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Esplosione raffineria, audizione ENI: M5S ottiene l’impegno a finanziare monitoraggi strutturali al suolo.

Stamani, 2 marzo 2017, nella Commissione Regionale Ambiente, si è tenuta l’audizione dei vertici della raffineria ENI di Sannazzaro de’ Burgondi (PV), nonché di ARPA, ATS PAVIA e dell’Assessore Regionale Terzi in merito alle due esplosioni avvenute presso la raffineria a distanza di un mese l’una dall’altra.

Iolanda Nanni, consigliere regionale pavese del M5S, dichiara: “Oggi, in audizione, sono riuscita a strappare ad ENI un impegno importante: ho espressamente richiesto ed ottenuto da ENI la disponibilità a finanziare dei nuovi monitoraggi al suolo nelle aree limitrofe alla raffineria che possano far emergere il reale stato di salute o di compromissione dei terreni dovuto alla presenza di metalli pesanti o agenti inquinanti. E’ sconvolgente che, dopo 50 anni di attività della raffineria che si estende su un’area di 320 ettari, nessuno prima d’ora si sia mai posto il problema di avviare dei monitoraggi periodici che misurassero lo stato di salute dei suoli e, di conseguenza, le ricadute sulla salute umana. ENI oggi si è detta disponibile a finanziare questi monitoraggi con la collaborazione degli enti preposti che sono il Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, ARPA ed ATS. Regione Lombardia, nella persona dell’Assessore Terzi, su mia espressa richiesta in audizione, ha già dato la disponibilità, salvo che il Ministero dell’Ambiente che ha competenza diretta si attivi al riguardo. A tal fine chiederò ai nostri parlamentari M5S di sollecitare il Ministero ad avviare la sottoscrizione fra questi enti di un nuovo protocollo con ENI che preveda il monitoraggio periodico dei suoli dell’area, a prescindere da incidenti o esplosioni.”

“Oggi – continua Nanni – ci si basa solo su rilevazioni dei dati delle centraline dell’aria, in particolare di 5 centraline fisse e attive che si trovano a Galliavola, Sannazzaro, Ferrera, Cornale e Pavia (Via Folperti), quest’ultima distante 20km dalla raffineria, centraline che, però, monitorano solo gli “inquinanti convenzionali” (da cui sono esclusi, ad esempio, diossine, PCB, idrocarburi policiciclici aromatici). Dopo l’esplosione del 1 dicembre, furono attivate ulteriori 2 centraline mobili (a Dorno e a Pieve) proprio con lo scopo di monitorare anche diossine e PCB, ma queste ultime sono rimaste attive solo fino a fine febbraio. I monitoraggi se effettuati solo sulla “matrice aria” non sono sufficienti se non abbinati a quelli sulla “matrice suolo”. Ed è per questo che, rafforzando l’attività del M5S in questo campo, martedì 7 marzo porterò in Aula del Consiglio Regionale una mozione (SCARICA QUI) che impegni Regione Lombardia ad adottare una metodologia, già avviata in varie parti d’Italia e d’Europa, sui monitoraggi a suolo presso tutti gli impianti lombardi a rischio di incidente rilevante, fra cui ENI”.

“Ho poi posto una domanda ad ATS Pavia relativamente allo studio epidemiologico in corso, a seguito del Protocollo sottoscritto fra ENI e l’Università di Pavia in data 5 giugno 2013, evidenziando una grossa criticità: dal protocollo siglato, che ho ottenuto mediante accesso agli atti, sembrerebbe che sia stato preso a riferimento, come “gruppo di controllo”, la stessa popolazione residente nei Comuni di Sannazzaro e Ferrera Erbognone. Se ciò fosse confermato, l’indagine epidemiologica potrebbe essere gravemente inficiata e risultare addirittura inutile. In poche parole, lo studio epidemiologico deve essere condotto confrontando i dati di un comune in cui è insediato un impianto impattante, ad esempio una raffineria, con i dati sanitari di un altro comune sul quale non vi sia un tale tipo di impianto. Dal protocollo ENI invece il confronto sembrerebbe coincidere con la stessa popolazione dell’area della raffineria: fra gli abitanti di Sannazzaro e Ferrera, rispetto a… gli abitanti di Sannazzaro e Ferrera! Questo appare un evidente paradosso che rischia di inficiare dalle fondamenta l’intera analisi epidemiologica in corso. ATS Pavia ha risposto che effettuerà immediate verifiche su questa criticità e che relazionerà al più presto alla Commissione Ambiente.

“Infine – conclude Nanni – ho chiesto all’Assessore Terzi se ha ricevuto risposte dal Comitato Tecnico Regionale (CTR) in merito al parere di compatibilità fra la discarica di amianto e la raffineria ENI. La Terzi infatti a fine gennaio aveva scritto al CTR, alla luce dell’esplosione avvenuta alla raffineria ENI, di effettuare questa verifica, il cui esito potrebbe comportare una revoca dell’autorizzazione concessa da Regione Lombardia alla costruzione della discarica. Purtroppo, la Terzi ha dichiarato che a tutt’oggi questa risposta non è ancora arrivata dal CTR e che non è quindi ancora in grado di esprimersi”.

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