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Pedemontana ancora in alto mare, fermiamola subito!

In un post del 21 ottobre scorso avevo riassunto i numerosi problemi di Pedemontana che rendono estremamente improbabile il suo completamento.

Da allora sono trascorsi sei mesi: cosa è cambiato? Per saperlo una decina di giorni fa ho partecipato ad un incontro con il presidente di Pedemontana Antonio Di Pietro, i sindaci brianzoli e il presidente della Provincia di Monza e Brianza.

Rimando al post di ottobre per un’analisi dettagliata dei problemi sul tavolo; qui di seguito un rapido (si fa per dire…) aggiornamento su cosa è cambiato in base a quanto affermato da Di Pietro.

LE BANCHE SI SONO DECISE A FINANZIARE PEDEMONTANA (per circa due miliardi e mezzo di euro)?

No, le banche private continuano a non voler finanziare il progetto, a meno che non vi sia l’intervento anche di una banca pubblica, nella fattispecie la Bei (insieme alla Cassa Depositi e Prestiti). La Bei aveva già bocciato in passato la richiesta di finanziamento (all’epoca l’istruttoria era stata fatta senza il coinvolgimento di Pedemontana e l’esito era stato che l’opera non serviva) ma Di Pietro ha fatto nuovamente domanda.

Per l’evasione della nuova istruttoria Bei, Pedemontana ha fornito la “Valutazione Economica e Sociale” (redatta dallo Studio Righetti), un documento che attesta non solo la convenienza economica (e quindi il fatto che ci passeranno un numero adeguato di auto) ma anche l’utilità pubblica dell’opera.

Gli ispettori Bei da un mese stanno lavorando alla nuova pratica istruttoria (al momento la valutazione degli ispettori è “positiva”). Se parte la Bei, allora anche Cassa Depositi e Prestiti interverrà.

AGGIORNAMENTO SULLA COMPAGINE SOCIETARIA DI APL

Oggi l’80% delle azioni di APL le ha Milano Serravalle (quindi Asam, quindi la Regione), il restante 20% è in possesso delle banche e di altre realtà. Il Piano Economico Finanziario prevede che i soci debbano mettere risorse per circa un miliardo. Duecento milioni li ha messi Milano Serravalle, ma occorre reperire ulteriori 5/600 milioni. Hanno fatto un primo tentativo di aumento di capitale da parte degli attuali soci che è fallito.

Ora è in corso un secondo tentativo e i soci hanno tempo fino a giugno per dire se ci stanno. Tra gli attuali soci c’è una società che si chiama Bau, che fa parte della galassia di Strabag, la quale si è detta interessata ad aumentare il proprio capitale in Pedemontana di circa 250 milioni, ma a condizione che il sistema bancario conceda i finanziamenti.

Inoltre, in passato già due volte è stato tentato l’acquisto delle quote sul mercato ma nessuno si è fatto avanti, secondo Di Pietro a causa delle riserve chieste da Strabag. Di Pietro recentemente ha fatto un “sondaggio” per capire se ci fosse qualcuno sul mercato interessato ad acquistare delle quote societarie. Il riscontro è che l’acquisto diventa appetibile solo se il sistema bancario concede i finanziamenti di cui sopra.

Quindi la gara per l’acquisto delle quote societarie da parte di nuovi soci non è stata fatta in attesa che si sblocchino i finanziamenti bancari.

GARANZIE PER IL SISTEMA BANCARIO PRIVATO

Il pool di banche che formano l’arranger chiedono garanzie, nel caso i flussi di traffico sui nuovi tratti non si rivelassero sufficienti al rientro degli investimenti. La Regione Lombardia ha già assicurato 450 milioni di euro di garanzie(sono in corso le trattative per decidere come utilizzarli concretamente). Gli attori del sistema bancario, della Regione, della concedente CAL, di APL e i vari consulenti coinvolti sostengono tutti che molto probabilmente le garanzie non serviranno, una volta terminata l’opera.

Nonostante questo il sistema bancario privato non si accontenta più di una garanzia da 450 milioni ma ne vuole una da un miliardo e duecento milioni. Secondo Di Pietro il sistema banche sta ricevendo pressioni esterne per mettere i bastoni tra le ruote a Pedemontana da parte di altri gestori di autostrade che non la vogliono come competitor. Se non risolvono il problema, cambieranno il pool di banche previsto dal Piano Economico Finanziario.

LA NUOVA VERSIONE DEL SECONDO ATTO AGGIUNTIVO AL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO A CHE PUNTO E’? 

E’ alla firma del Ministro delle Finanze (hanno già ottenuto l’ok del Cipe e del Ministro delle Infrastrutture).

A CHE PUNTO E’ IL NUOVO PROGETTO ESECUTIVO DELLE TRATTE MANCANTI?

Non ancora approvato. Il progetto esecutivo proposto da Strabag si discosta, in termini economici, da quello definitivi di 300 milioni. Di Pietro ha quindi chiesto di rivederlo. Strabag sta premendo per iniziare i lavori della B2 ma Di Pietro si oppone perché si rischia una Salerno Reggio Calabria in Brianza. Per lui i lavori devono cominciare solo quando ci saranno tutti i finanziamenti per completare l’opera.

BONIFICA TERRENI INQUINATI DALLA DIOSSINA

Hanno fatto formale richiesta alla Regione di accollarsi i costi di bonifica (secondo Di Pietro l’ipotesi di rivalersi su Givaudan non è percorribile). La Regione non ha ancora risposto.

QUESTIONE RISERVE DA 3,2 MILIARDI: TROVATO L’ACCORDO CON STRABAG?

