Brianzacque propone una modifica del proprio statuto: i componenti del Comitato di Controllo analogo passano da 5 a 7. E potranno essere nominati non più solo i sindaci dei comuni soci ma anche altre figure appartenenti ai medesimi comuni (quindi consiglieri comunali e assessori). Ci viene difficile comprendere come questi “magnifici sette” possano controllare l’operato di un’azienda complessa e articolata come Brianzacque.
Del resto tutta la situazione appare fuori da ogni controllo. Lo sanno bene a Brugherio dove a fronte di 10 milioni accantonati da Brianzacque per l’IMU dovuta al Comune di Brugherio, il Comune non ha rilevato nulla a Bilancio. La scusa che non è permesso, come dichiarato dal Sindaco, non regge in quanto i principi contabili in vigore dal 04 agosto 2016 approvati dalla Ragioneria delle Stato permettono di rilevare tali somme a Bilancio dalla data dell’avviso di accertamento. Evidentemente i cittadini di Brugherio sono talmente benestanti che non necessitano di avere altre risorse per il bilancio comunale.Una cosa così può accadere solo perchè il sistema dei controlli è troppo blando e inadeguate sono le figure coinvolte. Come si può pensare che sette sindaci, assessori o consiglieri comunali possano controllare l’operato di una società di tali dimensioni, senza adeguato supporto? Nemmeno ora che i componenti sono tutti sindaci si riesce per l’inadeguatezza dei metodi e la riluttanza delle strutture comunali già pesantemente impegnate nelle ordinarie attività. È poi discutibile che per un tale impegno i magnifici sette percepiranno un compenso nella misura del 30% del compenso del Consiglio d’Amministrazione. Tra l’altro non è dato capire come verrà calcolato questo 30% se una parte dei compensi del Consiglio di Amministrazione sono iscritti tra i costi per lavoro dipendente come candidamente dichiarato dalla società!Ma se questo sistema di controlli è insufficiente cosa si dovrebbe fare per rendere efficace il controllo analogo delle società in house?
Gli atti fondamentali (bilanci consuntivi e preventivi, struttura organizzativa, ecc…) di queste società dovrebbero essere discussi e approvati dai consigli comunali. L’assemblea dei soci dovrebbe consentire una rappresentanza delle minoranze estendendo la partecipazione ai consiglieri comunali. Tutti gli atti delle società dovrebbero essere pubblicati su internet e non come ora che vengono perfino negati gli accessi agli atti ai nostri consiglieri comunali. Al limite un comitato di sette membri potrebbe favorire l’esercizio di un controllo esteso da parte degli organi comunali, ma non potrà mai assorbirlo.
Riteniamo la strada sbagliata e fonte di grande rischio dato che l’ANAC dovrà valutare le modalità di estrinsecazione del controllo analogo per l’affidamento in house. Se le società non attueranno sistemi di controllo più adeguati gli affidamenti potrebbero essere a rischio. Non vorremmo poi che nel Comitato possa finire qualche ex Sindaco come quello di Monza che quando era in carica si è fatto commissariare da ANAC l’appalto rifiuti.
Almeno l’acqua facciamola gestire nella maniera più diretta possibile dai cittadini e non lasciamo loro solo le bollette da pagare!
Gianmarco Corbetta – Portavoce Regionale M5S Lombardia