Diritti e pari opportunità Iolanda Nanni Notizie Paola Macchi Silvana Carcano Video

“Quote rosa”: un problema per i partiti, non per il M5S

Oggi l’aula ha approvato la legge sulle nomine delle quote rosa di competenza del Consiglio Regionale. Che la politica debba garantire la rappresentatività femminile negli organi di rappresentanza, è fuor di dubbio: purtroppo i partiti riescono a farlo solo se obbligati da una legge. Il M5S ha invece dimostrato, alla prova dei fatti, di saper equilibrare al suo interno e nelle Istituzioni la rappresentatività di genere senza aver bisogno di una legge: ne sono un esempio tangibile le Sindache di Roma e Torino, l’alta rappresentatività delle donne nel gruppo regionale M5S lombardo e le numerose parlamentari M5S. Tutto ciò accade quando le nomine, anziché da segreterie di partito, tutte pressoché al maschile, vengono effettuate dal basso, cioè dagli stessi cittadini che valutano i candidati per capacità e competenza e non per appartenenza di genere.  Ma le segreterie di partito hanno bisogno di una legge per garantire la presenza delle donne nelle Istituzioni, per questo il M5S ha votato favorevolmente il progetto di legge regionale che, peraltro, non fa altro che trasporre in Lombardia una legge statale già vigente. Ma in realtà la legge è un palliativo, dato che una vera parità passa, prima di tutto, dal fornire alle donne, non tanto quote rose da – riserva indiana -, ma piuttosto strumenti di welfare a sostegno della famiglia di cui le donne italiane si fanno interamente carico nei fatti, cosa che in Italia, a differenza di molti Paesi europei, stenta ad avvenire. Ma finché avremmo a che fare con politici come il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, che nel suo intervento in aula ha sostenuto che “è colpa delle donne se non fanno carriera come gli uomini, se non guadagnano lo stesso stipendio degli uomini a parità di competenze e se sono in numero inferiore nei ruoli di potere, se quando gli chiedono di fare straordinari scelgono liberamente di tornare a casa dai propri figli”, questo rimarrà un obiettivo irraggiungibile. Contro le vergognose parole di Romeo le portavoce del M5S hanno improvvisato una protesta in aula, stendendo dei panni su un filo per il bucato davanti al suo banco.

Iolanda Nanni – Capogruppo del M5S Lombardia

Articoli Correlati

Bystronic, bene blocco licenziamenti

Redazione Staff

FINE VITA, IL CENTRODESTRA AFFOSSA LA LEGGE REGIONALE

Redazione Staff

IL GOVERNO DELLE GIRAVOLTE

Redazione Staff