L’intervento di Roberto Cenci (Consigliere M5S Lombardia) su La Prealpina.
Dal mio portico, seduto, sono solito guardare il lago Maggiore, mi piace vedere il sole tramontare con il suo riflesso rossastro che taglia l’azzurro dell’acqua, il tutto si confonde con il verde dei boschi, sono tanti gli alberi che posso ammirare e ora che ci penso, e senza rendermene conto, ci regalano ossigeno e incorporano l’anidride carbonica, gas climalterante per eccellenza, che tanti problemi sta creando al clima.
Un albero organica (incorpora) ogni anno circa 30-40 chilogrammi di CO2, se ci soffermiamo a ragionare questa è una grande quantità di gas che viene sottratta all’aria.
Sempre parlando delle cose che i capi di Stato hanno promesso durante il G20, hanno messo sul tavolo una forte riduzione del taglio degli alberi, meglio dire delle foreste, prevedendo l’azzerando della deforestazione entro l’anno 2030, conoscendo simili promesse resto fortemente dubbioso che questo possa avvenire, la mia paura che sia una promessa al vento.
Un altro punto molto importante, direi fondamentale per la salute del pianeta è la promessa di piantumare mille miliardi di piante entro i prossimi nove anni.
Il grande numero
Soffermiamoci un attimo a ragionare sul numero immensamente grande ma indispensabile se si vuole salvare il pianeta, vorrei ricordare che sino a circa duecento anni fa il valore della CO2 si aggirava attorno alle 200 parti per milione, da allora due fattori negativi si sono sommati, il taglio indiscriminato delle foreste e l’utilizzo di combustibili fossili, carbone, petrolio e metano, che hanno portato i valori del gas a superare le quattrocento unità, limite ritenuto da molti esperti estremamente pericoloso.
Ma torniamo alla piantumazione di alberi, da quanto ho saputo all’Italia aspetterebbe d’interrarne due miliardi, pensate quanta CO2 assorbirebbero riducendone la concentrazione nell’aria, ma cerchiamo di capire se tale numero di alberi potrà venire realizzato nel tempo previsto o potrebbe essere un sogno, non sempre i sogni possono essere realizzati.
Le giornate lavorative
Le giornate lavorative in un anno sono mediamente duecentoquaranta, dobbiamo togliere una ventina di giorni di ferie, in almeno due-tre mesi in inverno non si riesce a piantumare, il terreno è gelato, aggiungiamo due mesi nel periodo estivo, luglio e agosto per l’eccessivo calore, restano circa centotrenta giorni di lavoro effettivo. Un semplice calcolo aritmetico ci dice che per ogni giorno lavorativo si dovrebbero piantumare sul suolo italiano un milione e settecentomila alberi, mi sembra una cifra estremamente elevata.
Il terreno adatto
Al Lettore dirò alcune cose ovvie: servirà anche un terreno adatto per accogliere gli alberi, serviranno vivai che siano in grado di preparare un numero così importante di alberelli, occorrerà innaffiare e controllare le piantine per un certo periodo di tempo, va ricordato infine che alcune piantine non attecchiranno.
Non vorrei deludere coloro che stanno leggendo il mio articolo, ma l’impresa mi sembra ciclopica, ancora di più conoscendo le problematiche burocratiche italiane.
Se il primo ministro Mario Draghi, che ha la mia stima, avesse la possibilità di leggere quanto da me scritto, sono certo che ridurrebbe il tiro.
Non dobbiamo fermarci ai calcoli purtroppo negativi che ho fatto, ogni Cittadino dovrebbe avere a cuore il problema di ridurre la CO2, iniziative libere, spontanee sarebbero una grande soluzione e un aiuto per dare ossigeno e ridurre l’anidride carbonica nell’aria.
Muoviamoci e piantumiamo, così facendo l’ambiente ci ringrazierà.
Roberto Cenci esperto ambientale e consigliere regionale M5S