le popolazioni che producono e consumano il cibo; introduce meccanismi che siano in grado di promuovere produzioni alimentari che riducono gli effetti negativi sull’ambiente e gli sprechi e promuove, nei programmi di educazione alimentare, una dieta sostenibile per l’ambiente; introduce misure di contrasto al fenomeno delle “eco/agro-mafie”e salvaguarda e promuove gli esercizi di vicinato che vendono e somministrano prodotti agricoli locali e sostenibili.
Per Silvana Carcano, consigliere regionale del M5S Lombardia: “L’approvazione della legge regionale sul diritto al cibo non ha consentito di affrontare questioni importantissime da noi sollevate che hanno trovato spazio in questa risoluzione, che giudichiamo un buon risultato anche per il dibattito acceso che l’ha preceduta. Diritto al cibo e consumo di suolo sono elementi legati a doppio filo e dobbiamo lavorare nell’ottica di creare un sistema sostenibile abbandonando la speculazione finanziaria sul cibo. Le tensioni mondiali sul clima, sui migranti, sulla scarsità delle risorse terrestri, impongono una rivoluzione copernicana. L’uomo non è più al centro dell’universo, ma è una delle variabili del più ampio sistema terrestre. Per l’economia e il profitto abbiamo sacrificato tutto. E ora la Terra soffre, l’emergenza alimentare è una guerra tra modelli: è fondamentale dirigerci verso un differente modello economico che sia sobrio, responsabile e solidale”.