“Nei giorni immediatamente successivi alla terribile ESPLOSIONE ENI a Sannazzaro del Burgondi (PV), avvenuta il 1° dicembre 2016, ho proceduto a richiedere ad ARPA tutta una serie di dati relativi ai monitoraggi effettuati sull’aria e al suolo. Il mio accesso agli atti, molto corposo, conteneva anche la richiesta ad ARPA dell’indicazione delle metodologie adottate per i rilevamenti, le disposizioni date ai Comuni coinvolti, nonchè chiedevo spiegazioni sulla seguente dichiarazione di ARPA alla stampa: “sono assenti ricadute locali e significativi incrementi degli inquinanti misurati, salvo quelli ordinariamente attesi nelle attuali condizioni meteo“. Ebbene, essendovi un’istruttoria secretata in corso presso la Procura di Pavia, ARPA ha richiesto alla Procura un NULLA OSTA per consentirmi di esercitare il mio legittimo diritto di accesso agli atti. Infatti, solo esaminando le evidenze documentali, le metodologie adottate, le disposizioni assunte, e facendo chiarezza su quella frase riportata sui media, sarei stata nella posizione di espletare i miei doveri di rappresentante istituzionale del territorio e naturalmente di poter fare delle valutazioni da diramare ai cittadini. Purtroppo la Procura ha risposto ad ARPA negandomi temporaneamente il NULLA OSTA. Le motivazioni della Procura di Pavia sono le seguenti: “le indagini sono tutt’ora in corso e la divulgazione di informazioni ancora oggetto di verifica da parte dell’autorità giudiziaria e della polizia giudiziaria è in grado di pregiudicare il corretto svolgimento delle indagini per l’accertamento dei fatti oggetto del procedimento penale. Non si ravvisano, allo stato, i presupposti per la concessione del NULLA OSTA.”
Comprendiamo le necessità dell’autorità giudiziaria e le rispettiamo. Ci rendiamo conto che la divulgazione di questi dati ARPA possa compromettere le indagini in corso, ma non comprendiamo perché ARPA non possa darci risposte almeno su alcune parti della nostra richiesta: per esempio sul tipo di metodologia adottato per i monitoraggi a suolo e sulle motivazioni su cui ARPA ha basato le sue dichiarazioni alla stampa nei giorni immediatamente successivi all’esplosione. E’ evidente ed assodato che la Procura debba in assoluta serenità svolgere le proprie indagini, ma al contempo anche un rappresentante istituzionale del territorio ha il diritto/dovere di esercitare le sue funzioni a tutela dei cittadini, cosa che, in queste condizioni e in assenza di evidenze documentali, ci è impossibile fare. Confidiamo dunque nell’operato della Procura, sperando che sia al più presto sbloccato il diniego ai nostri accessi agli atti.”
Iolanda Nanni – capogruppo M5S in Regione Lombardia