Da Bresso a Seregno, passando per Città Metropolitana, i portavoce M5S dei comuni interessati parlano con voce unanime per opporsi ad un’opera che, così come concepita, da molto tempo hanno bollato come inutile, costosa ed obsoleta. Ogni comune interessato alla tratta deve fare i conti con problemi di natura diversa, dalla cantierizzazione selvaggia, ai problemi di traffico che si aggraveranno, fino al possibile “scontro” con Pedemontana. Problema comune a tutti è invece il progetto esecutivo che, consegnato da CMC (società appaltatrice) nel Maggio 2014, non aveva ricevuto l’approvazione dei tecnici del Provveditorato alle Opere Pubbliche, a causa di gravi carenze di progettazione tecniche e impiantistiche.
Dopo più di 2 anni di contestazioni e richieste a CMC da parte del RUP (Responsabile Unico del Procedimento), ATM, Metropolitana Milanese di rivedere il progetto, il 23 Dicembre 2016 CMC ha consegnato una revisione a Città Metropolitana che l’ha trasmessa a sua volta ai Comuni e ai tecnici del Provveditorato. Revisione che non accoglieva le migliorie richieste, ma conteneva variazioni con aggravio di costi, e per questo il 30 Gennaio, in un incontro tra Città Metropolitana, Provincia di Monza e Sindaci dei Comuni interessati, il RUP ha informato i presenti che il progetto non può essere approvato.
Sono quindi state prospettate due alternative: la prima prevede di interrompere i rapporti con l’azienda appaltatrice (CMC) e ricominciare la procedura con una nuova gara, nel rispetto della legge attuale sugli appalti.La seconda prevede una trattativa con CMC perché accetti tutte le osservazioni e le proposte migliorative sia sul piano economico che tecnico, redatte dal Responsabile Unico del Procedimento. I politici presenti, inclini ad assecondare la seconda alternativa, con la sola esclusione del Sindaco di Seregno, hanno quindi dato mandato alla Consigliera Delegata Siria Trezzi, Sindaco di Cinisello Balsamo, perché incontrasse CMC “per riportarli a ragione”.
L’incubo del M5S è che con l’avvallo dei politici CMC proceda con il suo progetto (senza le modifiche richieste, più economiche) inserendo variazioni che porterebbero allo sforamento del limite di un quinto di aumento del costo dell’opera, costringendo così la rivisitazione di tutti i listini e del prezzo complessivo, con conseguente aumento dei costi.
Una “sberla” da 234 Milioni di soldi pubblici per un’opera sgradita che potrebbe aumentare ancora e ancora.
In caso si proceda su questa strada, il Movimento 5 Stelle è pronto a chiedere l’intervento della Corte dei Conti per scongiurare il possibile danno economico che graverebbe sui cittadini.
Quest’opera così come concepita non deve essere portata avanti: oltre alla dubbia funzionalità, a distanza di più di un decennio dall’ultimo progetto, presenta le stesse criticità tecniche di allora.
Infine, è doveroso segnalare che non esiste uno studio aggiornato sulla mobilità della zona, una lacuna molto grave.
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