Il M5S e il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza si battono da anni per ottenere una gestione pubblica del servizio idrico nel pieno rispetto dei principi di legalità e trasparenza mentre nei fatti le scelte operate dai vertici di Brianzacque e sostenute dai Soci continuano purtroppo ad andare nel senso contrario. Qui di seguito evidenziamo i punti critici.
LA MODIFICA DELLO STATUTO
Nonostante la Corte Costituzionale abbia dichiarato incostituzionali diversi punti della legge delega relativa alla riforma Madia (Legge 124/2015) nelle assemblee delle società pubbliche si richiede l’adeguamento degli statuti a una legge che è l’antitesi delle rivendicazioni referendarie, peraltro entro un termine che non risulta essere perentorio: non si capisce quindi per quale motivo si debba procedere con tanta fretta, con il rischio di una inutile modifica degli statuti.
EMISSIONI DI OBBLIGAZIONI
Nel caso di Brianzacque le modifiche in cantiere vedono l’abolizione di uno dei paletti più importanti ossia il divieto di emettere obbligazioni; viene ora prevista la possibilità di emettere titoli di debito, ma attenzione: “possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma delle leggi speciali”. Cosa significa tutto ciò se non estendere la gestione dell’acqua pubblica, che per volontà referendaria dovrebbe essere senza fini di lucro, a grandi investitori?
FINANZIAMENTO DIFFUSO
Non solo, ma si coglie anche l’occasione per escludere esplicitamente la possibilità di un finanziamento diffuso e partecipato da parte dei cittadini. La gestione del servizio idrico non può essere davvero pubblica se deve remunerare con lauti profitti gli investitori professionali titolari delle obbligazioni emesse. Del resto l’esperienza dei derivati di Cap Holding – rinegoziati per merito del M5S – evidenzia come queste società non siano in grado di gestire certe operazioni.
COMITATO TECNICO DI CONTROLLO
Anche la scelta di allargare il Comitato Tecnico di Controllo a 7 membri, presumibilmente Sindaci come nell’attuale formulazione, non convince. I sindaci sono spesso assorbiti da molti altri impegni e non hanno la possibilità di verificare cosa avviene nella società e la vicenda sul Direttore Generale né è la prova evidente. Andrebbe valutata una composizione diversa del Comitato, magari con dei delegati designati dai Consigli dei comuni soci.
AMMINISTRATORE UNICO
Dubbi anche sulla riduzione del numero dei membri del Consiglio di Amministrazione. Il MoVimento 5 Stelle è per sua stessa natura favorevole all’abbattimento dei costi, ma ci chiediamo se la sostituzione di un CdA con un amministratore unico (con tutto ciò che ne consegue in termini di accentramento di potere e penalizzazione della possibilità del controllo pubblico) valga il risparmio di qualche decina di migliaia di euro.
ACQUISTO A TITOLO ONEROSO DI BENI DI UN EX SOCIO DI CAPITALE
Brianzacque si appresta ad acquistare per 2.675.000 euro il ramo d’azienda idrico dell’ASML, una piccola società municipalizzata lissonese, in liquidazione. Ma sul tema, in risposta ad una interrogazione del nostro portavoce di Monza Gianmarco Novi, si parlava “di retrocessione delle quote di partecipazione” e non di acquisto a titolo oneroso. In effetti una retrocessione della quota di ASML pari a circa 0,5% del capitale sociale è avvenuta alla fine di luglio 2016: perché non si è retrocesso e conferito con un aumento della quota e quindi senza nessun pagamento? Perché, a differenza di quanto accaduto in altre occasioni, si è scelto di sottoporre Brianzacque ad un esborso in denaro quando sarebbe stato sufficiente un conferimento del ramo d’azienda in cambio di quote mediante opportuno aumento del capitale di Brianzacque? A nostro giudizio questa vicenda di ASML rappresenta un rischio di depauperamento del patrimonio aziendale. Su questo tema il Comitato Beni Comuni Monza e Brianza ha già annunciato che proporrà esposto alla Corte dei Conti.
Insomma: la modifica dello Statuto, l’acquisto a titolo oneroso di beni di un ex socio di capitale, la possibilità di emettere obbligazioni, la previsione di forme di controllo irrilevanti, la possibilità di avere l’amministratore unico (e magari al contempo Direttore generale) fanno parte di un medesimo disegno che ben conosciamo e che, in barba alla volontà popolare, va in senso contrario rispetto a quanto stabilito dal referendum del 2011. Come M5S non cederemo di un millimetro: acqua pubblica, legalità e trasparenza fanno parte del nostro DNA e per questi obiettivi continueremo la nostra battaglia.
Gianmarco Corbetta – Portavoce Regionale del M5S Lombardia