La dichiarazione del Consigliere regionale del M5S Lombardia Nicola Di Marco.

“La richiesta da me avanzata nell’ordine del giorno al bilancio regionale, purtroppo bocciato dalla maggioranza, era che Regione desse copertura finanziaria allo studio epidemiologico sull’eventuale correlazione fra da un lato la presenza di sostanze nocive nelle falde e nei terreni e dall’altro lato l’eventuale insorgere di patologie da inquinamento nella popolazione. Questo perché è necessario conoscere la verità sull’ex sito industriale e sui rischi per ambiente e salute derivanti dalla mancata bonifica.

Regione a questa richiesta, già avanzata anche tramite una precedente interrogazione, ha risposto sollecitando gli Enti competenti ad avviare lo studio epidemiologico, ma non ha ancora stanziato i fondi necessari. Ciò è molto grave perché Regione aveva promesso di finanziare lo studio già nel 2010: questo ritardo è inaccettabile per chi ha a cuore la salute dei cittadini.

 

Il sito denominato “ex Chimica Saronio” ricomprende diverse aree, più o meno ampie, ubicate sul territorio dei comuni di Cerro al Lambro e Melegnano. Un’azienda chimica che ha operato dal 1926 al 1967 nel Comune di Melegnano. Produceva in origine pigmenti e coloranti per il mercato tessile. Dal 1935 nello stabilimento inizia la produzione di aggressivi chimici per fini bellici. Nel 1943, nel Comune di Cerro al Lambro viene costruito un nuovo stabilimento, definito Centro Chimico Militare, destinato alla produzione esclusiva di “gas assassini”. Nessuno ha mai calcolato i costi complessivi per la comunità causati dalle produzioni della ex chimica Saronio di Melegnano e Cerro al Lambro. Ma di una cosa siamo certi: i costi per la comunità – in termini ambientali – sono di gran lunga maggiori dei ricavi ottenuti dalle sue produzioni.

 

La nostra attività istituzionale in Regione Lombardia è partita proprio da questo aspetto dal momento che il quadro ambientale, che necessita comunque di ulteriori approfondimenti, risulta abbastanza chiaro e i relativi interventi di bonifica sono ancora, purtroppo, in itinere.

Se già nel 2010 l’ASL riteneva lo studio epidemiologico “opportuno” ci chiediamo perché ATS venga chiamata a valutarne oggi l’opportunità. Che Regione Lombardia stanzi finalmente le risorse, come già avrebbe dovuto fare, per finanziare questo lavoro.

Troppo immobilismo e troppe risposte non date. Vogliamo fare luce su una situazione che potrebbe determinare ovvi rischi per l’ambiente e la salute”.

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