Molti cittadini, ricordando la risoluzione del consiglio regionale della Lombardia che nel 2013 approvò la nostra proposta di progressivo spegnimento degli inceneritori più vecchi, ci chiedono informazioni circa il piano di dismissione: è proprio il caso di fare il punto su questa importante questione!
Alla base della strategia di dismissione degli inceneritori c’è una premessa fondamentale che vale la pena ricordare: uno dei principali ostacoli alla realizzazione concreta della strategia “rifiuti zero” è rappresentato proprio dalla sovrabbondanza degli impianti di incenerimento. La necessità di “sfamare” gli inceneritori impedisce la transizione da un’economia lineare (produzione, consumo, smaltimento) a un’economia circolare nella quale la riduzione a monte dei rifiuti, il riuso degli oggetti e il riciclo dei materiali consentirebbero di ridurre drasticamente il consumo di risorse ed energia: ecco perché la dismissione degli inceneritori è una condizione assolutamente necessaria.
Nel 2013, al nostro ingresso in consiglio regionale, i dati di Regione Lombardia relativi agli anni precedenti mostravano chiaramente che la capacità impiantistica di incenerimento in ambito regionale era già ampiamente superiore alle necessità. Grazie ad una nostra proposta in Commissione Ambiente, nel dicembre 2013 il Consiglio Regionale approvò una risoluzione che impegnava la Giunta regionale a definire un piano di dismissione degli inceneritori lombardi a partire dai più vecchi al fine di contrastare gli effetti deleteri della sovra-capacità impiantistica.
Nel 2014 ottenemmo un ulteriore passo avanti con il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti che accoglieva la possibilità, per gli impianti più obsoleti, di programmare una strategia di dismissione in base a “criteri e linee guida” che la giunta regionale si impegnava ad emanare entro 12 mesi dall’approvazione del Programma stesso.
Tutto sembrava filare per il verso giusto, quando purtroppo, con il decreto Sblocca Italia, il governo nazionale istituì la possibilità di incenerire i rifiuti urbani provenienti da altre regioni, portando di fatto alla saturazione degli impianti lombardi. Regione Lombardia anche grazie alle nostre pressioni impugnò la norma (sancita dal famigerato art. 35 dello Sblocca Italia) di fronte alla Corte Costituzionale perché lesiva delle prerogative legislative regionali.
Nel 2015, per sollecitare la definizione delle linee guida per la dismissione degli inceneritori promesse da Maroni presentammo un’interrogazione all’Assessore all’Ambiente Claudia Terzi. Terzi rispose dichiarando che l’emanazione delle linee guida non poteva non tener conto dello Sblocca Italia. Tradotto: non procediamo con il piano di dismissione perché il governo vuole utilizzare gli inceneritori della Lombardia per bruciare i rifiuti provenienti da altre regioni. Ancora oggi quei criteri non sono stati definiti!
Arriviamo al 2016, quando la Corte Costituzionale bocciò il ricorso della Regione contro lo Sblocca Italia. A quel punto la giunta regionale decise di ricorrere nuovamente davanti al Tar del Lazio impugnando un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in quanto funzionale ad attuare le previsioni dell’art. 35 dello SbloccaItalia.
Ad oggi tutto tace. Insomma la situazione si è arenata. Ma noi non ci arrendiamo e l’occasione per continuare la battaglia ce la da la Commissione Europea.
Un paio di mesi fa la Commissione ha emanato la comunicazione “The role of waste-to-energy in the circular economy” nella quale invita gli Stati membri a considerare più attentamente la gerarchia di gestione dei rifiuti e suggerisce di rivedere il ruolo e le potenzialità dell’incenerimento e soprattutto i fondi che lo sostengono.
Appurato che a oggi l’Italia non ha alcun bisogno di accrescere la propria dotazione di inceneritori (contrariamente a quanto la lobby inceneritorista ha sempre cercato di far credere trovando un’ottima sponda nell’ex premier Renzi), la Commissione esprime un altro concetto molto importante: per la programmazione futura degli impianti occorre considerare l’evoluzione virtuosa del sistema gestione dei rifiuti.
Dunque, nella contesa in atto tra Regione Lombardia e Governo centrale, la comunicazione della Commissione Europea appoggia in pieno la strategia di decommissioning fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle e approvata in Lombardia nel 2013 ma non ancora attuata.
Come M5S abbiamo presentato su questo tema una nuova interrogazione al Presidente e alla Giunta regionale perché a questo punto non ci sono più scuse per continuare a rimandare: dopo oltre 3 anni di paralisi Regione Lombardia deve rompere ogni indugio e affrettarsi a emanare le attese linee guida per la dismissione degli inceneritori!
La salute dei cittadini non può aspettare ancora!