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ANAC boccia la gara della turbina dell’inceneritore di Desio!

ARRIVATA LA PRONUNCIA DEFINITIVA DELL’ANAC SUL BANDO TURBINA BEA

CONFERMATE LE IRREGOLARITA’ SOLLEVATE DAL M5S – CANTONE CHIEDE ANNULLAMENTO GARA E TRASMETTE GLI ATTI IN PROCURA DELLA REPUBBLICA E CORTE DI CONTI.

CI AVEVAMO VISTO GIUSTO, FATTI GRAVISSIMI, ORA SI ANNULLI LA GARA, A CASA GIGI PONTI E I VERTICI DELLA SOCIETA’

Nella giornata di mercoledì 3 agosto è pervenuta la delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, in merito all’esposto M5S riguardo alle innumerevoli irregolarità che avevamo riscontrato e reso pubbliche circa la gara a doppio oggetto, dal valore di 7,5 milioni di euro, indetta da Bea per la sostituzione della turbina dell’inceneritore di Desio e aggiudicata a Comef srl.

Il documento riassume tutto l’iter seguito: il nostro esposto del 10 dicembre scorso, la richiesta di chiarimenti a Bea da parte di Anac del 17 dicembre, le controdeduzioni di Bea del 31 dicembre e del 7 gennaio, il primo pronunciamento di Anac del 2 marzo, le ulteriori controdeduzioni di Bea e l’audizione dei vertici societari presso la sede romana di Anac il 6 luglio.

Si arriva così ad oggi, con la delibera definitiva del dottor Cantone, che non lascia spazio ad interpretazioni: “Le controdeduzioni formulate dalla Brianza Energia Ambiente spa non appaiono idonee a superare tutti i contestati profili di legittimità.”

Sono ben dieci le gravi criticità confermate da Anac e che vengono raggruppate sotto tre tipologie di violazioni: a) violazione della concorrenza, b) violazione del principio di economicità, c) violazione del procedimento di gara.

Nel documento si ritrovano sostanzialmente tutte le irregolarità che avevamo evidenziato pubblicamente in più occasioni.

Violazioni della concorrenza

  • Comef non era in possesso di tutte le attestazioni richieste dal bando per comprovare i requisiti tecnici necessari per svolgere i lavori.
  • Nel bando vengono richieste esperienze pregresse non in linea con l’oggetto del bando stesso.
  • La documentazione di gara difetta della definizione dei necessari requisiti in ordine all’affidamento del servizio di progettazione.

Violazioni del principio di economicità

  • Aggiudicazione ad un importo superiore a quello posto a base di gara (le offerte dovevano essere al ribasso).
  • Contrasto nelle indicazioni offerte al mercato in merito ai valori della potenza elettrica della turbina e della produzione di energia termica.
  • Errato procedimento di valutazione dell’offerta pervenuta, tale da produrre svantaggi alla stazione appaltante e non in grado di determinare la qualità della prestazione offerta.
  • Acquisizione del 10% del capitale di Bea Gestioni da parte Comef che non ha effettuato un’offerta in aumento contrariamente a quanto previsto dalle condizioni di gara.
  • La gara per l’affidamento di servizi di ingegneria relativi alla sostituzione del turbogeneratore dell’inceneritore – indetta dalla BEA Gestioni SpA in un secondo momento e per un valore di 360 mila euro – risulta sprovvista di adeguata motivazione essendo i servizi in oggetto già inclusi tra le prestazioni aggiudicate alla Comef s.r.l.

Violazioni del procedimento di gara

  • Violazione delle norme relative alle nomine dei Commissari di gara.

A fronte di tutte queste violazioni, l’Autorità Nazionale Anticorruzione delibera:

  • la non conformità della procedura aperta per la selezione del socio privato di minoranza della società Bea Gestioni spa, lotto 2, ai principi di concorrenza ed economicità di cui all’art. 2 del d. lgs. 163/2006 (…)
  • la non conformità del procedimento di gara alla normativa applicabile in ragione della duplice violazione dell’art. 84 d.lgs. 163/2006 (…)

Invita pertanto Bea a “porre in essere ogni intervento risolutorio delle distorsioni riscontrate” e a “valutare il ricorrere dei presupposti per un eventuale annullamento in autotutela dei provvedimenti assunti, compatibilmente con lo stato del procedimento e il principio di economicità”.

Dispone infine l’invio degli atti alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza per i profili di competenza.

Bea è ora tenuta ad informare l’Autorità, entro 30 giorni, degli “eventuali provvedimenti conseguenti che intende adottare”.

Siamo di fronte a fatti gravissimi, finalmente accertati in via definitiva dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, grazie al meticoloso lavoro di analisi, controllo e denuncia del MoVimento 5 Stelle. Con i soldi dei cittadini non si scherza.

Ora i vertici di Bea procedano senza perdere altro tempo all’annullamento della gara. Loro stessi si sono detti disponibili a farlo durante l’audizione sostenuta il 6 luglio in Anac. Lo stesso Partito Democratico brianzolo, che tira le fila in Bea, aveva dichiarato pubblicamente che si sarebbero rispettate le prescrizioni Anac. Noi chiediamo l’annullamento da un anno, ora finalmente non hanno più scuse!

D’altronde sarebbe un suicidio politico, per Gigi Ponti e i sindaci soci di Bea, non rispettare le prescrizioni di Anac. I fatti sono troppo gravi per fare finta di nulla e andare avanti con la gara. Ma deve essere chiara una cosa: eventuali richieste di risarcimento per i lavori già sostenuti da parte di Comef non devono essere pagate dai cittadini ma da coloro che hanno condotto la gara in maniera così vergognosa!

Annullata la gara, in un Paese normale non ci sarebbe nemmeno bisogno di chiedere le dimissioni del principale referente politico di Bea, il presidente della Provincia Gigi Ponti e dei responsabili di questo disastro in Bea, a partire dal direttore generale Alberto Cambiaghi e il presidente Daniela Mazzuconi(di certo non esente da responsabilità seppur arrivata dopo che una parte dei fatti contestati fossero già accaduti).

Ma si sa che non viviamo in un Paese normale e l’attaccamento alla poltrona prevale su tutto.

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