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Brianzacque: presidente nominato anche direttore generale senza possedere i requisiti

Sono trascorse circa due settimane dalla pubblicazione del post con il quale avevo evidenziato l’istruttoria in corso su Brianzacque presso la Corte dei Conti, relativa ad aumento delle spese per consulenze e incarichi esterni, modalità di conferimento di questi incarichi, procedure di selezione dei dirigenti, mancata procedura selettiva per la stipula dei contratti a tempo determinato.

Come M5S avevamo già denunciato a più riprese le irregolarità che sarebbero state compiute nella selezione per il conferimento dell’incarico di direttore generale, in particolare:
1) ammissione alla procedura selettiva di un parente del Presidente della Provincia nonché Sindaco del Comune di Cesano Maderno, nonostante il divieto, posto dal bando, alla partecipazione di soggetti legati da vincoli di parentela con esponenti politici di Enti soci di Brianzacque;
2) mancata attribuzione dei punteggi ai candidati da parte della Commissione, nonostante la previsione del bando, e conseguente conferimento di potere discrezionale nella scelta al Consiglio di Amministrazione, ovvero a un organo politico carente di adeguate competenze a giudicare la professionalità dei candidati stessi.

Nello scorso mese di luglio avevo espresso forti dubbi riguardo le improvvise dimissioni del’ing. Facchinetti, dopo nemmeno due mesi dalla nomina a Direttore Generale.

Ma ancora più “strana” è la mancata nomina del suo successore. Infatti, dopo circa cinque mesi dalle dimissioni di Facchinetti, la società è ancora in attesa di un nuovo Direttore Generale da individuare all’interno della graduatoria stilata dal Consiglio di amministrazione: pare che il secondo e il terzo classificato abbiano rinunciato.

Tutto questo è davvero molto strano! E’ mai possibile che in 5 mesi non siano riusciti a tirare fuori un nome da una graduatoria esistente? Possibile che i candidati siano tutti improvvisamente indisponibili ad assumere l’incarico? O forse il CdA sta temporeggiando per qualche sconosciuto motivo?

La risposta purtroppo non ce l’abbiamo, per il momento. Nel frattempo abbiamo verificato che in realtà un Direttore Generale in Brianzacque c’è ed è l’attuale Presidente Enrico Boerci, nominato ad interim dal Consiglio di Amministrazione dopo le dimissioni di Sergio Facchinetti.

Dal 1° agosto del 2016 il compenso mensile di Enrico Boerci è sensibilmente aumentato, in virtù dell’assunzione della carica di Direttore generale, da € 3.833 (compenso stabilito dall’Assemblea dei Soci) a € 8.166 al mese.
Tale aumento è in aperto contrasto con lo statuto di Brianzacque che  stabilisce che il compenso degli amministratori sia stabilito dall’Assemblea (ovviamente secondo quanto stabilito dal codice civile e nei limiti di quanto stabilito Legge 296/2006).

Ma non è finita! Come è noto l’art. 97 della Costituzione prescrive che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”; concorso che deve essere disciplinato secondo l’art. 35 del Dlgs. n. 165 del 2001 (proprio la norma che la Corte dei Conti sostiene essere stata violata da Brianzacque).

Da notare che per poter accedere alla selezione indetta nei mesi scorsi i candidati dovevano dimostrare di aver ricoperto incarichi dirigenziali per almeno 5 anni e di aver conseguito una laurea magistrale: requisiti che il sig. Enrico Boerci non possiede. Infatti, stando alle informazioni riportate nel suo CV presente on line, oltre agli incarichi politici Boerci ha ricoperto il ruolo di amministratore di condominio professionista e socio accomandante di una società attiva nel settore della distribuzione, mentre non è chiaro se abbia conseguito una laurea magistrale.

Insomma, la situazione è paradossale: un Consiglio di Amministrazione che non è in grado di selezionare un direttore generale tramite regolare concorso e nel rispetto della disciplina pubblicistica riguardante il lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, lo sceglie al suo interno conferendo i poteri e il relativo compenso a un soggetto che non avrebbe avuto nemmeno i requisiti minimi di ammissione al concorso e in aperto contrasto con gli indirizzi dati dall’assemblea dei soci!

E’ sempre più evidente come il controllo in house in salsa PD sia solo uno strumento per gestire l’acqua pubblica nell’interesse della politica, non certo dei cittadini!

Non è nostro compito individuare le responsabilità, tuttavia i Soci di Brianzacque hanno il dovere di difendere la legalità all’interno della società e pertanto li invitiamo a rivolgersi immediatamente ai competenti organi giudiziari affinché sia fatta piena luce su questa brutta vicenda.

Da parte nostra continueremo a vigilare e a denunciare fatti come questi affinché venga respinta l’idea che sia sufficiente una nomina politica del Partito Democratico per ricoprire ad interim il ruolo di Direttore Generale di un’azienda pubblica senza nemmeno possedere tutti i requisiti richiesti ai normali cittadini!

Gianmarco Corbetta – Portavoce Regionale del M5S Lombardia

 

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