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Expo, tutti i nodi vengono al pettine: il pasticcio delle bonifiche

Da un documento anonimo inviato alla nostra portavoce Silvana Carcano, è emerso che ad agosto la famiglia Cabassi ha fatto causa per 1,2 milioni alle società Expo ed Arexpo con l’obiettivo di rivalersi su di loro per gli extra costi sostenuti per le bonifiche dei terreni su cui si è svolta la manifestazione. Le spese extra per le bonifiche ammontano a quasi 30 milioni di euro che Arexpo si è impegnata a chiedere al gruppo Cabassi e Fondazione Fiera Milano dopo le infinite sollecitazioni del M5S, secondo cui tali costi non potevano ricadere sui cittadini ma su chi, come previsto dalla legge, è il responsabile dell’inquinamento. Ma ora assistiamo a un vero e proprio colpo di scena. Non solo Arexpo ed Expo non hanno fatto alcuna causa, ma sono state loro ad essere citate in giudizio. Secondo il documento pervenuto a Silvana Carcano, la holding dei Cabassi, la Bastogi spa, ha depositato ad agosto un atto di citazione in giudizio contro le due società, che sinora si sono ben guardate dal rendere pubblica la notizia. Bastogi si è rivolta al giudice non solo per negare ogni sua responsabilità negli extra costi per le bonifiche, ma anche per chiedere un milione di euro per i danni di immagine subiti in virtù delle pretese di Expo e Arexpo su tali costi, e per avere indietro i 250 mila euro pagati da Bastogi per i lavori di bonifica preventivati sulle sue aree, ma mai rendicontatida Arexpo. Quello che ci chiediamo di fronte a questa assurda vicenda è: quali atti sono stati fatti concretamente da Expo e Arexpo per ottenere dai privati i soldi anticipati da tutti i cittadini per i costi e gli extra costi delle bonifiche? Quali sono i tempi di prescrizione per riavere i nostri soldi? Ci auguriamo che nessuno dei vertici delle due società stia pensando di arrivare alla prescrizione per il recupero di questi soldi pubblici, attaccandosi ogni volta ad una scusa differente. Il pasticcio delle bonifiche parte da lontano, e il M5S ha sempre tenuto alta l’attenzione e lottato perché a pagare per colpe altrui, come al solito, non siano i cittadini. Ora attendiamo i nuovi risvolti della vicenda. Ogg le bonifiche, ieri le indagini riaperte sulla pisatra, i verbali del Cda negati, le infiltrazioni mafiose nei padiglioni esteri e così via. Quello che è certo è che Expo, che è stata fatta passare come un successo, a rifelttori spenti si sta rivelando un armadio pieno di scheletri.

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