Ad oggi i progetti non contemplano le migliori tecniche e tecnologie per scongiurare questo rischio. Qualora la scelta dovesse essere confermata quella del Chiese, allora fondamentali dovranno essere le “opere compensative” per tutti i Comuni lungo l’asta del Chiese che da questi impianti non avrebbero altro che svantaggi e rischi. Potrebbe quindi, nel caso, nascere l’opportunità per avviare un serio progetto di rinaturalizzazione e protezione del Chiese.
Depuratore del Garda: positivo l’incontro con Ministero dell’Ambiente
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? DEPURATORE DEL GARDA: POSITIVO L’INCONTRO CON MINISTERO DELL’AMBIENTE
Il consigliere Dino Alberti ha incontrato ieri i funzionari del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del…mare, per fare il punto della situazione sul nuovo depuratore del Garda.
Il Consigliere ha ottenuto l’OK da parte del ministero, di richiedere la valutazione e comparazione di costi e benefici di tutte le alternative progettuali, anche di quelle finora non considerate nel famoso studio dell’ Università degli Studi di Brescia commissionato dal Gestore Acque Bresciane. In particolare focalizzando l’attenzione sulla scelta dell’ubicazione del o degli impianti di depurazione, nonché dello scarico.
“Con gli uffici abbiamo convenuto che il progetto debba considerare in ogni modo il massimo livello di tecnologia oggi esistente, indipendentemente da quale sarà il sito di ubicazione e a maggior ragione, se il sito definitivamente individuato sarà il fiume Chiese, dato che per lunghi periodi dell’anno lo stesso si trova in secca; di conseguenza un eventuale blocco dell’impianto con conseguente sversamento di fogna in un fiume in tali condizioni non farebbe altro che distruggere definitivamente quel che è rimasto del fragile ecosistema del fiume.
Ho richiesto al Ministero, anche attraverso la Cabina di Regia, di avanzare l’ipotesi di sospensione dell’attuale progetto in attesa che si proceda ad un nuovo studio delle alternative progettuali. Con il “nulla osta” del Ministero, anche la Regione potrebbe attivarsi in tal senso e la Provincia non avrebbe più alcuna scusa per non procedere ad un nuovo studio. Ho ricevuto inoltre conferma che il finanziamento di 100 milioni non è in scadenza ed è accantonato in un capitolo di bilancio ad hoc e che pertanto su questo fronte non vi è alcuna fretta di dover procedere con urgenza.
Il mio obiettivo è quello che si possa individuare la migliore soluzione possibile per il Lago di Garda senza danneggiare territori che con il Lago nulla o quasi hanno a che fare. Negli ultimi anni su questo progetto c’è stata totale chiusura da parte degli enti decisori che hanno calato dall’alto scelte preconfezionate ritardando la diffusione di informazioni e dati, ben consapevoli che le loro scelte non sarebbero mai state accettate dai territori. E così è stato. Ora abbiamo la possibilità di correggere gli errori fatti e di rimettere il progetto sulla strada giusta che deve essere quella della trasparenza, della partecipazione e della sostenibilità non solo economica ma anche ambientale, sociale ed ecosistemica dei territori coinvolti”