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Istituto Besta: la Regione tuteli i lavoratori degli appalti

Regione Lombardia ha approvato con la Legge regionale 24 novembre 2017 – n. 26, “Disposizioni per promuovere la stabilità dei lavoratori tramite l’adozione di clausole sociali nei bandi di gara regionali” una disciplina tesa ad assicurare ai lavoratori delle imprese appaltatrici di Regione Lombardia un’ampia tutela del posto di lavoro, sempre più messo in discussione da modelli organizzativi che prevedono ampio ricorso all’outsourcing e da margini aziendali e risorse pubbliche sempre più ridotti. In particolare i lavoratori dei servizi di guardiania e portierato sono vittime di un sistema su cui occorre fare luce.

A partire da una gara da 40 milioni che da marzo è sotto l’occhio dell’Antitrust e da lamentele di lavoratori rimasti senza occupazione come quelli del Besta (a cui è stato richiesto di accettare una riduzione di salario), o che ricevono lo stipendio “regolarmente” in ritardo e costretti ad acquistare gli abiti da lavoro che dovrebbero essere forniti dall’azienda.

Si tratta del sottobosco delle cooperative, che abusano della qualifica di “socio lavoratore” nel silenzio delle istituzioni. Per rompere questo muro di gomma abbiamo presentato un’interrogazione all’assessore al Bilancio, per capire se intende intervenire per fare chiarezza su appalti in cui il 90 per cento è costo del lavoro e l’utile aziendale è dichiarato nella percentuale dell’1,7%. Si direbbe che si ha a che fare con dei benefattori. Forse, oltre a verificare se è stata violata la concorrenza, si dovrebbe anche fare chiarezza sulle condizioni di lavoro applicate. Il futuro può riservare qualcosa di meglio per questi lavoratori?

Ci risulta che nei tentativi di conciliazione che sono in esperimento, la Regione non è affatto presente. La normativa sugli appalti pubblici prevede la responsabilità diretta della stazione appaltante nei confronti dei lavoratori non correttamente remunerati. Ci auguriamo che la Regione intervenga prima che questa vicenda sfugga di mano mettendo in crisi un numero elevato di famiglie.

Marco Fumagalli, M5S Lombardia

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