Stamani in Commissione Ambiente si è tenuta l’audizione di A2A Ambiente, ARPA e dell’Assessore Regionale Terzi in merito ai recenti fatti di cronaca riportanti l’indagine in corso, da parte della magistratura, su traffico illecito di rifiuti provenienti dalla Campania e che ha investito l’inceneritore A2A di Brescia, quello di Parona Lomellina (il cui azionista di maggioranza è sempre A2A) e altre decine di società collegate ai rifiuti.
L’audizione è stata incentrata sul sistema di controlli vigenti su questi due inceneritori. In particolare, le nostre domande si sono concentrate sui controlli effettuati in questi anni sui due inceneritori di Brescia (A2A) e di Parona Lomellina (gestito da Lomellina Energia, di cui è azionista di maggioranza sempre A2A).
E’ emerso che i controlli svolti da ARPA su questi impianti sono scarsi e insufficienti. ARPA ha dichiarato che dal 2014 a oggi ha svolto visite ispettive con cadenza annuale per Brescia e biennale per Parona, visite peraltro programmate con l’azienda. Il monitoraggio delle emissioni nell’aria “in continuo” vengono fatte solo “a camino”, e quindi non vengono rilevati dati sulle ricadute di inquinanti al suolo, né sull’effetto cumulo. Le indagini al suolo non vengono effettuate. Ed è per questo che siamo tornati a chiedere pressantemente al Presidente di A2A, nonché di Lomellina Energia di dare la disponibilità a coprire i costi di un monitoraggio al suolo che possa decretare l’effettivo stato di salute dei terreni limitrofi all’area dei due inceneritori, che, a oggi, non conosciamo. Ancora una volta, il Presidente Roncari ci ha risposto con un secco no, asserendo che l’impatto degli inceneritori è quasi nullo, asserzione basata solo su dati parziali, proprio perché non vengono fatte indagini al suolo. Abbiamo insistito molto su questa proposta poiché, proprio grazie alla mozione regionale del M5S, approvata il 15 giugno 2017, oggi è possibile avviare questo tipo di indagini. C’è quindi una precisa responsabilità della politica nel mancato intervento su questi settori sul quale il M5S si sta adoperando per una necessaria inversione di rotta.”
Giampietro Maccabiani e Iolanda Nanni, consiglieri Regionali del M5S in Lombardia, commentano: “Proprio alla luce di tutto quanto emerso dall’audizione, abbiamo richiesto all’Assessore Terzi se intendeva attivare nell’immediato controlli straordinari sui due inceneritori, a titolo precauzionale, a tutela della salute e dell’ambiente. Ma la risposta è stata negativa: ormai è frequente assistere al solito ritornello: “vedremo quali saranno gli esiti dell’inchiesta, e poi ci penseremo”. Questo modo di fare rappresenta un gravissimo errore della politica di governo che scarica il barile sulla magistratura, invece di adoperarsi con azioni preventive tese a tutelare gli interessi dei cittadini e dell’ambiente in cui vivono. “L’indagine della magistratura in corso evidenzia un problema del sistema: una gestione dei rifiuti basata sugli inceneritori favorisce questo tipo di reati, molto difficili da scoprire. Ecco perché è necessaria una vera azione politica che abbandoni l’incenerimento dei rifiuti e punti alla riduzione e al riciclo. Da anni ad esempio i comitati ambientalisti e il M5S chiedono la chiusura della terza linea dell’inceneritore di Brescia, senza essere ascoltati. Poi non ci stupiamo se accadono certe cose”.
Iolanda Nanni – Portavoce Regionale del M5S
Giampietro Maccabiani – Portavoce Regionale del M5S