Sono in contenzioso, Di Pietro ha proposto 30 milioni ed è fiducioso di trovare un accordo. Secondo lui la richiesta esorbitante di Strabag ha contribuito a bloccare la possibilità di accedere ai finanziamenti dalla banche.

LA CONTINUITA’ AZIENDALE E’ GARANTITA ANCORA FINO SOLO A GENNAIO 2018?

Di Pietro ha confermato che i soldi per tenere in vita APL sono garantiti solo per quest’anno.

QUANTO COSTEREBBE NON PROSEGUIRE L’OPERA?

Andrebbe disdetto l’appalto e, secondo Di Pietro, tra contestazioni e penalità ci vorrebbero diverse centinaia di milioni di euro. Strabag chiederebbero sul miliardo ma loro andrebbero in contenzioso per ribassare la cifra. Inoltre i finanziamenti privati già utilizzati per le tratte in essere andrebbero restituiti. Il conto, sempre secondo Di Pietro, supererebbe il miliardo di euro.

Quindi in definitiva sono ancora tantissimi i nodi da sciogliere per Pedemontana: la bocciatura non ancora superata dei progetti esecutivi delle tratte mancanti, la scopertura dei costi di bonifica dei terreni inquinati dalla diossina di Seveso, la continuità aziendale garantita solo per pochi mesi, il contenzioso sulle riserve non risolto, il fallito aumento del capitale sociale.

Ma le vere grane arrivano sul fronte delle garanzie richieste dalle banche (salite a ben 1 miliardo e 200 milioni a fronte dei 450 milioni messi dalla Regione) e dei mancati prestiti da parte del sistema bancario per 2,5 miliardi, per ottenere i quali ci si è rivolti una seconda volta ad una banca pubblica come la Bei.

Invece di prendere atto del fallimento dell’opera, il teatrino della politica è alle comiche finali, con la Lega in Parlamento che chiede soldi al governo del Pd e il Pd in consiglio regionale che chiede soldi alla Regione della Lega!

Difatti con la question time presentata proprio oggi in Regione, il Pd ha certificato il suo stato confusionale: la consigliera Barzaghi fino a qualche tempo fa si diceva favorevole a non proseguire i lavori e il suo capogruppo Brambilla, non più tardi di 4 mesi fa, dichiarava che i 450 milioni di garanzia di Regione Lombardia erano un azzardoche rischiava di costare caro ai cittadini lombardi. Ora invece chiedono a Maroni un’ulteriore partecipazione finanziaria per completare l’opera!

L’assessore Sorte dal canto suo non ha potuto fare altro che attestare lo stato di stallo finanziario dell’opera, dando le colpe al governo centrale.

LA PIU’ GRANDE DEFORESTAZIONE MAI COMPIUTA IN LOMBARDIA DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

E oggi anche Legambiente ha preso nuovamente posizione contro Pedemontana. Dal loro comunicato stampa: “un’autostrada da record, la Pedemontana Lombarda: 86 km, oltre 5 miliardi di investimento complessivo per un costo, quindi, di quasi 60 milioni a km; 761 ettari di superficie coperta di asfalto e opere, senza contare i cantieri e le cave di prestito per l’estrazione di materiali e gli interventi accessori. Un bilancio di quasi 200 ettari di boschi rasi al suolo: se venisse completata, considerando che al momento ne sono stati realizzati i primi due lotti per una ventina di km, più le tangenziali di Como e Varese, sarebbe la più grande deforestazione mai compiuta in Lombardiadalla fine della seconda guerra mondiale.

Eppure, nonostante lo stato di grave congestione della rete stradale, i tratti finora aperti al traffico della nuova autostrada sono sostanzialmente deserti nell’arco dell’intera giornata a causa di un pedaggio tra i più cari d’Italia (22 centesimi/km). «L’opera avrebbe dovuto essere pagata al 75% dai pedaggi. Il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti – dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia – Basta con questa farsa, si abbandoni il progetto originale. Altro che project financing, questa autostrada è già dello Stato».

FINIAMOLA QUI!

Nessun politico però vuole prendere atto della situazione disastrosa di APL e tirarne le conseguenze.

In definitiva, di fronte a un progetto antistorico e devastante sul piano economico e ambientale, meglio ammettere gli errori e venirne fuori cercando di limitare i danni in tutti i modi piuttosto che continuare a correre verso il baratro. Le perdite continue della BreBeMi non insegnano nulla?

Di Pietro stesso è stato costretto a smentire quanto ha affermato in innumerevoli occasioni (e cioè che non fare l’autostrada costerebbe di più che farla). Secondo le sue stime fermarsi costerebbe più di un miliardo. Ma su questo tema ci sono da registrare le affermazioni dell’assessore regionale Sorte, in risposta all’interrogazione del Pd. Oggi per la prima volta la Regione ha preso in considerazione la possibilità di non andare avanti e ha affermato cose non banali!

L’eventuale risoluzione/recesso del contratto tra Pedemontana Lombarda SpA e l’impresa che si è aggiudicata la realizzazione dei lotti B1 B2, C e D (ma che ad oggi non è oggetto di alcun avvio di procedimento) dovrà eventualmente seguire le procedure previste dal codice dei contratti e gli ipotetici indennizzi pagati all’appaltatore o i dannipagati dallo stesso saranno verosimilmente valutati a valle di un articolato e non breve percorso giuridico amministrativo civile. Qualsiasi quantificazione a favore o ai danni di Pedemontana Lombarda è ad oggi stimabile con scarsa precisione”.

Per la Regione quindi non è affatto scontato che Pedemontana debba pagare dei danni a Strabag; anzi potrebbe essere il contrario! Chiudiamola qui una volta per tutte!

Gianmarco Corbetta – Portavoce Regionale del M5S Lombardia

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