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Referendum, la Corte di Cassazione chiede integrazione

? REFERENDUM: “Quesito inammissibile, basta forzature in consiglio regionale”.
 
Il 30 settembre 8 consiglieri regionali avevano presentato istanza di referendum abrogativo sulla legge elettorale.
Ieri la Corte di cassazione ha chiesto un’integrazione del quesito referendario.
 
Sulla questione l’intervento del Consigliere Marco Fumagalli M5S Lombardia:
“La Cassazione non fa altro che darci ragione su quanto avevamo ampiamente previsto e anticipato in una pregiudiziale di costituzionalità: il quesito è assolutamente INAMMISSIBILE!
Se la Lega non è nemmeno in grado di mettere il titolo giusto al quesito, come rilevato dalla Cassazione, figuriamoci come giudicherà il contenuto dell’intero testo.
La questione posta dalla Cassazione non è che la punta dell’iceberg di ben altre problematiche costituzionali che questo referendum vìola pesantemente.”
 
La Suprema Corte ha concesso tempo fino all’8 novembre, data entro cui, spiega il Consigliere Fumagalli:”la Lombardia non riuscirà ad approvare una nuova proposta perché non ci sono i tempi tecnici per fare tutti gli approfondimenti del caso.
Non c’è assolutamente tempo per far capire in così pochi giorni alla Lega cosa è la Democrazia e come funziona la Costituzione.
Alla Lega resta solo il ritiro del referendum, anche a tutela dell’istituto referendario che non può essere svilito per fare propaganda di partito.
La maggioranza deve finirla con il perdere tempo in Lombardia, le priorità dei cittadini sono altre: sviluppo, innovazione  e lavoro per tutti.”Infine, sulle dichiarazioni del Presidente della Lombardia Attilio Fontana, Fumagalli commenta:

“La Lombardia ha bisogno dell’autonomia.
Il tema non va però affrontato con la superficialità della Lega ma c’è bisogno di  una leale collaborazione tra Lombardia e Governo.

Questo è un prerequisito perché si arrivi ad approvare una buona legge che avvicini competenze e risorse al territorio.

Fin qui chi ha messo paletti e ostacoli all’autonomia è stata proprio la Lega con la scarsa trasparenza e le richieste improbabili dell’ex Ministro Erika Stefani”.

, anche a tutela dell’istituto referendario che non può essere svilito per fare propaganda di partito.”

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