Ambiente e Protezione Civile Gianmarco Corbetta Monza Notizie Sanità e Politiche Sociali

Inceneritore di Desio: No dell’Ats Brianza a studio su danni alla salute cittadini

L’ATS della Brianza non vuole lo studio epidemiologico che serve a verificare se i cittadini di Desio, Bovisio Masciago, Varedo e Cesano Maderno abbiano subito danni alla salute a causa delle emissioni dell’inceneritore.

Breve sintesi delle puntate precedenti:

– il MoVimento 5 Stelle chiede questo studio da dieci anni;

– siamo riusciti a far approvare per ben due volte questa richiesta in consiglio comunale a Desio (2010 e 2015);

– tutto tace fino al 2016, quando informiamo l’amministrazione comunale della possibilità di affidare questo studio ad un professionista di assoluto valore (prof. Paolo Crosignani) a costi irrisori;

– la giunta comunale sposa l’idea, incarica il prof. Crosignani e nella primavera 2017 commissiona ad una società specializzata la mappa delle ricadute dei fumi della ciminiera, necessaria per effettuare le indagini.

A questo punto manca solo una cosa per avviare il lavoro: i dati sanitari della popolazione nei comuni interessati. Insomma, dopo tante battaglie, lo studio sembra ormai sul punto di avviarsi, avendo il Comune inviato la richiesta dei dati ad ATS Brianza (la vecchia Asl).

Invece no. ATS non intende autorizzare il Comune ad accedere a questi dati e di conseguenza lo studio non può partire.

Ma perché ATS non vuole che il prof. Crosignani, in qualità di consulente incaricato dal Comune di Desio, possa accedere ai dati sanitari dei cittadini? Questa è una gran bella domanda.

Le motivazioni ufficiali si trovano nello scambio di corrispondenza tra Comune e ATS e nessuna di queste regge:

  • La richiesta deve passare dal Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci.
    E chi l’ha detto? Un sindaco è il responsabile della tutela della salute pubblica del suo territorio ed è ben titolato a fare richieste di questo genere.
  • Il territorio di potenziale interesse per lo studio epidemiologico è da tempo oggetto di attenzione: ne consegue che molte informazioni sanitarie sono già disponibili.
    Vero, ma non è disponibile uno studio epidemiologico mirato sugli effetti dell’inceneritore, parliamo dunque di cose diverse.
  • Le pressioni ambientali che possono interessare il territorio (…) non derivano solo dalla presenza dell’inceneritore di Desio ma vi è altresì la presenza di importanti fonti di inquinamento quali il tessuto produttivo del territorio stesso, la viabilità, le abitudini di vita dei cittadini, e cosi via.
    Lo studio epidemiologico proposto distingue tra la popolazione soggetta all’inquinamento dell’inceneritore e quella non raggiunta dalla ricaduta dei fumi, fermo restando che tutta la popolazione è interessata da altre fonti di inquinamento. E’ chiaro che anche questa obiezione non ha senso.
  • La tipologia di studio epidemiologico proposta risulta difforme da altre proposte di studio già presenti nella stessa ATS della Brianza per eventi similari (è il caso, ad esempio, dell’inceneritore di Valmadrera) e non appare fornire analoga affidabilità scientifica.
    Anche questa obiezione non ha senso perché il metodo caso-controllo è scientificamente valido; tra l’altro un recente studio svolto dai ricercatori dell’Unità di Epidemiologia dell’ATS Città Metropolitana di Milano ha confermato la validità di questo metodo proprio per valutare gli effetti sanitari prodotti da un inceneritore di rifiuti.
  • Le caratteristiche dell’indagine proposta necessitano di una chiara definizione e misura della esposizione che caratterizza il territorio allo studio, esposizione che a parere degli scriventi non può prescindere dal coinvolgimento della Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).
    Peccato che Arpa sia già stata coinvolta nel 2012 dal Comune di Desio senza successo, tanto che è stato necessario poi incaricare una società specializzata per realizzare la mappa delle ricadute.

Fin qui le motivazioni messe nero su bianco da ATS Brianza.

Dall’altra parte l’assessore desiano Guidotti ha assicurato a mezzo stampa che lo studio epidemiologico si farà ugualmente. Non sarà Crosignani a occuparsene ma direttamente l’ATS; Guidotti ha sostenuto di aver ricevuto rassicurazione da ATS in tal senso.

Volendo vederci chiaro, lunedì sono andato di persona a parlare con il direttore generale dell’ATS Brianza e con il suo staff e quello che è emerso in maniera inequivocabile è che lo studio epidemiologico sull’inceneritore non lo vogliono proprio fare.

Non è solo una questione di metodo con cui fare lo studio: sostengono di non credere proprio all’idea stessa dello studio. E’ una posizione che ritengo totalmente insostenibile e inaccettabile, considerato che ovunque nel mondo si fanno studi epidemiologici scientificamente validi legati a specifiche fonti di inquinamento e non si capisce perché ATS Brianza debba porre un veto sullo studio che riguarda l’inceneritore di Desio.

A mio avviso è del tutto evidente che le motivazioni addotte dall’ATS sono solo scuse, buttate lì a casaccio, per evitare di avere tra i piedi un professionista qualificato come il prof. Crosignani.

D’altronde, se lo studio epidemiologico dovesse evidenziare danni alla salute causati dall’inceneritore, qualcuno legittimamente potrebbe chiedersi a cosa serva un servizio epidemiologico in ATS Brianza che sul tema non ha fatto nulla fino ad oggi.

In alternativa, ATS si è detta disponibile a fare un’analisi dettagliata delle incidenze tumorali su tutto il territorio di sua competenza, cosa che sarebbe sicuramente utile ma che non c’entra nulla con uno studio epidemiologico sugli effetti dell’inceneritore.

Per cercare di sbloccare la situazione ho scritto al sindaco Corti e all’assessore Guidotti esortandoli a incontrare l’assessore regionale Gallera e a chiedere il suo intervento affinché ATS Brianza consenta al Comune di accedere ai dati sanitari.

Da parte mia ho dato piena disponibilità a fare da tramite tra Comune e assessore regionale perché si possa organizzare l’incontro in tempi rapidissimi e risolvere finalmente questa assurda situazione.

Dopo 7 anni di attesa non si può chiedere ai cittadini di aspettare ancora. Se Corti e Guidotti, come hanno dichiarato più volte, vogliono davvero realizzare lo studio epidemiologico, non si arrendano allo stop inaccettabile che ATS sta imponendo, ma al contrario proseguano con decisione sulla strada intrapresa.

Io sono disponibile a collaborare ma per avere l’appoggio di Gallera è necessario l’intervento del Sindaco: attendo un suo riscontro.

Articoli Correlati

Bystronic, bene blocco licenziamenti

Redazione Staff

La carenza di medici approda in Regione

Redazione Staff

IL GOVERNO DELLE GIRAVOLTE

Redazione Staff