Luigi Piccirillo Marco Fumagalli Sanità e Politiche Sociali

Agenzia controlli, relazioni lasciano a desiderare, serve sistema sanzionatorio

Un sistema sanitario complesso come quello lombardo con accreditamenti e convenzioni con i privati, incrementati in nome di una sussidiarietà che ha consegnato una rilevante parte della spesa sanitaria in mano al privato, e ormai è pacifico, senza nessuna forma di controllo, dovrebbe avere nel sistema ispettivo e sanzionatorio il suo fulcro.

La relazione di ACSS (Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario lombardo) in tema di controllo effettuato nel 2017 sul sistema sanitario lombardo lascia molto a desiderare. Già la Relazione all’esame in data odierna della Commissione Sanità regionale è di per se critica verso il sistema che ha relegato ad un ruolo poco chiaro ed efficace l’attività dell’agenzia rispetto alle aspettative del M5S al momento del suo inserimento con l’art. 11 della L.R 23/2015.

Ma ciò che lascia stupefatti è che dove l’agenzia ha dato il proprio contributo propositivo non è stato accolto. È il caso delle funzioni non tariffabili ove si propone di eliminarne 4 perché non più attuabili, in quanto superate da mutamenti sostanziali nel contesto normativo di riferimento , su 21 con un risparmio di 210 milioni. La giunta non ha infatti accolto la proposta fatta dall’Agenzia: nella delibera N° 127 dello scorso 17 maggio 2018 vediamo che le “4 funzioni incriminate” fanno la loro bella comparsa con tanto di importo di spesa. Ci sorgono spontanee alcune domande: ma gli atti prodotti dall’ACSS non vengono letti da nessuno? Perché abbiamo creato questa Agenzia dal costo di 2.800.000 di euro (previsti per il 2018) e oltre 20 dipendenti, se poi le proposte vengono ignorate? Anche Fontana si è accorto che il sistema dei controlli non funziona. Benvenuto nel club. Vogliamo qui solo ricordare l’ultimo scandalo che ha coinvolto i medici delle strutture del Pini e del Galeazzi.

La questione di fondo che però viene tralasciata in tutta questa vicenda è che i compiti affidati ad ACSS non sono in linea con la volontà di un serio e capillare controllo. Sono carenti infatti compiti di tipo ispettivo, che sono fondamentali in qualsiasi ente di verifica e prevenzione. Per chiunque sia a conoscenza del funzionamento dei sistemi di qualità aziendale è noto che la fase ispettiva è un elemento di garanzia e di crescita nell’ottica del miglioramento della qualità e soddisfazione del cliente. Non è stata attribuita ad ACSS nessuna fase sanzionatoria nemmeno nella più blanda versione di ammonizione o raccomandazione a fronte delle più evidenti storture. Ma forse proprio perché la ACSS non aveva la mission di rintracciare le“storture” che sono state poi trovate dalla magistratura e dai poveri pazienti.

Marco Fumagalli e Luigi Piccirillo

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