di Dario Violi, portavoce del M5S Lombardia
Martedì sono intervenuto in aula durante la discussione di una mozione presentata dal Pd sul tema Brexit, che dimostra ancora una volta lo scollamento del Partito Democratico dalla realtà e la totale amnesia rispetto ai principi sui cui l’Unione Europea è stata fondata. Nel testo della mozione si legge di un necessario “rilancio dell’Unione Europea come opportunità di sviluppo delle libertà e garanzia di progresso economico e sociale”. E’ evidente che in Regione, come al Governo, gli esponenti del Pd dovrebbero fare un ripasso della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. In questi giorni ho sentito tesi di ogni tipo: prima sembrava fosse tutta colpa degli anziani, poi si è scoperto che tre quarti dei giovani nemmeno si sono recati alle urne; si è detto che il referendum non è lo strumento adeguato per queste questioni, dimenticandosi che l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto, all’interno dei quali è previsto anche lo strumento referendario; si sono fatti scenari apocalittici, con borse in caduta libera, dimenticandosi che, in quest’era di ottimismo renziano, la sola Borsa di Milano ha perso quasi il 30% del suo valore nei primi 6 mesi del 2016, indipendentemente dalla Brexit. Si è parlato della distruzione dei valori europei, dando la colpa ad un referendum, ma siamo davvero così sicuri che i valori europei sono andati distrutti il 23 giugno 2016? Nei sette titoli della Carta si leggono parole come Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza e Giustizia, ma se andiamo a vedere le azioni fatte dalla Commissione europea, siamo sicuri di ritrovare tali valori? Parliamo ad esempio della gestione da tecnocrati della crisi greca che ha messo in ginocchio un paese già maltrattato da anni di cattiva gestione e politici corrotti. In questa gestione, dove la Troika, di cui fa parte anche l’Unione, ha fatto e continua a fare da strozzino, riuscite a trovare valori come Solidarietà, Dignità o Giustizia? Il Monetary Policy Report 2015-2016 ci da un quadro chiaro, che i media non diffondono, sullo stato sociale greco post-salvataggio: aumento dei suicidi, +50% di mortalità infantile, +2,5% di persone affette da depressione, 19% dei nati è sottopeso, +24% malattie croniche, 79% della popolazione impossibilitato ad accedere alle cure sanitarie. Se questo lo chiamano salvataggio, allora è meglio morire e abbandonare questa Unione Europea in cui io non mi riconosco.
Non mi riconosco in un Unione Europea che contribuisce ad affondare un paese europeo ed i suoi cittadini, per tutelare gli interessi delle banche private che avevano scommesso sul debito sbagliato.
Non mi riconosco nella direttiva Bolkeinstein-Prodi che sta contribuendo ad ammazzare il piccolo e differenziato commercio italiano.
Non mi riconosco in un Unione dove il Parlamento europeo è quasi ridotto a mera rappresentanza, mentre le vere decisioni le prende la Commissione, un organismo di nominati.
Non mi riconosco in un Unione dove il Presidente della Commissione Junker è stato Premier di uno stato membro, il Lussemburgo, che con le sue politiche da “paradiso fiscale” ha contribuito in modo scorretto alla fuga dei capitali dalle altre nazioni europee,
Non mi riconosco in un Unione dove la maggioranza di capitale della Banca centrale, che dovrebbe essere pubblica, è detenuto dalle banche private che giocano a fare speculazione finanziaria con i soldi dei cittadini europei.
Non mi riconosco in un Unione che dopo la bolla del 2008, invece di pensare a come regolamentare i mercati finanziari, evitare futuri disastri e salvaguardare le nuove generazioni, organizza piani di salvataggio miliardari, con i soldi degli europei, per le banche che hanno speculato.
L’Europa deve dare una sterzata basata sul ritorno ai principi sui cui è stata fondata, oppure la Gran Bretagna sarà solo il primo dei 28 paesi ad andarsene, ed assisteremo ad una lunga ed inesorabile disgregazione. Io sono un cittadino Europeo perché condivido con un altro mezzo miliardo di persone principi di Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza e Giustizia, per questo in questa Unione Europea #NonMiRiconosco.