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Ex Alfa Arese: chi sono i padroni?

Sulla vicenda dell’area ex Alfa Romeo di Arese, dove ora sorge un mega centro commerciale, va fatta assolutamente chiarezza. Chiarezza che è mancata totalmente da parte delle istituzioni che, calpestando i lavoratori dell’ex Alfa (solo pochissimi sono stati assunti nel nuovo complesso mentre per la maggior parte non è stato previsto nessun sostegno né tanto meno una corsia privilegiata per le assunzioni), si sono piegate al volere delle banche. Banche e fiduciarie che sembrano aver messo sotto scacco Regione Lombardia, dettando l’agenda, obbligando l’istituzione ad aprire Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS) all’inizio di agosto quando erano sicuri che le persone già in ferie non avrebbero avuto modo di fare controdeduzioni.

Infatti il 3 agosto 2016 Regione Lombardia ha convocato a tempo record per il 7 settembre 2016 al Pirellone una “Conferenza di Valutazione” del “documento di scoping” (così è stato chiamato), pubblicato lo stesso giorno sul sito sivas della Regione.
Oltre a ridurre moltissimo i termini per la presentazione delle osservazioni, decine di pagine del documento di scoping sono state usate per motivare la procedura di accorpamento VAS-VIA, per accorciare in modo drastico i tempi di discussione del nuovo Accordo di Programma.
Per noi questo è inaccettabile. Già nel 2014, con i poteri commissariali Expo di Sala, fu eliminata la procedura di VIA e furono abbattuti in modo arbitrario i capannoni di Meccanica, Forgia, Fonderia, Espe, Centro Stile e la spina est, con il Consiglio di Fabbrica e la sede dello Slai Cobas; nel 2012 la commissaria di Arese, Anna Pavone, diede l’ok in un mese all’Accordo di Programma, nonostante la contrarietà dei cittadini e di quasi tutte le forze politiche del comune di Arese al mega centro commerciale.
Ma prima ancora, nel 2010, il consiglio comunale di Rho aveva votato contro l’Accordo di programma.
Negli ultimi anni si è sempre proceduto nonostante la contrarietà di cittadini e lavoratori.
Avevamo chiesto a Regione Lombardia quali sono i legami di Innova Service, la società che ha licenziato i lavoratori e sulla quale pende questa sentenza di reintegro, che però non viene messa in atto; quali sono le collegate, le partecipate, le controllate di Innova Service, e quindi anche di ABP, e di tutte le aziende che ruotano intorno a questo caso complesso e pluriannuale; e per quale ragione con una delibera, anche questa dell’agosto scorso, Regione Lombardia ha espresso un parere di non assoggettabilità alla VIA del progetto relativo alla realizzazione del parcheggio, che va a coinvolgere e a impattare pesantemente nei confronti della sede dello Slai Cobas; per quale ragione sono stati poi demoliti tutti i capannoni industriali che contenevano quindi anche la sede dello Slai Cobas; e per quale ragione sono stati stanziati 2,2 per milioni di euro, soldi utili per reintegrare e supportare questi lavoratori con una serie – sapete già meglio di me – di clausole che dovevano essere rispettate, e le clausole per la realizzazione del centro commerciale sono state mantenute e non sono hanno invece avuto seguito le clausole relative ai lavoratori.
Abbiamo chiesto mille volte a Regione, ad Arifl, alla Prefettura con chi le istituzioni stavano ragionando. Perché la conciliazione si fa intorno a un tavolo con parti sindacali, parti terze e parte datoriale. Non c’è mai stato un tavolo dove la parte datoriale fosse presente perché Innova Service è in mano a delle fiduciarie, che stanno schermando qualcuno e vorremmo capire chi stanno schermando. Non abbiamo avuto risposte su queste nostre domande. Anche Regione afferma che Innova Service si sta comportando in maniera scorretta, ma cosa sta facendo Regione per fare leva su Innova Service? La parte di versamenti INPS che doveva fare Innova Service, in realtà è versata da ABP, perché non esiste Innova Service. Chi è Innova Service?

Alla fine chi paga in Italia è sempre il più debole, i lavoratori che da anni non vedono un euro. 

Ma chi sono i proprietari dell’area ex-alfa-romeo di Arese?

TEA Spa (centro commerciale di 260.000 mq) è al 100% in mano alle banche, proprietaria del centro commerciale, inaugurato pochi mesi fa, è ora controllata da un unico socio, IPER MONTEBELLO Spa, ma tutte le sue 5.556.330 azioni sono al 100% in pegno a MPS, BPM, UBI, BANCO POPOLARE, IMI e BNL
Presidente del CdA è Marco Brunelli. Amministratori delegati Gemma Brenzoni Nicolò, Corazza Marisa Josephine e Ioppi Francesco.

– AGLAR Spa e PARTICOM UNO Spa (il resto dell’area di 2 milioni e mezzo di mq) è in mano a una società con 10.000 euro di capitale, nascosta dietro una fiduciaria
AGLAR Spa, proprietaria del resto dell’area di 2milioni e mezzo di mq, è controllata da:
PARTICOM UNO Spa al 93,18%
BRUNELLI MARCO al 5,88%
CONTI RICCARDO allo 0,93%
Le azioni del senatore Riccardo Conti, già in pegno al BANCO DI BRESCIA, sono ancora sotto sequestro dal 2013 su ordine del GIP del tribunale di Roma (processo in corso, insieme a Denis Verdini, per presunte tangenti).
AGLAR Spa fino al 2007 si chiamava IMMOBILIARE ESTATE SEI, e il senatore Riccardo Conti ne era l’amministratore unico a partire dalla “vendita” dell’area Alfa Romeo operata da FIAT nel Dicembre 2000. Presidente del CdA è Corazza Marisa Josephine, nata negli Stati Uniti. Consiglieri Pelanconi Emilio e Ioppi Francesco.
PARTICOM UNO Spa, procedura di scioglimento datata 20 Gennaio 2015. Pare che la liquidazione della società sia stata revocata nel Novembre 2015.
PARTICOM UNO Spa è controllata al 100% da CANOVA 2007 Spa. Presidente del CdA è Corazza Marisa Josephine. Amministratori delegati Ioppi Francesco e Marco Brunelli. Amministratore Mosca Alberto.
CANOVA 2007 Spa è controllata da:
Brunelli Marco ………. 48,99 %
MB TRUST COMPANY Srl al 51,01 %
Brunelli Marco ha in usufrutto il 51,01 % di MB TRUST COMPANY Srl
Nel 2009 la società MEISSEN Srl è stata incorporata da CANOVA 2007 Spa
MB TRUST COMPANY Srl – Questa società (Amministratore unico Vai Walter) ha 10.000 euro di capitale ed è nascosta dietro la COMPAGNIA FIDUCIARIA NAZIONALE Spa

Tutto questo sistema di incastri non è ammissibile. Il Movimento 5 Stelle continuerà a chiedere a Regione di rivelare a cittadini e lavoratori dell’area chi sono i veri padroni dell’Alfa Romeo di Arese.

Silvana Carcano – Portavoce Regionale del M5S Lombardia
Bruno Marton – Deputato del M5S

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