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DUNAS, mozione 5 stelle in Regione. Chi deve pagare paghi, chi non deve pagare non paghi

Domani sarà discussa la mozione presentata lo scorso ottobre dal consigliere regionale del M5S Marco Degli Angeli.

“Con la nostra mozione vogliamo far impegnare la Regione ad annullare gli atti fin qui emanati ed avviare l’iter corretto per la questione del consorzio di bonifica del DUNAS ed eliminare le iniquità nei confronti dei comuni cremonesi del nord della provincia che risultano oggi  danneggiati”. Vogliamo che si ponga un definitivo rimedio alla situazione venutasi a creare a seguito dell’emanazione del piano di classificazione degli immobili del consorzio di bonifica DUNAS del 2016 ed il Piano comprensoriale di bonifica arrivato nel giugno di quest’anno, due anni dopo. La vicenda è ormai dibattuta da parecchi anni e riguarda circa 40 comuni dell’alto cremasco e della bassa bergamasca. Il pomo della discordia è il piano di classificazione adottato dal DUNAS con la delibera n. 28 del 19 ottobre 2016. Dice Degli Angeli; “Tale piano prevede degli interventi di bonifica idraulica in territori in cui, anche andando indietro di secoli, operazioni del genere non sono mai state fatte, semplicemente perché il territorio, per la sua conformazione geografica, non ha mai avuto bisogno di simili interventi. Ricordiamo che tale territorio si caratterizza per la presenza di numerosi fontanili e sorgive create dall’uomo in epoche molto remote per la captazione dell’acqua a scopo irriguo. Vogliamo portare all’attenzione della Regione la situazione paradossale dei proprietari degli immobili ubicati nel territorio consortile che sono obbligati a versare il contributo di bonifica, nonostante nei comuni già interessati dalla cosa in questi anni non si sia mai visto personale del DUNAS effettuare né opere di bonifica in senso stretto né risulta vi siano strutture o impianti finalizzati alla bonifica”.

“Il problema di fondo, aggiunge Degli Angeli, è che, in base alla Legge Regionale n. 31 del 2008, il DUNAS avrebbe dovuto emanare il piano di classificazione soltanto dopo aver emanato un altro documento, cioè il Piano comprensoriale di bonifica o Progetto di bonifica. Tale piano comprensoriale è però stato confezionato ad hoc con la delibera n. 26 del 28 giugno 2018, dopo ben 2 anni. Qual è stata dunque la ratio che ha spinto i legislatori del tempo a consentire una tale stortura amministrativa e concettuale?” Sono 38 i comuni posti a nord della città di Cremona che si oppongono a tale imposizione, non trovandola fondata e legittima e che hanno intentato ricorsi presso i competenti organi giudiziari, a tutt’oggi pendenti.

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