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Test sierologici – cosa è successo in Lombardia?

? TEST SIEROLOGICI – COSA È SUCCESSO IN REGIONE LOMBARDIA?
 

La Lombardia è la regione più colpita dalla pandemia causata dal virus Covid-19. In Italia un decesso su due causato dal virus, 14mila su 28mila totali circa, è avvenuto in Lombardia. Significa che qui la ripartenza non potrà essere come nel resto d’Italia.

Significa che per tutelare la nostra salute e la ripresa dell’attività delle imprese, qui dovremo essere attenti il doppio.

Come gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto che l’utilizzo dei test sierologici, attraverso i quali mappare la diffusione del virus, fosse uno degli strumenti più importanti, insieme al distanziamento sociale, in mano alle istituzioni al fine di consentire ai lombardi di tornare a lavorare e uscire di casa in sicurezza.

Nonostante vi fossero test disponibili già inizio marzo, nonostante alcune regioni d’Italia (meno colpite dal virus) abbiano avviato i test sulla popolazione già da inizio aprile, nonostante vi fossero dei sindaci lombardi disposti ad avviare subito la mappatura, Regione Lombardia ha deciso di attendere solamente l’ultima settimana di aprile prima di avviare la diffusione dei test.

Come mai? La storia che sto per raccontarvi ha dell’incredibile. E temo siamo solo all’inizio.

C’è un’azienda privata, Diasorin, che lo scorso 23 marzo si accorda con un Istituto pubblico, Ospedale San Matteo di Pavia, per realizzare un test sierologico per la rilevazione di anticorpi attraverso la cui presenza stabilire se un individuo sia stato o meno esposto al virus Sars-Cov-2. In cambio dell’aiuto dei laboratori di virologia, l’azienda riconoscerà all’ospedale 50mila euro e una royalties del 1% per ogni test venduto.
Il 6 aprile viene aperta una manifestazione pubblica di interesse. Dopo neanche 24 ore chiude la manifestazione d’interesse.
In data 8 aprile, il presidente di Regione Lombardia, comincia a dichiarare mezzo stampa che il test su cui lavorano Diasorin e il San Matteo è il migliore in assoluto.

Peccato che questo test non abbia ancora né l’autorizzazione CE, né quella FAD.

Nell’attesa bisogna bloccare tutto, senza nemmeno prendere in considerazione analoghi test sierologici già disponibili sul mercato. Mentre le altre regioni avviano sperimentazioni e protocolli. La Lombardia, che ricordiamo essere la regione più colpita d’Italia, aspetta. Con buona parte dei cittadini e delle aziende che vogliono ripartire.

Il 16 aprile si viene a scoprire, grazie ad un’inchiesta giornalistica, che il coordinatore del gruppo di lavoro incaricato di stabilire quale sia il test migliore a disposizione, sia a capo dell’equipe dell’Ospedale San Matteo che lavora al progetto concordato con Diasorin, per il quale l’Ospedale riceverà 50mila euro e l’1% per ogni prodotto venduto. Tale coordinatore ha sconsigliato ogni altro test all’infuori di quello a cui sta lavorando lui. Opinione legittima, non fosse in palese conflitto d’interesse. Il coordinatore si dimette. Regione Lombardia intanto invia una comunicazione agli ospedali lombardi una comunicazione attraverso la quale chiede agli istituti di adeguare i propri software ai dispositivi Diasorin-San Matteo.

Il 20 aprile viene aperta una gara sul sito di Regione Lombardia per Manifestazione di interesse per l’affidamento della fornitura di kit del tipo CLIA e/o ELISA per la rilevazione di IgG specifiche (anticorpi neutralizzanti per SARS – COV–2), reagenti e consumabili.
La gara si chiuderà il 24 aprile e risulta tutt’ora in valutazione.
Il 23 aprile, a gara ancora aperta, cominciano i test a tappeto sulla popolazione con il test realizzato dall’ospedale pubblico accordatosi con l’azienda. Risultato? Un ricorso al Tar che verosimilmente potrebbe bloccare tutto di nuovo.

Il Tribunale amministrativo della Lombardia, il 23 aprile si esprime in questi termini: “l’accordo quadro stipulato tra la Fondazione e Diasorin non sembra esaurirsi in un puro accordo di collaborazione scientifica, ma presentare contenuti sinallagmatici con precisi vantaggi economici e conseguente valore di mercato sottratto al confronto concorrenziale e quindi conferma la violazione delle norme sulla concorrenza; “l’accordo medesimo non sembra finalizzato alla valutazione clinica di un dispositivo diagnostico già pronto, ma all’elaborazione di nuovi test molecolari e sierologici per la diagnosi di infezione da Sars–Cov-2, sulla base di un prototipo Diasorin di imprecisata consistenza, da sottoporre a sviluppo e che dovrà essere implementato in esecuzione dell’accordo; le doglianze formulate a sostegno del ricorso e della domanda cautelare sembrano presentare profili sostanziali, meritevoli di approfondimento in sede collegiale …” ed a tale fine fissa la Camera di Consiglio per il 13 maggio prossimo venturo.

Tutto normale? Direi proprio di no. Anche volendo sforzarsi di concedere il beneficio del dubbio, anche pensando che tutto questo sia stato fatto per avere il test migliore, difficilmente tutti gli errori, tutti i pasticci commessi dai capaci e competenti amministratori della Lega non causeranno ulteriori ritardi, nella diffusione e somministrazione dei test ai cittadini.

Ora io sono un cittadino lombardo, spero che la mia famiglia possa, prima o poi essere sottoposta al test, così non fosse, se il test Diasorin-San Matteo non si rivelasse la miglior scelta possibile, se il ricorso al Tar bloccasse tutto confermando tutte le gravi mancanze e violazioni della normativa a tutela della concorrenza e dell’evidenza pubblica, se ancora una volta l’incapacità della giunta leghista costringesse noi cittadini ad aspettare e a continuare ad attendere di ammalarci, le imprese a non poter lavorare e i negozi a non poter riaprire in sicurezza, la Giunta dovrà prendere atto della incapacità del suo presidente Fontana e del suo assessore Gallera a gestire questa fase delicatissima di emergenza.

Dovrete assumervi le vostre responsabilità, e provare a farvi aiutare dalle altre forze politiche che hanno a cuore esclusivamente il bene dei nostri concittadini.
Lunedì chiederò direttamente agli interessati, durante la seduta del Consiglio Regionale, se sono consapevoli delle loro responsabilità e degli errori fatti. Restate collegati, non mancherò di aggiornarvi.

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