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Cremona. Sottopasso Via Brescia: la Lombardia revochi lo stanziamento dei fondi

Una variante che modifica sostanzialmente un’opera pubblica rendendola non a norma. E’ questa la contestazione, contenuta in un’interpellanza all’Assessore regionale ai trasporti Alessandro Sorte, depositata del M5S Lombardia e relativa al sottopasso di Via Brescia a Cremona.

L’interpellanza, a prima firma del Consigliere Regionale M5S Iolanda Nanni, chiede che la Regione valuti la revoca dell’ammontare complessivo dei fondi europei erogati dalla Regione al Comune di Cremona poiché l’opera realizzata risulta difforme dal progetto originale e non idonea al traffico veicolare

Iolanda Nanni dichiara: “E’ la seconda interrogazione su questo caso. Il sottopassaggio non è a norma: è troppo basso e ripido tanto da non consentire, stando alla legge, il passaggio di auto. Abbiamo chiesto un parere anche al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il quale con Nota del 24 maggio 2016 ci ha specificamente chiarito che “non possa essere realizzato un sottopasso con altezza libera inferiore a 3,20 metri”, ragion per cui ne consegue che il sottopasso di via Brescia non risulta idoneo al traffico veicolare.  L’opera è stata realizzata con fondi europei, erogati al Comune di Cremona e ad RFI: l’intervento inizialmente finanziato si riferiva ad una piattaforma stradale a doppio senso di marcia costituita da due corsie veicolari oltre al passaggio pedonale, ciò che invece è stato realizzato è attualmente configurato con una corsia veicolare ad unico senso di marcia diretto verso il centro cittadino, una pista ciclabile bidirezionale su corsia riservata ed una corsia pedonale.

Abbiamo richiesto anche all’Autorità di Gestione ed all’Autorità di Audit dei fondi POR-FESR 2007-2013 di attivarsi su questo caso increscioso che non può passare sotto silenzio perché si tratta di alcuni milioni di euro dei cittadini che sono stati usati per un’opera non a norma. In attesa di un riscontro dalle Autorità preposte al controllo dei fondi europei erogati, con questa nostra seconda interpellanza, torniamo a sollecitare l’Assessorato competente di Regione Lombardia ad occuparsi di questa vicenda, senza adottare comportamenti da Ponzio Pilato. Chi sbaglia deve pagare, soprattutto se si usano fondi pubblici.”

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