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Nomine surreali all’Agenzia di controllo del servizio socio sanitario. Valutiamo un esposto

Nomine surreali all’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario Lombardo (ACSS), l’organismo tecnico scientifico della Lombardia che controlla l’attività delle ATS, le Agenzie di tutela della salute.

L’ente è nato per essere “terzo ed indipendente” perché le sue attività di vigilanza coinvolgono l’intero sistema socio sanitario  con controlli sui bandi, sulle gare e, più in generale, sulla sua efficienza, efficacia, qualità ed economicità. E sulle liste d’attesa infinite, il tallone d’Achille delle maggioranze di centro-destra che si sono succedute al Governo della Lombardia.

I componenti dell’organismo sono eletti in parte dalla Maggioranza e in parte dai gruppi di Minoranza in Consiglio regionale a partire da un elenco di persone selezionate da un bando del 6 luglio 2018.

Il consigliere regionale del M5S Marco Fumagalli ha cominciato a esprimere i primi dubbi sulle procedure d’individuazione dei membri di minoranza del comitato 3 mesi fa, a gennaio quando “per vie non ufficiali” riceveva “un elenco incompleto di candidati idonei, secondo le valutazioni del Contato tecnico consultivo, alle nomine che sono fatte dai gruppi di minoranza”. Allora il M5S chiedeva di poter avere la documentazione dettagliata e denunciava quello che appariva come “un maldestro tentativo di obbligare alla scelta di candidati graditi al sistema di potere vigente”.

Il 23 gennaio il consigliere regionale del M5S Lombardia denunciava uno stallo nelle nomine e sollecitava la Lombardia a fornire “tutta la documentazione utile a giudicare merito e capacità dei candidati in modo da rendere l’ACSS immediatamente operativa”. Il giorno successivo una nosta stampa congiunta dei gruppi regionali di M5S, PD, +Europa con Emma Bonino e Lombardi Civici Europeisti rincarava la dose: “A sei mesi dalla chiusura del bando  è impossibile valutare merito e capacità dei nominati per la palese superficialità della Giunta regionale nell’affrontare l’istruttoria che precede la selezione. Stiamo parlando di un organismo che dovrebbe controllare l’attività di tutte le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, fortemente voluto dalle opposizioni durante la discussione della riforma sanitaria di Maroni. […] La sanità lombarda, che in passato è stata più volta coinvolta in scandali giudiziari, ha bisogno costante di controlli”.

A febbraio, con un comunicato stampa, sempre Fumagalli prendeva, ancora una volta, le distanze dalle nomine denunciando la “procedura viziata”. La selezione a suo dire era  “stata costruita in modo da vincolare la scelta finale verso candidati graditi a certe forze politiche. Infatti prima sono stati individuati i cinque candidati idonei tra cui selezionare i tre da scegliere, e poi sono state redatte a distanza di due mesi le schede di valutazioni e la relativa griglia di valutazione”. In quell’occasione Fumagalli chiedeva al PD di non procedere con le nomine.

Lunedì 11 marzo le minoranze hanno individuato i nomi da segnalare alla Giunta regionale. Il M5S si è chiamato fuori dalle nomine presentando un parere legale che evidenzia i numerosi profili di illegittimità della procedura selettiva e prospettando anche la possibilità che sussistano eventuali profili di rilievo penale,

Fumagalli conclude: “È  nostro dovere, a tutela degli interessi di tutti i cittadini lombardi, valutare di ricorrere all’autorità giudiziaria in sede penale con un esposto affinché un organo di controllo di primaria importanza, qual è il comitato di direzione dell’Agenzia di controllo del servizio sociosanitario lombardo questo rango, sia costituito a seguito di precise procedure oggettive, tese a selezionare esclusivamente il merito” Così, ancora una volta non è stato nonostante gli scandali che hanno coinvolto, nel recente passato il sistema socio sanitario lombardo.

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