Gianmarco Corbetta Notizie Sanità e Politiche Sociali

Buco da 14 milioni nei conti della Fondazione MBBM: chi doveva controllare?

Un buco in bilancio da quattordici milioni: è per questo motivo, in estrema sintesi, che la Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma è da alcuni mesi al centro dell’attenzione delle cronache.

La Fondazione MBBM è stata fondata nel 2005 per mettere a frutto e sviluppare l’esperienza di 25 anni di risultati positivi del Comitato Maria Letizia Verga nella cura e nella ricerca sulle Leucemie Infantili in collaborazione con il centro di Ematologia Pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza. In 30 anni sono oltre 1800 i bambini salvati dalla leucemia, con un tasso di guarigione salito dal 30 all’80% grazie alla continua ricerca e alle nuove cure.

Dal 2009 la Fondazione gestisce direttamente i reparti di Pediatria, Ostetricia e Neonatologia all’interno dell’Ospedale e nella sua veste di organizzazione privata no profit assicura un servizio di alto livello nel contesto della struttura pubblica.

Se nell’attività clinica la Fondazione ha proseguito il percorso di eccellenza già tracciato dal Comitato Verga, ottenendo notevoli e indiscussi risultati nella cura dei piccoli malati, sembra che non si possa dire lo stesso riguardo la gestione economica: infatti gli ultimi bilanci hanno registrato gravi perdite che avrebbero ormai toccato la preoccupante cifra di 14 milioni di euro, con il rischio imminente di un ridimensionamento dell’attività svolta dalla Fondazione presso l’Ospedale San Gerardo.

Per vederci chiaro ho presentato richiesta di accesso agli atti, ma la Giunta Regionale – con un atto totalmente arbitrario e illegittimo – non mi ha inviato i documenti impedendomi di effettuare l’attività di controllo che è tra le prerogative essenziali dei consiglieri regionali.

In assenza dei documenti ho seguito la vicenda attraverso i mezzi d’informazione. In sostanza, le perdite sarebbero determinate da una serie di rimborsi a carico di Regione Lombardia e mai pervenuti nelle casse della Fondazione. Il caso è esploso quest’anno, ma già nel Bilancio del 2013 (l’ultimo pubblicato sul sito della Fondazione) si evidenziavano perdite milionarie dovute ai mancati rimborsi per prestazioni cliniche. Secondo i suoi vertici, la Fondazione avrebbe continuato a fornire le prestazioni ritenendo di aver diritto a rimborsi che invece non sono mai arrivati, accumulando così un buco di circa 14 milioni.

Il piano di rientro elaborato nelle scorse settimane dalla Fondazione su richiesta dell’Ospedale San Gerardo, socio della Fondazione nonché principale creditore, non è stato accettato dalla Regione. Mentre il direttore generale dell’ASST Matteo Stocco vorrebbe reinternalizzare la Pediatria già dal 1° gennaio 2017, l’assessore regionale Gallera è di tutt’altro avviso e auspica una risoluzione della vicenda mediante un nuovo piano di rientro che dovrà essere valutato entro questo mese.

Nel corso delle settimane il dibattito pubblico si è concentrato sulle possibili vie d’uscita, ma le cause che hanno portato alla situazione attuale sono rimaste in secondo piano: invece è necessario fare chiarezza per capire davvero che cosa sia accaduto. In questo senso è senz’altro positivo e apprezzabile il fatto che l’ASST di Monza abbia inviato gli atti alla Corte dei Conti per una verifica circa un possibile danno erariale alla pubblica amministrazione, ma la situazione si trascina ormai da alcuni anni: perché non è stata affrontata prima? Chi avrebbe dovuto vigilare? Nessuno dei soggetti preposti all’interno dell’Ospedale e della Fondazione si era accorto dei grossi debiti che si accumulavano? Perché non sono stati presi provvedimenti e si è lasciato che la situazione si aggravasse fino a esplodere nel 2016? Senza poter leggere le carte è difficile dare delle risposte, ma è certo che se la Regione avesse controllato per tempo i conti della Fondazione non saremmo certo arrivati alla situazione attuale, in cui la continuità di quest’ultima è a rischio!

Come si legge sul sito di FMBBM, “La tipologia di Fondazione misto pubblico/privato no profit svolge una funzione pubblica rilevante, ma consente una maggiore flessibilità rispetto agli obiettivi, ha processi decisionali più snelli e dispone di un flusso aggiuntivo di risorse economiche gestite direttamente.” Ben vengano la flessibilità e la snellezza dei processi decisionali, ben venga il flusso di risorse aggiuntive, ma di fronte a un buco di 14 milioni viene il sospetto che la gestione economica della Fondazione abbia mancato del rigore necessario.

Inoltre, secondo quanto riportato dalla stampa, dal 2009 a oggi il Comitato Verga avrebbe elargito alla Fondazione ben 25 milioni di euro: un fiume di denaro che non è “pubblico”, ma è comunque donato dai cittadini e pertanto merita una gestione ineccepibile e un controllo rigoroso! Invece, a giudicare da quanto accaduto, si ha l’impressione che il controllo non sia stato adeguato.

Sia ben chiaro: come M5S Lombardia crediamo fermamente nel prezioso servizio assicurato della Fondazione nella cura dei piccoli malati e riteniamo che garantire la continuità del servizio sia la priorità assoluta.

A tal fine l’eccellenza nell’attività clinica deve essere sostenuta e protetta con una attenta gestione economica e un controllo molto rigoroso a garanzia della legalità e del buon uso delle risorse donate dai cittadini: in questo modo la Fondazione potrà continuare a sostenersi senza necessità di inopportuni interventi di salvataggio da parte della Regione e il grande lavoro svolto finora potrà proseguire con sicurezza e fiducia, giorno dopo giorno, per guarire sempre un bambino in più!

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